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Sono sconvolta dal suo comportamento.
Non pensavo potesse arrivare a tanto.
Per colpa sua adesso sono odiata dalla metà dei dipendenti.
Sono convinti che sia io la responsabile del suo repentino cambio d'umore.

Persino Veronica in questo momento sta appendendo i panni e non vuole rivolgermi parola.

<< Possiamo parlare?>> sussurro fermandola con le mani.

Si innervosisce allontanandosi.
<< Di cosa vuoi parlare?>>
<< Tanto bisogna stare sempre ai tuoi comodi>>
<< Mi dica signorina, cosa le serve?>> prorompe sventolando le braccia.

Mi trema il labbro, non mi aspettavo questo da lei.
Capisco che sia arrabbiata perché non può stare con Giovanni, ma non è colpa mia.

<< Non merito queste parole.>> mi difendo, in questi giorni sono nel mirino di tutti.

Sospira.
<< Ah non te le meriti? E chi è andata a raccontare al Marchese di Matteo?>>
<< Chi l'ha fatto ingelosire per poi dirgli di non volere più nulla da lui?>>
<< E soprattutto chi ci ha rimesso in questa storia?>> conclude indicandosi.

Mi pizzicano gli occhi.
Di quello che pensano gli altri non mi importa nulla, ma il suo parere per me è importante.
<< Perché, io non ci ho rimesso?>> le chiedo visto che ho rinunciato anche io al mio amore, ma a differenza sua, non ho incolpato nessuno.

<< È stata una tua decisione.>> borbotta.

Me ne vado delusa dal suo comportamento.
Da tutti me lo sarei aspettata, ma da lei no.

Corro per le scale, devo risolvere questa situazione.
Sto per bussare alla porta del capo, quando apre.
Ci guardiamo negli occhi, mi manca averlo vicino, sentire il suo respiro, le sue mani possenti.
Anche lui prova le stesse cose, ma le nasconde.
Mi sorpassa aggiustandosi il fazzoletto.

<< Possiamo parlare?>> dico dietro le sue spalle.

<< Sto uscendo, ne parleremo quando avrò tempo, signorina Gea.>> mi informa, e quando mi chiama così non vuole avere rapporti con me... invece di andare avanti, mi sembra di tornare indietro.

Gli corro incontro, fermandolo da un braccio.
<< Cosa pensate di ottenere in questo modo?>> chiedo fulminandolo con gli occhi.

Dal suo viso non traspare alcuna emozione.
Ha rimesso quello scudo, per difendersi.

<< Ho detto che sto uscendo.>> riprende a camminare.

<< Perché vi comportate così? Perché non ammettete che fate tutto questo, per paura che possa intraprendere una relazione con Matteo?>>
<< Perché vi nascondete dietro il vostro orgoglio? Perché lo fate? Invece di dirmi cosa provate per me.>> continuo a dire mentre è ancora girato di spalle.

<< Mi sono già dichiarato e mi avete respinto.>> pronuncia.

Dichiarato?
Non lo ricordo.

<< Dire che provate un sentimento per me, non significa niente, se continuate ad avere un'altra nel cuore.>> allargo le braccia.

Si tocca i capelli frustrato e finalmente si volta.
<< Siete voi a complicare tutto. La vostra testardaggine non ha eguaglianti. Cosa volete da me, eh? >>
<< Sono cinque anni che soffro per la sua perdita. Sono umano e non posso fingere di non pensare a lei, perché sarebbe una bugia.>> mi colpisce dritta al cuore, non sopporto più questa storia.

<< Vedete? Lo state facendo anche adesso. Mettete sempre lei al primo posto. Come dovrei sentirmi?>> domando al limite.

Mi fissa in silenzio, come se stesse provando a mettersi nei miei panni.

Gli voglio dare una mano.
<< Al ricevimento del Barone mi avete chiamata con il suo nome. Si sono messi a ridere tutti.>> gli rivelo, visto che mi ha chiesto per settimane cosa fosse successo.

Aggrotta le sopracciglia, disorientato.
<< Non è possibile...>> brontola in sua difesa.

Annuisco lievemente... è così.

<< Non vi credo.>> mi ferisce.

Perché dovrei mentire? Non avrebbe senso.

Sospiro esausta.
<< Va bene, non credetemi... Ma almeno ritirate indietro le vostre parole, non è giusto che i dipendenti non possano vivere il loro amore.>> lo scongiuro con gli occhi.

Ingrossa la mascella, non riesce a negarmi un favore, anche se questa volta lo vedo molto arrabbiato e sicuro delle sue idee.
<< Ho detto che devo andare, signorina Gea.>> si volta scendendo le scale.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora