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Sulle labbra ho stampato un sorriso a trentadue denti e con le dita non faccio altro che arricciolarmi i capelli, sono troppo felice che il padrone si stia lasciando guidare dal cuore e non più dalla sua parte razionale.

è più spontaneo.. e lo preferisco così.

Ripenso ai nostri baci e vorrei tanto correre nella sua stanza per prendermene altri, ma faccio la brava.
Chiudo gli occhi e provo a prendere sonno, non prima di aver augurato buonanotte al mio Marchese.

****

Sono in giardino ad aggiustare la disposizione dei vasi.. e stamattina ho messo una bandana blu per tenere fermi i capelli, così che non mi vadano a finire sempre sul viso.
Mi blocco un attimo mettendo una mano dietro la schiena.. sono davvero pesanti.
Riprendo fiato e ne sollevo un altro, ma delle braccia muscolose me lo prendono dalle mani.
Alzo lo sguardo e trovo Giovanni.
Che ci fa qui?

<< Cosa fate?>> domando sbigottita.

<< Vi aiuto, visto che oggi pomeriggio dobbiamo allenarci.. non voglio che arriviate stanca.>> mi fa presente e non capisco se sia un gesto gentile oppure un modo per togliermi al più presto di mezzo dalle lezioni di combattimento.
Rimango con il dubbio e mi faccio aiutare a sistemare gli ultimi vasi.

appena finisce lo ringrazio.. senza di lui mi sarei sicuramente spaccata la schiena.

<< Che ci fate qui?>> il Marchese è tornato presto oggi da cavallo; il suo sguardo è duro nei confronti di Giovanni e a tratti mi fa paura.

<< Stavo solo aiutando Gea.>> si rivolge in maniera scortese, lo guardo male per fargli capire di non usare questo tono... il Marchese è abbastanza comprensivo, ma sulla disciplina non transige.

<< punto primo: per voi è la "signorina Gea">> ed è fissato sul mio nome, mi viene quasi da ridere.

<< può chiamarmi come vuole.>> provo a dire, ma vengo bruscamente interrotta dalla voce del padrone.
<< No, non può chiamarvi come vuole.. Signorina Gea, va più che bene.>>
<< secondo: nessuno vi ha dato il permesso di aiutarla.>> lo incenerisce con lo sguardo e non capisco tutto questo odio e diffidenza da dove nasca.. deve provare a dargli un'opportunità.

Giovanni mostra un sorrisetto beffardo e inizia a dar fastidio anche a me.
<< Non sapevo che aiutare fosse un reato in questa casa.>> continua a stuzzicarlo.

Il Marchese stringe le mani a pugno e ho un brutto presentimento.
Mi metto nel mezzo prima che succeda qualcosa di irreparabile.
<< Vi state scaldando per poco.. va tutto bene.>> lo dico più nei confronti del padrone.

Giovanni nel frattempo se ne va, senza inchinarsi.
Non capisco cosa gli prenda.. con me è gentile, ma appena si avvicina il Marchese diventa tutt'altra persona.

<< Dovete stargli alla larga.>> me lo ripete per la milionesima volta e sta iniziando a stancarmi.

<< È un dipendente di questa villa e sono l'unica persona che conosce al momento.. come faccio a non considerarlo?>> gli pongo questa domanda incrociando le braccia al petto, mi innervosisce quando cerca di controllare la mia vita.

<< Perché non mi ascoltate mai?!>> alza la voce frustrato.

<< Perché non mi date modo di farlo.>> esce fuori dalle mie labbra.
<< è tutto un segreto con voi.>> aggiungo stizzita.

Respira profondamente.
<< Se vi serviva aiuto, bastava chiamarmi.>> si arrabbia allargando le braccia.
<< pensate che non sia in grado di sollevare un vaso?>> continua a inveirmi contro.

Non è questo il punto.
<< Non ho chiesto io a Giovanni di aiutarmi.. ha fatto tutto da solo.>> gli svelo questo particolare lasciandolo ancora più disorientato.

<< Dovevate rifiutare allora.>> prorompe.

Scuoto la testa.. ma che cosa sta dicendo?!

<< Se vi vedo ancora una volta insieme, prenderò dei provvedimenti.>> detto questo, mi sorpassa non prima di avermi sfilato la bandana dalla testa odorandola.
E anche se è arrabbiato, non riesce a nascondere il fatto che ci tiene a me.

Spazio Autrice:

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