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Sono stesa sul letto.
Ripenso a quanto successo oggi pomeriggio: quella donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi... è mia madre.
Non le assomiglio affatto.

Sollevo la punta della camicia da notte e scovo nel ginocchio la cicatrice.
È tutto reale.
Mi tocco il viso... non sto capendo più niente.
Dov'è adesso?
E perché mi trovo in questo posto?

Ho bisogno di risposte.

<< Gea, non riesci a dormire?>> mi chiede Vero con gli occhi socchiusi.

<< No, tranquilla.>> dico prima di soffiare sopra la candela, spegnendola.

******

Questa mattina, mi sento in piene forze. Contro ogni mia aspettativa, vado dal Marchese.
Busso alla porta dell'ufficio, aspettando il suo permesso.

<< Buongiorno Marchese.>> dico entrando.

È seduto dietro la scrivania intento a leggere dei documenti... sente la mia voce e solleva lo sguardo.
Si alza in piedi venendomi incontro, ma io allungo un braccio.
Non si deve più avvicinare a me.
<< Sono venuta per dirvi di lasciarmi in pace.>> getto fuori, prima di pentirmene.

Aggrotta le sopracciglia, confuso.
<< Non posso...>> esce piano dalle sue labbra.

Scuoto la testa.
<< Siccome non riuscite a dirlo voi, ve lo dirò io: ognuno per la propria strada.>> concludo.

Inclina la testa, sconcertato, come se non mi riconoscesse più.
<< Sapete benissimo che non è fattibile... viviamo sotto lo stesso tetto.>> pronuncia in sua difesa e la sua parte razionale mi ha stancata.

<< Credete che sia questo il problema? Un tetto? >>
<< Perché non provate ad esporvi? Almeno per una volta!>>
<< Piuttosto di mostrare sempre e solo il vostro cuore di pietra.>> allargo le braccia al limite, deve scrollarsi questo scudo una volta per tutte.

Non lo trovo della stessa idea... ha gli occhi fuori dalle orbite.
<< Non accetto queste parole!>> ringhia e a parlare è il suo orgoglio.

Mi avvicino in silenzio.
<< Cosa non accettate? La verità per caso? >>
<< Mi illudete con una storia, che siete il primo a non volere.>>
<< Vi nascondete dietro la vostra presunzione... non cercate un dialogo con me, mi chiedete spazi, e di portare rispetto ad un amore che provate per un'altra donna.>>
<< E poi venite a fare la morale a me... quando servirebbe di più a voi!>>

Sbatte un piede a terra, per niente d'accordo con le mie parole.
<< Silenzio!>>
<< Siete soltanto una saputella.>>
<< Credete di sapere tutto sul mondo, quando in realtà la vostra conoscenza si limita a distinguere due fiori.>>

Stringo le labbra.
<< È vero... non sarò colta come voi, e forse non lo sarò mai, ma la differenza è che io lo ammetto, mentre voi vi nascondete dietro uno scudo di arroganza.>> sono fuori di me, mi tremano le mani.

<< E con la principessa?>> mi ricorda.
<< Ditemi, visto che sono accecato dal mio ego da aver perso ogni briciolo di lucidità.>> mi prende in giro.
Sbatto le palpebre.
<< Non preoccupatevi, farò la mia parte, ma sarà tutto finto.>> lo avverto.

Si gratta l'angolo delle labbra, vicino la cicatrice.
<< Se è quello che desiderate, vi lascerò andare... ma non provate più a bussare alla mia porta, altrimenti vi mostrerò davvero il mostro che descrivete.>> pronuncia con dolore, ritornando alla scrivania.

Faccio un piccolo inchino, sparendo dietro la porta.
Sento un tonfo e capisco che abbia appena lanciato un libro contro il muro, ma non me ne curo.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora