Capitolo 11

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Come prima cosa mi faccio raccogliere ed intrecciare i capelli da Veronica; È davvero portata

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Come prima cosa mi faccio raccogliere ed intrecciare i capelli da Veronica;
È davvero portata... mi ha donato, persino, un tocco di classe aggiungendo del nastro bianco.

La ringrazio e iniziamo con il nostro lavoro. Lei è assistente di cucina, aiuta Caterina a spennare il pollame e pelare le verdure.

Io le sto dando una mano, ma mi sento richiamare da Amalia.

E adesso cosa ho fatto?

<< Non è questo il tuo posto.>> mi rimprovera e non fa altro da quando sono arrivata.
<< e cosa dovrei fare?>> domando leggermente urtata.

Arriccia il naso, non gradendo il tono della mia risposta, ma non mi dice niente al riguardo.
<< venga con me.>> aggiunge soltanto facendomi strada.

La seguo in silenzio, arrivando nel retrocucina... questa stanza è priva d'ogni luce. C'è solo una piccola candela che cerca
di bastare all'intera stanza.

<< sei la sguattera.. >>
<<per tanto ti spetta il lavoro più pesante.>> mi informa e percepisco una nota di soddisfazione nelle sue parole.

Si diverte?

Mi volto e resto a bocca aperta.. un numero infinito di stoviglie e pentole si erge davanti a me.

Non mi basterà una vita per finirle.

Mi tiro su le maniche, prendo il grembiule, poi afferro il sapone ed una spugnetta.

********

Quando ormai è notte fonda barcollo in cucina, seguo le altre cameriere verso la soffitta.
Non vedo l'ora di stendermi per poter recuperare le forze.
Salgo il primo gradino, ma Amalia si palesa davanti.
<< Dove pensa di andare?>> mostra un sorrisetto malefico, che mi manda fuori di testa.

<< A dormire.>> esclamo.

<< ma la vostra stanza si trova qui.>> mi informa.

Che? Di cosa sta parlando?

<< Signora Amalia, sono stanca.. possiamo riprendere questa conversazione domani?>> sentenzio, tentando di sorpassarla.

Mi blocca il passaggio.
<< non è uno scherzo, la vostra stanza è il retrocucina.. alle sguattere non è concesso dormire con le altre.>>

Sento gli occhi lucidi.
Come fa a sentirsi soddisfatta, vedendo una sua collega soffrire.
<< Buonanotte.>> concludo, tornando nel retrocucina.
Mi guardo intorno, trovo un po' di paglia ammassata... non è il massimo, ma posso cavarmela.
Prima di dormire, però, mi avvicino ad una pentola, alzo il coperchio: all'interno c'è il libro del Marchese, che ho nascosto.
Lo afferro ed inizio a sfogliarlo.

Cade una fotografia.

La guardo attentamente: un bambino è felice in sella a un cavallo.
E se il visetto non m'inganna, dovrebbe essere il Marchese... lo riconosco dagli occhi piccoli e furbetti.
Giro la foto e trovo una scritta:
"Ad un piccolo uomo con il destino già segnato, ad un sorriso che svanisce negli anni, alla luce infantile che si trasforma in oscurità."

L'ha scritto lui?
Sono parole tristi e rabbiose, mi viene il magone.
Muovo il libro su e giù per vedere se ce ne siano altre, ma pare l'unica.
Leggo le prime righe e noto che parla di un bambino, che grazie all'educazione del padre diventa un uomo buono ed onesto.
Sbadiglio... non ci vedo più dagli occhi, ho sonno.
Riprenderò domani.
Lo nascondo di nuovo dentro la pentola.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora