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Sono, da più di dieci minuti, nella camera del Marchese... mi ha detto lui di venirci, ma non capisco cosa debba fare da sola in questa stanza.

Sbuffo camminando avanti ed indietro, mi siedo sul letto, poi mi alzo e passo alla poltrona e viceversa.. poi guardo fuori dalla finestra.
Mi sto annoiando.

Mi volto e mi cade l'occhio sull'enorme armadio, stuzzico il labbro con i denti, voglio sentire il profumo dei suoi vestiti, mi manda in estasi.

Mi avvicino lentamente, come se stessi per commettere un reato e silenziosamente apro la prima anta e poi l'altra; rimango ammaliata dalla quantità di vestiti presenti per ogni stagione o evento... e sono uno più bello dell'altro; ma c'è un particolare che cattura la mia attenzione.

Un velo da sposa poggia sopra dei pantaloni, lo afferro e a primo impatto sento la qualità del tulle... mi tremano le mani, non voglio rovinarla.
Lo osservo attentamente ed è super pulito, lo avrà fatto lavare recentemente.
Mi avvicino allo specchio e mi guardo mentre lo indosso.
È così bello...
Chissà se un giorno, ne avrò uno tutto per me.

La porta si apre cogliendomi alla sprovvista.. non me l'aspettavo.
Il Marchese è rimasto sulla soglia, le sue pupille sono dilatate e la bocca schiusa.
Guardo in basso a disagio, ed ora che ci penso... questo velo potrebbe appartenere a Cecilia.
Lo tolgo subito camminando verso l'armadio, per rimetterlo a posto.
<< mi scusi.. non ho resistito.>> pronuncio.

Fa dei passi verso di me e prende il velo dalle mie mani.
Resto in silenzio, convinta di star per ricevere un rimprovero dei suoi, invece contro tutte le mie aspettative me lo riappoggia sopra i capelli.
Schiudo la bocca, è un gesto sincero: si legge dalla scintilla degli occhi verdognoli.

<< Questo era il velo di mia madre.>> mi confessa.
<< me lo lasciò nel letto di morte facendomi promettere di darlo alla donna che avrei amato più di ogni altra cosa al mondo.>> mi rivela.
Sua madre era una grande donna, lo vedo da come ha cresciuto il figlio: un gentiluomo.

<< Credeva molto nel valore del matrimonio..>> aggiunge.
Non so che dire di fronte a queste parole bellissime.
<< Voi invece ci credete?>> sono curiosa.
Storce un po' le labbra.
<< Ci credevo...>> sussurra malinconico.
Perché non mi aiuta a capirlo?
Le sue risposte sono sempre fugaci e fuorvianti.

<< Mi scusi ancora...>> borbotto rimettendo il velo da sposa al suo posto, dopodiché mi schiarisco la voce e chiedo il motivo per il quale sono qui.

<< avevo alcuni conti da fare, ma adesso sono libero.>> dice facendomi corrugare le sopracciglia.. libero per cosa?
<< cioè?>> voglio una spiegazione più dettagliata.

<< Abbiamo un ricevimento, non ricordate?>>

Già!
mi tappo la bocca con le mani, me ne ero completamente dimenticata, si sarebbe dovuto svolgere due settimane fa.

<< Ho comunicato al Barone, che eravate malata, nessuno deve sapere del vostro rapimento, siamo intesi?>> alza le sopracciglia per farsi intendere meglio.

<< Come mai?>> chiedo informazioni come sempre.

<< La gente in questo regno, meno sa e meglio è... fidatevi.>> me lo faccio bastare, per questa volta, come risposta.

<< Eravamo rimasti alle lezioni di ballo, vi aspetto tra cinque minuti in sala.>> mi comunica prima di uscire dalla stanza.
Butto fuori l'aria che non mi ero accorta trattenere.

Spazio Autrice:

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