Capitolo 26.

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"Traditore!"
Esclamo quando Oliver apre la porta e vedo Ginger steso e beato sul suo letto.

"Buongiorno anche a te Isla Ariel."
Ride Oliver, mi blocco un attimo sul posto notando il modo in cui è vestito con una camicia nera e dei jeans attillati che gli stanno da Dio, letteralmente. Mi ridesto dai miei pensieri perché mi rendo conto di averlo fissato forse un po' troppo.

"L'ho aspettato tutta notte, dorme sempre e solo con me, se non ci sono resta sul mio letto e invece questo traditore ha preferito dormire con te!"
Dico ancora melodrammatica facendo ridere il ragazzo accanto a me.

"Che ci vuoi fare Isla Ariel, anche lui non ha resistito al mio fascino."

"Modestia è il tuo terzo nome?"
Scoppiamo a ridere.
"Felice giorno del Ringraziamento Oliver."

"Felice giorno del Ringraziamento Isla Ariel."
Si avvicina lasciandomi un bacio sulla guancia, appoggio la mia mano sul suo braccio.
"Sei bellissima."
Aggiunge ancora, è così vicino a me, così vicino da annebbiarmi la mente, sfiora il suo naso con il mio, mandandomi completamente in tilt il cervello, mi avvicino di più a lui, lo guardo negli occhi. 

"Isla!"
La voce di mia madre mi fa sobbalzare, ci stacchiamo immediatamente.
"Isla dove sei?"

"Sono qua mamma, eccomi, stavo cercando Ginger che è rimasto con Oliver questa notte."
Rispondo mentre usciamo insieme dalla camera di quest'ultimo.

"Davvero?"
Chiede pure lei incredula guardandoci.
"Devi avere proprio qualcosa di speciale se Ginger ha dormito con te. Dorme solo con Isla."
Non posso fare altro che sorridere e con la coda dell'occhio vedo che anche Oliver sta facendo la stessa cosa.

"Ti serviva qualcosa mamma?"

"Si tesoro, puoi andare a prendere nonno Eddy per favore? Papà ha avuto un problema al lavoro piuttosto urgente, tornerà solo per l'ora di pranzo."

"Si certo, nessun problema, devo solo cambiare scarpe."
Esclamo dato che il tubino che indosso poteva solo accoppiarsi con un tacco dodici che non è proprio l'ideale per guidare.

"Non serve, posso guidare io se vuoi."
Mi dice Oliver, mi giro, gli sorrido.

"Se ti va si, prendo solo il cappotto e ci sono."
Oliver annuisce e qualche minuto dopo siamo nella mia auto, Oliver si sistema al posto di guida e, prima di partire, cerca una canzone precisa della mia playlist. Sorrido appena partono le note di Us e sorrido ancora di più quando la mano di Oliver si appoggia sul mio ginocchio. Ci appoggio sopra la mia e la stringo forte. 

E' quasi assurdo tutto questo, è così difficile definire cosa ci sia fra noi, è così complicato capire cosa voglia io, quasi impossibile capire cosa voglia lui. La cosa certa però è che vogliamo qualcosa l'uno dall'altra. Qualcosa che non ha bisogno di essere definita. Qualsiasi cosa sia quella che vogliamo e quella ce c'è fra noi è bellissima così. Ed è perfetta. Non vorrei altro al momento.

Arriviamo a casa di mio nonno, lasciamo la macchina momentaneamente sul vialetto e scendiamo insieme, Oliver mi da una mano a salire i tre scalini dati i tacchi e prima che possa fare qualsiasi altra cosa la porta si spalanca.

"Finalmente ti sei decisa a portarmi qualcuno che non sia quel Rodney!"
Esclama mio nonno quando apre la porta.

"Felice giorno del Ringraziamento anche a te nonno e comunque il suo nome era Rhys."
Dico ridacchiando, gli lascio un bacio sulla guancia e mi faccio abbracciare.
"Lui è Oliver un mio compagno di università. Ed è un mio amico."

"Tesoro ho ottant'anni suonati, pensi di farla a me?"

"E' la verità signor Davis, siamo solo amici."
Arriva Oliver in mio soccorso. 

"Ascolta giovanotto."
Nonno mi fa segno di prendere la giacca per aiutarlo a metterla.
"Ne ho viste di cose nella mia vita ma, fidati, lo sguardo con cui hai guardato mia nipote mentre stavate arrivando qua non è di certo lo sguardo di un amico."

-

E' uno dei giorni del Ringraziamento più belli della mia vita. Dico davvero. Lily e Oliver si sono divertiti tantissimo e quest'ultimo è entrato anche nelle grazie di nonno Edward, cosa non facile da fare. Le sue parole di questa mattina mi hanno fatto pensare ma ho cercato di liberare la mente per godermi la festa il più possibile. E così è stato.

"Pronto al decollo capitano Dylan Roy?"
Chiede Oliver con mio nipote sulle spalle.

"Prontissimo!"
Risponde entusiasta il piccolo. Oliver lo solleva per la milionesima volta in questo pomeriggio, è davvero bellissimo il modo in cui questo ragazzo sia riuscito a entrare in confidenza con la mia famiglia, sembra una persona persona completamente diversa da quella che ormai ho conosciuto mesi fa. 

Lily è seduta sul divano accanto a Jake, hanno molta sintonia e sembra tutto così naturale. Ovviamente nessuno sa di loro, anche perché, fino a prova contraria, non c'è ancora un vero e proprio loro. 

"Atterraggio tra 3, 2, 1."
Oliver lascia a terra Dylan davanti a me che mi corre incontro e lo prendo tra le mie braccia facendolo sedere in braccio a me che sono seduta a sul pavimento. 

"Anche io voglio farlo Oliver!"
Esclama Katrin correndogli incontro.

"Non è un burattino bambini, non potete usarlo come se fosse un vostro giocattolo."
Li riprende Sarah.

"Concordo con la mamma."
Gli fa eco Ethan.

"Oh non preoccupatevi, mi sto divertendo più io di loro."
Risponde Oliver e questa è l'ennesima conferma di quanto sia davvero una persona completamente diversa rispetto a prima e io non potrei esserne più felice di così.

Vederlo così con Katrin e Dylan mi riempie il cuore ma anche vedere il modo in cui si è integrato con la mia famiglia. A pranzo ci siamo seduti vicino a nonno Eddy che ha raccontato diversi aneddoti della sua vita che Oliver ha ascoltato con attenzione, partecipando felice alla conversazione, facendo tantissime domande.

"Okay ragazzi, momento della foto ricordo!"
Esclama mio padre. Una delle sue più grandi fisse: la foto ricordo. Vuole immortalare ogni momento importante delle nostre vite. Una foto con la sua vecchia Polaroid e una con una Canon che gli abbiamo regalato qualche anno fa per il suo compleanno.
"Dovete stringervi di più, Isla soprattutto tu, so che non ti piacciono le fotografie ma fai uno sforzo."

Mi stringo un po' ma sbadatamente non guardo dove vado e finisco per inciampare e finire sulle gambe di Oliver seduto sul divano.

"Ecco così è perfetta, non muovetevi!"
Esclama ancora serio mio padre.

"Scusa."
Sussurro a Oliver mentre papà è ancora impegnato a impostare il timer.

"E di cosa?"
Mi mette un braccio intorno alla vita, sento quei familiari brividi a cui ormai ho fatto l'abitudine.
"Non mi dispiace per niente tenerti fra le mie braccia."
Oliver mi sta letteralmente fottendo la testa ma non ho voglia di pensarci ora, non ho voglia di incasinarmi proprio in questo momento. Così appoggio la mia mano su quella di Oliver e mi giro verso la fotocamera facendo forse il sorriso più sincero che abbia mai fatto.

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