Il Marchese di Corvalle

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Sono in giardino ad annaffiare le mie bellissime rose, devo dire che stanno crescendo bene.

All'improvviso mi sento afferrare un braccio... è il Marchese che con due vene sul collo, cerca la mia completa attenzione.
<< Non osate mai più umiliarmi come avete fatto ieri sera.>> ringhia.

Umiliarlo?

Mi divincolo dalla sua presa, ma non è intenzionato a lasciarmi andare.
<< Sapete che non riesco a controllarmi... ero arrabbiata e... >>

Curva le sopracciglia, non volendo sentire altro.
<< Non m'interessa cosa avevate. Abbiamo fatto un patto e dovete rispettarlo.>>

Stringo le labbra. Mi sta innervosendo.
Non può ricondurre tutto a un patto.
<< Se non vi importa di me, perché continuate ad aiutarmi?>> voglio sapere la verità.

Scuote la testa incredulo.
<< Invece di ringraziarmi, continuate a lamentarvi come una bambina.>>

Odio il suo essere sempre perfetto, il suo controllo su tutto.
<< Beh, che dire... non ve lo ha chiesto nessuno.>> faccio un passo in avanti, sicura di me, ma poi noto di essere troppo vicina. Lui invece percorre i lineamenti del mio viso, soffermandosi sulle labbra.

Mi schiarisco la gola.
<< Riguardo ciò che è successo ieri... non osate mai più baciarmi.>> puntualizzo, diventando leggermente rossa sulle guance, odio essere timida.

Ghigna.
<< Non illudetevi. Era solo un modo per zittirvi, la vostra parlantina porta davvero all'esaurimento.>>

Respiro intensamente.
Cosa vorrebbe dire?
<< Ah si? Mi sembrava un bacio troppo passionale, per essere definito un miserabile tentativo di zittirmi.>> lo attacco.

<< Anche voi non mi siete sembrata da meno.>> si difende, mentre con il dito abbassa il labbro inferiore, mostrandomi la chiazzetta di sangue, causata sicuramente da un mio morsetto.

Avvampo per l'imbarazzo.
Mi allontano stanca di lui e il suo egocentrismo.
<< Correte, la Principessa vi starà cercando.>>
<< Almeno lei riesce a sopportarvi.>> sussurro prima di andarmene.

Andrò a fare una passeggiata, altrimenti rischio di distruggere tutto il giardino.