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Abbiamo finito di mangiare da circa un'oretta. Il Marchese ha fatto un po' di storie sui miei sandwich. Quando però siamo arrivati al dolce si è buttato a capo fitto e abbuffato come un bambino goloso.

Ovviamente sapevo che la torta alla crema fosse la sua preferita... in questi mesi sono stata molto attenta. Guardavo cosa preferisse mangiare e cosa invece evitasse come la peste.
<<Riesco persino a prendervi dalla gola.>> mormoro, alzando la testa per bearmi di tutta la sua bellezza. Siamo stesi sul prato, o per meglio dire, lui è steso sul prato, mentre io sono stravaccata sopra di lui. E non mi stancherò mai di averlo così vicino. Di sentire il profumo della sua pelle investirmi le narici. Di sentire il suo corpo possente proteggere il mio snello.

<<A parte i sandwich, non posso contraddirvi.>> si lecca le labbra divertito.

<<Erano buonissimi invece...>>
<<Ah già scusate, dimentico che siete nato in mezzo alla seta.>> lo attacco con ironia.

Aggrotta le sopracciglia, per poi farmi il solletico sui fianchi.
<<Mi state dando del viziato?>> chiede indignato.

Rido a crepapelle.

<<Basta... vi prego.>> non ho più fiato.

Non è intenzionato a mollare la presa, mentre io sto rischiando di morire soffocata, non resisto al solletico.
<<Okay, okay... avete vinto.>> lo imploro, sollevandomi con il busto. Facendo poi dei respiri profondi per riprendermi.

Mi guarda soddisfatto.
Adora sottomettermi. Le poche volte che riesce a farlo almeno.

Si alza anche lui, tenendosi con le braccia muscolose. Aggiusta poi una ciocca ribelle dei miei capelli dietro l'orecchio, mentre delle scintille d'amore sprizzano veloci nelle sue iridi color bosco.
<<Gea, ho bisogno che mi facciate una promessa.>> sentenzia all'improvviso, lasciandomi un po' stordita.
<<Che tipo di promessa?>> piego la testa da un lato per capire le sue intenzioni. Dal tono non sembra che stia scherzando, al contrario, sembra molto serio e deciso.

<<Voglio fidarmi di voi... sempre... potete promettermelo?>> dice poi spiazzandomi. Perché ha bisogno di questo? Non si fida di me? O dei miei sentimenti?

Fatto sta che io rimango fedele a me stessa, anche se i suoi occhi dolci mi indurrebbero a promettergli la qualunque.
<<Non posso.>>

Alza l'arcata sopracciliare, aspettandosi di tutto, tranne una mia negazione.
<<Perché?>> domanda poi confuso.

<<Perché in amore non esistono promesse, ma compromessi...>>
<<Se volete la mia completa fiducia, dovete prima dimostrarmi che sia in buone mani con voi.>> e per quanto sia difficile da capire, la penso esattamente così.

<<Vi prego, ho bisogno di sentirvelo dire.>> mi prega sia con la voce che con lo sguardo. È impaurito.

Non capisco... non si fida di me? Pensa che possa tradirlo? Ha paura di questo?

<<Sentire cosa? Una bugia? >>
<<La fiducia si costruisce col tempo, non con una promessa.>> gli faccio notare muovendo la mano. Si incaponisce sempre sulle cose superflue. Siamo qui, siamo insieme, stiamo bene, perché crocifiggersi la testa con queste assurdità?

<<Gea è importante per me.>>
<<Io di conseguenza vi giurerò la mia lealtà.>> continua a ricalcare il valore di tale giuramento.

Mi avvicino, accarezzandogli una guancia. È particolarmente rigido.
<<Non abbiate paura dell'amore... provate invece a farlo vivere dentro di voi.>> lo sprono a guardare oltre.

In amore d'altronde non esiste il controllo sull'altro, ma l'autocontrollo di sé.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora