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<< Buongiorno Ernesto.>> lo saluto con un sorriso a trentadue denti.
<< Buongiorno Gea.>>
<< Cosa ti rende di buon umore?>> ed è il solito ficcanaso.. ma io gli voglio bene anche per questo.

alzo le spalle.. in realtà non lo so nemmeno io.
<< mi sono svegliata così.>>
Assottiglia lo sguardo per niente convinto, ma mi lascia comunque lavorare in pace.

Pianto il vischio con buon auspicio che il Marchese possa riprendersi.
Raccolgo un paio di margherite per portarle in cucina.
Entro dalla porticina sul retro spaventando Veronica.

Rido.
<< non mi abituerò mai a te..>> si tiene il cuore con un mano.
<< non esagerare..>>
<< altrimenti riporto indietro questo mazzolino di fiori.>> glielo mostro allungando le braccia.

Le si illuminano gli occhi.
<< no per favore.. c'è un odore di pesce qui dentro che non si respira più.>>
In effetti ha ragione..
Il Marchese oggi pranzerà con un brodino di pesce.

Afferro il piccolo vaso sopra la finestra e butto le viole ormai appassite, poi lo riempio di nuovo d'acqua e immergo le mie bellissime margherite bianche.

Le sistemo con le dita, dando volume.

<< dove sono le altre?>> domando a Vero, visto che ci siamo solo io e lei in cucina.
Si pulisce le mani sul grembiule tagliando poi del pane.

<< Amalia le vuole tutte a completa disposizione del Marchese..>>
<< non so se lo sai.. ma questa notte non se l'è passata bene.>> mi informa.
Spalanco leggermente gli occhi.
<< no.. non sapevo nulla.>> mento, non voglio metterla nei guai, quindi meno sa e meglio è.

La saluto non prima di averle rubato un pezzettino di pane dalle mani e canticchiando torno al mio giardino.

Il Marchese di Corvalle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora