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Mi accarezza una guancia.
Rimango concentrata, ma è decisamente impossibile... ce l'ho un centimetro dal viso, e le mie labbra vogliono ricordare quanto successo nella sala da ballo.

<< siete così delicata...>>
<< ma allo stesso tempo pungente...>>
<< come un biancospino.>>

Perché mi dice queste cose... il vero Marchese, non lo farebbe mai.
Non voglio approfittarmi di lui in questo stato.
<< Stendetevi.>> sussurro spingendolo delicatamente dalle braccia, ma lui non vuole saperne.
<< Non cacciatemi..>> e sembra quasi una supplica. Mi mordo le labbra non sapendo che fare... sono in trappola.

Fa sfiorare i nostri nasi e non riuscirò a controllarmi ancora per molto.
<< Siete un raggio di sole, in questa casa.>>
<< prima era così buia...>>

Muovo gli occhi, seguendo i suoi.. sono incantata e vorrei non finisse mai.
<< Cecilia.>> prova a baciarmi, ma mi scanso.
<< No, no... state delirando.>> lo faccio stendere di nuovo e stavolta mi dà ascolto.
Non è in sé.
<< restate qui... >> mi afferra la mano.

Guardo le pareti... e vorrei tanto.
Cioè non vorrei lasciarlo solo in questo stato.
Batte la mano nella porzione di letto vuota, invitandomi.
<< Non se ne parla.>> lo avverto, prendendo la poltrona sotto la finestra. La porto accanto a lui, e continuo a rinfrescarlo con il panno.
Dormirò qui.

*****

Dei lamenti mi svegliano di soprassalto. Il Marchese ha ripreso a dimenarsi.

<< Non farle del male... >> bofonchia e aggrotta le sopracciglia. Il suo torace si muove su e giù velocemente.
Si sta agitando.
<< Non fargli del male... >> prorompe più forte, scuotendo la testa.
Sta parlando di due persone diverse... a intuito capisco si tratti di Cecilia, ma l'altro chi è?

Gli accarezzo una guancia.
<< Shh... va tutto bene.>>
<< Ci sono io, con te.>> pronuncio dolcemente, al suo orecchio.
Voglio calmarlo. Rassicurarlo.

<< Non posso, non posso... >> farfuglia sconnesso dalla realtà.
<< Non farle del male.>>
<< Non ti azzardare a toccarla! >> stringe le lenzuola e mi sto spaventando. Non l'ho mai visto così... è fuori di sé.

Lo muovo dalle spalle.
<< Svegliati... è solo un incubo.>> lo imploro. Sta persino tremando.

Non mi dà ascolto.

Allora mi stendo sul letto, al suo fianco, e lo abbraccio, quasi a voler fermare il tempo. È bollente. Continua a blaterare parole senza senso, ma piano piano si calma. Appoggia la testa sulla mia spalla e inspira forte... quanto basta per sentirsi al sicuro. Fa poi scivolare la sua mano, lungo la mia spina dorsale. Il mio corpo si riempie di brividi. Arriva appena sopra, il mio fondoschiena e stringe la presa, avvicinandomi a sé.
<< Gea...>> sussurra, come a voler esprimere un desiderio.
<< Statemi lontano.>> conclude, destabilizzandomi.
Desidera questo?
Eppure adesso, sta facendo l'esatto opposto.

È meglio non pensarci, e lasciarlo riposare.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora