Capitolo 81.

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"Ehi."
Esclamo uscendo da lezione, Oliver è fuori dall'aula che mi sta aspettando.
"Come mai qua?"
Aggiungo dopo avergli dato un bacio a fior di labbra.

"Ho finito presto in segreteria, così ho pensato di venirti prendere e portati a pranzo fuori. Hai finito anche tu le lezioni, no?"
Intreccia la sua mano con la mia e usciamo insieme dall'edificio.

"Si, ho finito per oggi."
Rispondo sorridendo.

Siamo tornati a Stanford da due settimane, é ormai l'inizio di maggio.

Fra qualche giorno dovrebbe tornare anche Lily e sta già pensando ad organizzare una mega festa per il suo compleanno e quello di suo fratello che sarà il 14 maggio.

Oliver non è molto entusiasta della cosa ma non importa, sua sorella ha sofferto tanto nell'ultimo periodo e farebbe di tutto per vederla sorridere.

Ha sofferto meno di lui, ovviamente, il dolore di suo fratello non si può quantificare, anche se è più bravo a nascondere tutto. Ed è più difficile far tornare il sorriso a Oliver rispetto che a Lily.

Non so bene che abbia intenzione di fare, so solo che devo ingegnarmi per il regalo che farò alla mia migliore amica. Mentre al mio ragazzo so perfettamente cosa regalare.

Accendo una sigaretta mentre seguo Oliver verso la sua macchina, ho un'idea su dove voglia portarmi.

"Hai fatto storia della musica?"
Mi chiede facendo un tiro di sigaretta e sbuffando il fumo verso l'alto, imito anche io il suo gesto.

"Storia della musica contemporanea, ho amato ogni secondo della lezione."
Rispondo con probabilmente gli occhi a cuoricino. Sono passati solo pochi mesi da quando ho iniziato il corso di laurea in musica ma me ne sono innamorata dal primo secondo. E' proprio il corso della mia vita. Tutto ciò che ho sempre voluto studiare.

Mi piace anche matematica ovviamente, ora che sto studiando entrambe le cose riesco in realtà a capire che non sia una cosa solamente imposta dai miei genitori ma qualcosa che mi piaccia e in cui sono brava. Voglio fare anche questo nella mia vita anche se, ovviamente, la musica è la mia strada.

"Sono felice tu stia studiando qualcosa che ti renda così felice."
Toglie la sua mano dalla mia solo per mettermi un braccio intorno alle spalle, mi bacia i capelli.

"E' tutto merito tuo. Sei tu che mi hai dato il coraggio per far qualcosa che mi piacesse davvero e amassi in questo modo."
Intreccio la mia mano alla sua che penzola sulla mia spalla, non diciamo praticamente più niente, come tipico nostro.

Saliamo in macchina, arriviamo da Poppy's.

"Resta qui, prendo io qualcosa da portare via, non te ne pentirai, vedrai."
Mi stampa un bacio veloce sulle labbra e senza aspettare una mia risposta scende dalla macchina.

Ridacchio per il suo modo di fare.

Sembra un Oliver completamente diverso da quello che ho visto settimane fa crollare tra le mie braccia, un Oliver così diverso da quello che solo pochi giorni fa si disperava per la perdita del suo migliore amico.

E mi chiedo se sia veramente così o stia solo fingendo.

O forse mi voglio illudere e basta perché sono pienamente consapevole che lui stia fingendo.

E mi chiedo quanto ancora sarà in grado di fingere.

Fingere che questa vita non gli stia stretta e non lo soffochi quando in realtà è esattamente ciò che fa. Oliver è fatto per essere libero, lui e Thomas hanno progettato per anni la loro libertà.

E ora si trova intrappolato qua, così, in una vita che nemmeno sa se vuole davvero.

Quanto ancora può reggere? E se crollasse da un momento all'altro senza più riprendersi?

Eppure so benissimo che ci sia un modo ben preciso per far si che questo non accada più, per far si che questa vita non lo soffochi più.

Mi balena in testa di nuovo quell'idea.
Quell'idea che scaccio un'altra volta perché non so se sia in grado di sopportare tutte le conseguenze di quel che sarà nel caso in cui dovessi metterla in atto.

Archivio di nuovo tutti i pensieri quando vedo Oliver uscire dal Poppy's con due sacchetti, Roger è dietro di lui che gli ha aperto la porta, con la mano fa un cenno di saluto nella mia direzione, saluto che ricambio con un grande sorriso.

"Hai preso da mangiare per un esercito Oliver?"
Rido prendendo i sacchetti, ne sistemo uno per terra, fra le mie gambe mentre uno lo appoggio sulle ginocchia.

"Sai benissimo anche tu che mangeremo tutto Isla Ariel."
Ridiamo insieme, poi mette di nuovo in moto l'auto e arriviamo in quello che ormai è uno dei nostri posti del cuore, uno dei posti che ci definisce e nel quale non veniamo da un po' troppo tempo.

Lakelag è quasi del tutto deserta, nonostante la bella stagione ormai arrivata e il sole alto nel cielo. Oliver prende la solita coperta da stendere a terra, la stessa della prima volta che siamo venuti qua insieme e ci mettiamo in quello che oserei poter definire il "nostro solito posto".

Ci sistemiamo, cominciando a mangiare gli hamburger e le patatine più buoni di tutta la California, e non esagero è!

Parliamo del più e del meno, come una qualsiasi coppia, con quel velo di normalità che spesso ci è mancato. Ridiamo e scherziamo, lancio una patatina stracolma di ketchup a Oliver che, pur riuscendo a prenderla al volo, si sporca tutte la bocca. Rido di gusto e quando mi avvicino per pulirlo mi da un bacio sul naso.

"Sei un cretino!"
Fingo un broncio anche se il sorriso sulle mie labbra mi contraddice.

"Un cretino che ami e che sa come farsi perdonare."
Risponde, prendo un tovagliolo per pulirmi e, nel mentre, lui prende dal sacchetto due scarole, apre la mia ed ecco una fetta della nostra amata torta cioccolato, panna e meringhe.

"Si ti amo decisamente."
Commento facendolo ridere.

"Ti ricordi la prima volta che abbiamo mangiato questa torta insieme?"

"Come potrei dimenticarmene amore?"
Rispondo con il cuore che esplode d'amore pensando a quel momento.

"Penso che già fossi innamorato di te Isla Ariel."

"Mi avevi conosciuto solo poche ore prima."

"Il solo vederti mi ha sconvolto. Quando il tuo sguardo ha incontrato il mio mi sono sentito di nuovo vivo. E' come se fossi tornato a respirare dopo un'apnea durata anni. La verità, Isla Ariel, è che mi sei entrata dentro dal primo momento in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi."

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