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<< nel mio studio.>> sibila a denti stretti facendole abbassare il viso.

Perché la tratta in questo modo? Capisco che abbia invaso i suoi spazi, ma non è andata oltre.

Faccio un passo in avanti per difenderla, ma il Marchese alza un dito in aria.
<< tornate al lavoro!>> ingrossa la mascella, mentre Caterina continua a tenere la testa bassa.

Veronica mi tira da un braccio, ma non tollero questo abuso di potere.

Mi incammino anche io verso il suo studio, deve ascoltare le mie parole, che gli piaccia oppure no.

Un forte rumore proviene dal piano di sopra, corro per le scale fino a raggiungere la porta dello studio.

<< Perché l'avete fatto?>> prorompe e lo immagino dritto sul suo posto.
<< io.. mi è sfuggito, non volevo mancarvi di rispett- >>
<< E invece l'avete fatto! >> sbatte la mano sulla scrivania.

La rabbia inizia a scorrermi nelle vene, non la sta lasciando parlare... è concentrato sul suo orgoglio ferito.

<< raccogliete le vostre cose... vi voglio fuori da questa casa.>> rimango a bocca aperta.

Questo è davvero troppo!
Senza bussare entro e Caterina ha il viso ricoperto di lacrime.

Mi soffermo su lui che avanza imperterrito verso di me.
<< non mi toglierete la parola un'altra volta.>> chiudo le mani a pugno.
<< Caterina è un'ottima cuoca, donna e amica.. e voi lo sapete meglio di chiunque altro.>> mi fermo per riprendere un attimo fiato.
<< non merita un simile trattamento, stava parlando d'amore e- >> mi interrompe come se fosse abbastanza.

<< Siete solo un'irriverente, presuntuosa...>>
<< la vostra impertinenza mi sta stancando.>> si avvicina inspirando dal naso e una piccola vena spunta sul suo collo.

Che bel mix di complimenti.
<< Grazie, ma lo faccio per una giusta causa.>> allargo le braccia.

Scuote la testa.
<< La signora Caterina se ne andrà prima del tramonto.>>

Non può dire sul serio.
<< Avete sentito ciò che ho detto?
O portate i tappi alle orecchie come i vostri cavalli? >> prorompo al limite.

Indietreggia, come se lo avessi colpito.
<< tappi alle orecchie? >> ripete le mie parole scombussolato.

<< Sì, tappi alle orecchie ed anche paraocchi.>> aggiungo.
Faccio un passo in avanti.
<< Se, se ne va lei.. me ne vado anche io.>> gli punto un dito sul petto.

Resta in silenzio, odia essere sfidato e i suoi occhi rossi parlano chiaro.
<< lì è la porta.>> la indica.

Muovo il labbro dal nervoso, poi scappo.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora