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Siamo appena arrivati alla tenuta del Barone... durante il tragitto ho stretto forte la collana, voglio calmarmi ma non so come fare.

<< Siete agitata?>> mi domanda il Marchese accarezzandomi il viso e per un attimo mi perdo nella spontaneità di questo gesto. Cerco di parlare, ma sento le corde vocali rigide, decido quindi di annuire con la testa.

<< Non avete motivo di esserlo, nessuna persona lì dentro è superiore a voi.>>
<< almeno per me.>> mi guarda dritto negli occhi e so di avere una faccia da pesce lesso. Adoro i suoi complimenti, sono sempre eleganti e delicati.

<< e se non gli andassi bene?>> domando preoccupata.

Sorride.
<< Non vi ho mai vista in questo stato e credo che mi divertirò stasera.>> mormora. Non sono della sua stessa idea, voglio che finisca tutto ed anche al più presto. Abbasso lo sguardo.

<< Se non vi sentirete a vostro agio ce ne andremo, è una promessa.>> mi alza il mento con due dita ed ha davvero un cuore lieto.
<< Sono pronta.>> mi ha convinto.

<< io invece non sono pronto.>> borbotta lui mostrando uno dei suoi sorrisetti strani, direi maliziosi.
<< E cosa vi manca?>> domando con una vocina sbieca.

Muove gli occhi un po' a destra e un po' a sinistra. Dopodiché si sporge verso di me lasciandomi un bacio casto sulle labbra. << Adesso sono pronto.>> risponde mentre il cocchiere ci apre la portiera. Rimango sorpresa da ciò che ha appena fatto e se qualcuno me lo raccontasse, non ci crederei.

Mi aiuta a scendere tenendomi per mano, come fanno i veri gentiluomini ed a braccetto ci apprestiamo a raggiungere l'entrata. Ovviamente mi perdo nella cura dei fiori che devo dire essere magnifica. Senza rendermene conto mi avvicino al gelsomino respirando forte.
<< Gea...>> mi rimprovera il Marchese visto che l'ho strattonato facendolo quasi cadere.

<< Mi scusi il profumo dei fiori fa muovere i miei piedi involontariamente.>> ammetto mordendomi le labbra.
<< Lo so.>> risponde come se conoscesse ogni mio comportamento.

Entriamo finalmente dentro questa bellissima villa; i miei occhi non sanno dove posarsi per primo, quadri pregiati, vasi preziosi, lampadari colossali, tende rosse vertiginose, ho persino paura a camminare su questi pavimenti lucidi, figuriamoci a ballare.

Saliamo le scale ed è la prima volta che passo da quella centrale, di solito utilizzo quella di servizio. Arriviamo nella sala da ballo e molte coppie hanno già aperto le danze.

<< Marchese è un onore avervi nella mia casa.>> un uomo sulla cinquantina d'anni si avvicina, mentre io mi perdo nei suoi lunghi baffi bianchi e guance paffutelle e penso si tratti del Barone, visto che indossa una spilla a forma di Guppy e se ricordo bene rappresentava la sua fazione. Anche il Marchese ha indosso lo stemma del Condor.

<< è un piacere essere di nuovo qui.>> risponde il Marchese.
<< Lei è la signorina Gea, la mia fidanzata.>> mi presenta. Lo dice per circostanza oppure perché lo pensa davvero? Fatto sta che rispetto alle prime volte è più sciolto.

<< Gea, cara.>> mi richiama il Marchese, mi sono persa nei miei pensieri, non accorgendomi che il Barone avesse già steso la mano verso di me. << Mi scusi, stavo ammirando la vostra bellissima casa.>> mi invento porgendogli la mano che prontamente bacia.

<< Figuratevi, fate come se foste a casa vostra.>> pronuncia in maniera cortese. << adesso devo lasciarvi, se voleste ballare la pista è a vostra disposizione.>> ci informa passando a salutare un'altra coppia.
Riprendo a respirare tranquillizzandomi un po' , non è per niente l'interrogatorio che mi ero immaginata.

<< Balliamo?>> mi domanda il Marchese. Ingoio rumorosamente.
Sapevo che questo momento, prima o poi, sarebbe arrivato.
<< Certo.>> mormoro prima di avvicinarci alla pista.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora