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Ci mettiamo in posizione insieme alle altre coppie e appena parte la musica iniziamo a volteggiare in senso antiorario. Il Marchese è un ottimo partener, infatti sto cercando di riprodurre ciò che mi ha insegnato, facendomi comunque guidare.

<< Guardatemi.>> mi ricorda.
<< nessuno controllerà i vostri passi>> mi rassicura.
Guardo i suoi lineamenti ed è perfetto.
<< siete troppo affascinante.>> mi esce dalle labbra senza volere.

Schiude le labbra.
<< non distraetemi, altrimenti è la fine per entrambi.>> mi dice continuando a condurmi in questa stanza lussuosa.
Ma io mi sono completamente persa nelle sue pupille color bosco, dimenticandomi a tratti della presenza delle altre persone. Anche lui sembra perso su di me, soprattutto sulle mie labbra che involontariamente mordo.

<< siete illegale.>> sussurra al mio orecchio. Arrossisco.
<< Per voi potrei diventare legale.>> gli rispondo e parte subito un'intesa di sguardi. Quando meno me lo aspetto la musica finisce e con essa anche il nostro ballo.

<< Volete qualcosa da bere?>> mi domanda e in effetti ho la gola secca.
<< si, grazie.>>
Mi porta subito un bicchiere d'acqua dopodiché iniziamo a perlustrare la casa insieme.

*****

È l'ora della cena e come mi aveva spiegato il Marchese sono seduta alla destra della padrona di casa, la quale è impossibile da confondere visto l'enorme cappello pieno di piume bianche che tiene in testa.

Viene servita la zuppa e seguo alla lettera le dritte del Marchese, che dall'altra parte del tavolo mi strizza l'occhio rassicurandomi.

<< Signorina Gea mi dica... come si trova con il Marchese? >> mi domanda la padrona di casa abbassando per un attimo il cucchiaio. Mi sento tutti gli occhi puntati addosso soprattutto quello delle ragazze.
Sorrido.
<< Molto bene è un uomo premuroso.>>

Fa una risatina strana.
<< Avrete sicuramente un potere, per avergli fatto dimenticare la bellissima Cecilia e fidatevi che ci hanno provato in tante, ma con scarso successo.>> non ha peli sulla lingua, anzi sembra divertirsi.
<< posso sapere qual è questo potere?>> domanda poi, facendo ridere il resto degli invitati.

Mi volto verso il Marchese che tiene lo sguardo basso, come se il ricordo fosse superiore a ciò che stiamo vivendo noi adesso.

Mi schiarisco la voce.
<< Non ho nessun potere, se non mostrarmi nella mia semplicità e trasparenza.>> ammetto guardandola negli occhi e sembra aver perso quella scintilla di sfida, che poco fa le illuminava gli occhi. I commensali si complimentano per la mia risposta, ma non me ne curo più di tanto, sono concentrata a guardare il Marchese che si è perso all'interno della zuppa. Poi d'un tratto si alza in piedi sostenendo di dover andare al bagno.

Afflitta abbasso lo sguardo e per quanto mi sforzi di capirlo, una parte di me tutela il mio cuore e non posso nascondere di esserci rimasta male... a tratti umiliata. Non mi aspettavo il discorso del secolo, ma due paroline sul nostro rapporto poteva spenderle.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora