Capitolo 54.

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Siamo tornati a Stanford ieri, abbiamo passato tutta la giornata a sistemare l'appartamento di Oliver e le mie cose, non so quanto mi fermerò ma considerando che le lezioni riprenderanno a metà febbraio potrei rimanere qua per un po'. Non che mi dispiaccia, passerei ogni minuto della mia vita con Oliver ora come ora, ma non voglio esagerare, bruciare le tappe o qualcosa di simile perché, in fondo, anche se sembra che ci conosciamo da una vita, stiamo insieme da veramente poco tempo.

"Andiamo da Poppy's stasera? Ceniamo lì, è da un po' che non ci andiamo."
Mi chiede Oliver arrivando in cucina, mi lascia un bacio sulla testa. Sto studiando per dei test che avrò fra due settimane, lunedì comincerò i corsi per i crediti extra e non avrò più tutto il tempo che ho ora per studiare.

"Si può fare ma dobbiamo comunque andare a fare la spesa, abbiamo giusto due cose prese da casa mia per sopravvivere ma non rimanderemo ancora."
Rispondo senza alzare lo sguardo dagli esercizi che sto svolgendo.
"Dammi dieci minuti, finisco e andiamo."

"Va bene mamma."
Mi prende in giro prima di lasciare la cucina e andare a cambiarsi.

Fra pochi giorni è l'anniversario dell'incidente di Thomas e io non so bene come comportarmi. Oliver in realtà non si aspetta faccia niente, gli basta che io stia qui ma ha dei momenti di completa assenza, in cui vaga con la mente in ricordi lontani e che gli fanno male ed io vorrei solo fare qualcosa per quel dolore, per non leggerglielo più negli occhi in quel modo.

Sospiro, scaccio questi pensieri per concentrarmi sugli ultimi esercizi, devo pensare anche alla mia carriera universitaria che ho appena deciso di complicare seguendo anche il corso di musica. Anche se sinceramente non sono mai stata così felice di una scelta in tutta la mia vita. Ai miei non l'ho ancora detto, avrebbero fatto di tutto per farmici ripensare, perché per loro è il mio talento per la matematica che merita di essere nutrito, allenato e sfruttato. Tutto il resto è superfluo. Glielo dirò una volta iniziato o magari non gli dirò niente fino alla laurea.

Chiudo i libri quando ho finito, li riporto in camera sistemandoli accuratamente, Oliver si è cambiato per uscire, io gli rubo una felpa, prendo la borsa e usciamo. Andiamo con la sua macchina e io lo ringrazio mentalmente perché non avevo proprio voglia di guidare. La musica fa da sottofondo, non parliamo, guardo fuori dal finestrino.

Non sta parlando molto in questi giorni e io so che è normale, che per come è fatto lui è già tanto che mi abbia fatta entrare dentro la sua persona, in questo modo. E l'avermi chiesto di restare accanto a lui in questi giorni è anche molto di più di quel che probabilmente lui ammettesse a sé stesso.

Appoggia una mano sul mio ginocchio quando siamo fermi a un semaforo, non ne rimango stupita, anzi, sono semplicemente felice di questo. Appoggio la mia mano sopra la sua.

E mi basta questo, mi basta che lui sappia che io sono qua, che gli basta allungare una mano e io sarò lì, pronto a prenderlo.

-

"I miei ragazzi!"
Esclama Roger quando entriamo da Poppy's.
"Che bello vedervi."
Aggiunge facendo il giro del bancone e trascinandoci in un abbraccio.

"E' bello anche per noi vederti."
Dico felice, Oliver gli da un paio di pacche sulla spalla e gli fa un sorriso sincero, poi ci fa segno di andare nel nostro solito tavolo.

"Ciao ragazzi! Buon anno, non ci siamo più visti."
Clarissa fa capolino dalla cucina per portarci due menù.

"Eravamo dai miei a San Francisco, buon anno Clari."
Le sorrido.

"Buon anno Clarissa."
Mi fa eco Oliver con l'accenno di un sorriso di cortesia, le sue guance arrossiscono un po'. Credo che Oliver le interessi ancora ma finché non fa nulla per avvicinarsi al mio ragazzo non vedo perché dovrei preoccuparmene.

Ci lascia i due menù dicendo che passerà fra qualche minuto. Comincio a sfogliare il listino anche se ormai lo conosco piuttosto bene e, infatti, mi butto sul solito hamburger con doppio bacon, patatine grandi e Coca Cola zero. Oliver prende un piatto con carne alla piastra, insalata e anelli di cipolla con una birra.

Non ci mettono molto a servirci, anche perché il locale non è molto pieno. La cena passa in silenzio, se non per qualche piccola interazione più da parte mia che del mio ragazzo ma va bene così. Non è un silenzio che pesa o che logora. Siamo anche questo io e Oliver, lunghi silenzi.

"Aspettami fuori, pago e arrivo."
Mi dice quando ci alziamo per andare.

"Voglio pagare la mia parte."

"Aspettami in macchina Isla Ariel."
Mi da le chiavi, sbuffo ma faccio come dice, mi lascia un bacio sulla fronte e questo piccolo gesto basta per farmi dimenticare del mio piccolo fastidio.

Lo aspetto in macchina, esce poco dopo con un sacchetto, alzo un sopracciglio, lo sistema tra il suo sedile e quello posteriore per poi mettersi al posto di guida.

Mi sorride e decido di non fare domande, magari si è semplicemente preso qualcosa per colazione. Mi lascio andare sul sedile e guardo fuori.

"Ma non è la strada di casa."
Esclamo confusa.

"Lo so amore."
Ridacchia e in questa frazione di secondo rivedo l'Oliver più felice e spensierato che ho visto negli scorsi giorni.

"Dove stiamo andando?"

"Lo vedrai fra poco."
Sono più confusa di prima ma scelgo di non fare domande.

Un sorriso si fa poi largo sul mio viso quando riconosco la strada di Lakelag, Oliver parcheggia, scende e io lo imito. Prende il sacchetto con cui è uscito da Poppy's e due coperte, con un po' di fatica mi prende per mano, lo seguo, sento il mio cuore scoppiare d'amore.

Stende una coperta per terra, praticamente nel punto dove ci siamo messi la prima volta che siamo usciti insieme, mi mette l'altra sulle spalle, mi dice di sedermi accanto a lui e dal sacchettino prende due bicchieri di caffè.

"Rigorosamente decaffeinato se no non dormi."
Mi rassicura e sorrido, poi prende due vaschette che contengono una fetta di torta cioccolato, panna e meringhe. La sua torta preferita, la prima cosa che abbiamo mangiato insieme solo io e lui la prima volta che mi ha portato da Poppy's, quando ha finito lui la mia fetta perché era veramente troppa. Sorrido a questi ricordi, sono passati ormai mesi.

E amo il modo in cui si sia preso cura di me fin dal primo momento. Anche ora, per esempio, è un modo per mostrarmi il suo amore, per dirmi che si sarà difficile questo periodo ma mi ama e come può dimostrarmelo meglio di Lakelag di sera, un caffè e una fetta di torta cioccolato, panna e meringhe?

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