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Sono passati diversi giorni ed il Marchese continua a starmi addosso, mi ronza intorno come una mosca.
Ma non bastano delle scuse, se continua ad avere un'altra nel cuore... e non voglio fargliene una colpa, però non può costringermi ad accettarlo, senza fiatare.

<< Cosa deve fare ancora?>> prende voce Gio.
Alzo lo sguardo.
<< Da quando lo difendi?>> rispondo un po' stizzita.

<< Non lo sto difendendo... dico solo che lo vedo pentito.>> mi spiega aggiustandosi i capelli.

Anche Veronica mi ripete la stessa cosa.
<< Te l'ha detto Veronica di dirmelo?>> mi fermo a guardarlo.

Si blocca, grattandosi il collo.

<< non ci credo.>> sussurro rimanendoci male.

<< Ok, lo ammetto... però la penso come lei, altrimenti non te lo direi.>> cerca di aggiustare il tiro.
E in realtà non ce l'ho con lui... è solo un brutto periodo.
<< Tranquillo.>> rispondo continuando a lavorare, ne parlerò dopo con Veronica.

<< Non dirle nulla.>> mi scongiura alzandomi il mento e mi viene da ridere.
Ha paura di lei?
<< Dovresti avere più paura di me.>> gli faccio notare.

<< Una cosa alla volta.>> pronuncia facendomi ridere.
<< Finalmente un sorriso!>> esulta.

<< Dai lasciami lavorare.>> lo rimprovero spingendolo via e per una volta mi ascolta. Mi avvio al ruscello per prendere un po' d'acqua, ma quando mi accorgo della presenza del Marchese torno sui miei passi.

<< Gea.>> mi chiama appena mi vede.

Faccio finta di non aver sentito.
Sento i suoi passi dietro di me.
Si pianta davanti ostacolandomi il passaggio.

<< Fatemi passare.>> mi arrabbio.

<< Cosa devo fare per mostrarvi che ci tengo a voi?>> prorompe esausto da questa situazione. Finalmente capisce com'è straziante rincorrere chi non vuole ascoltarti.

<< Mi sono invaghita di un altro.>> getto fuori senza pensarci.
Perché l'ho detto?
Non è assolutamente vero.

Aggrotta le sopracciglia.
<< Di cosa state parlando?>> la sua voce si incrina perdendo quel tono autoritario.

<< Mi piace un altro... al cuore non si comanda.>> continuo su questa strada, almeno capisce com'è stare nei miei panni.

Si tocca i capelli guardando verso sinistra.
<< Gea se è uno scherzo, non è divertente.>>

Non batto ciglio, voglio che ci creda.

<< Chi è? >> ingrossa la mascella e deve controllare questi suoi lati: in certi momenti è troppo razionale, in altri super impulsivo... serve una via di mezzo, altrimenti rischia di far impazzire me e le persone che gli stanno intorno.

<< Volete il mio perdono, giusto?>> ripeto le sue parole.

<< Non chiedetemelo.>> capisce dove voglio andare a parare.

<< Promettetemi di non fare nulla e vi svelerò il nome.> queste sono le mie regole, e per una volta è bello averlo in pugno.

Scuote la testa.
<< Ditemi chi è.>>

<< Prima promettetemelo.>> allungo la mano per siglare il patto.
Stringe i denti cercando di non scoppiare, gli è persino spuntata una vena sulla tempia.
Impugna delicatamente la mia mano, come se avesse paura di sciuparmi.

<< Si tratta di Matteo, lo stalliere.>> mi invento, visto che passano tanto tempo insieme: data la passione per i cavalli.

<< Lo ammazzo.>> ringhia avviandosi verso le scuderie, ma gli blocco il passaggio.
<< Me lo avete promesso.>> gli ricordo alzando un sopracciglio.

Si tocca la fronte disperato.
<< Non può piacerti davvero.>> respira a stento e sta iniziando a crederci.

<< Non è affar vostro..>>
<< mostratemi invece quanto tenete a me.>> aggiungo.

<< Mi state chiedendo troppo.>> brontola indignato.

<< ormai me lo avete promesso.>> preciso con un sorrisino, dopodiché prendo l'acqua per i miei fiori.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora