«Prosegui, Laert, e lasciaci delle fiaccole lungo il percorso: dovranno essere l'una a una distanza tale da essere visibile dall’altra.»
«Non…» tentò di controbattere Morrigan che oramai era cucciata a terra dalla fatica.
Cristen, dunque, le tirò indietro i capelli e fece in modo che lei rovesciasse il capo all’indietro, verso il suo inguine.
Morrigan chiuse gli occhi e una lacrima le scese sulle guance.
Anche se il re sembrava nella posizione giusta per imporle il nodo, non fece nulla del genere. Le passò lentamente le mani guantate sul capo, poi sul collo, mentre lei si accasciava tra le sue gambe.
Morrigan, sul punto di svenire dalla fame e dalla stanchezza, si aggrappò al ginocchio di lui, poggiò la guancia sui suoi calzari e tentò di resistere.
Il re si accucciò, si sedette e l’attirò a sé passandole una mano sulla fronte.
Morrigan si addormentò all’istante biascicando qualcosa di non udibile.
Fu il capo della guardia reale Zort a intervenire per primo commentando quella disgustosa scena.
«Gli dèi ti hanno sempre favorito, Cristen dei vichinghi. Sei al comando del mondo conosciuto e ti umili sedendoti a terra come un animale per prestare soccorso a una donna, un’amazzone, per di più...» borbottò in segno di disprezzo.
Cristen non rispose subito, allargò le gambe e si sistemò Morrigan contro il busto. «Zort, Morrigan è mia moglie…» disse, con parole semplici.
La guardia reale sputò a terrà. «Le donne hanno impestato la terra con la loro insubordinazione e alterigia, con la volontà di imporci il loro volere poiché si ritenevano più intelligenti di noi, abili nel tramare alle nostre spalle!»
Cristen lo guardò senza alcuna traccia di rimprovero. Atono, rispose: «Un tempo uomini e donne si amavano. Ricordi gli antichi?»
«Fortunatamente abbiamo svelato quell’abbaglio magistralmente architettato da loro per tenerci sotto scacco. Ricordo bene mia madre e la sua sottile arte nel raggirare mio padre. Gli inculcava indicazioni riguardo la mia educazione e il modo in cui sarei dovuto diventare. Le parole di questa strega…» disse, indicando Morrigan «non mi toccarono quando al sinedrio, prima della battaglia all’Abbazia, citò le nostre benevole madri per convincerci a credere in un mondo d’equilibrio tra vichinghi e amazzoni.»
Il re lo ascoltò e ribattè.
«Eppure, ti ricordi tali parole con chiarezza e dopo anni. Forse ti hanno smosso più di quanto credi» disse Cristen, infilando una mano tra i capelli di lei e sfiorandole lo scalpo.
«Ti sono grato, Cristen, per averci portato al dominio del mondo. Ma ricordati che siamo forti e valorosi solo perché non mostriamo pietà. Siamo indipendenti e, a differenza dei nostri avi, non cadiamo in simili trappole. Stare lontano da lei ti ha portato alla vittoria, ricordalo, Cristen dei vichinghi.» Fece una pausa. «Mio re, ti ho seguito oltre il confine, oltre i Grigi e gli Scuri, ma non posso accettare il modo in cui cedi ai capricci di una donna.»
Cristen rispose: «La profezia è chiara, io darò alla luce l’ultimo re del mondo» proseguì.
«Certo. Ti devi sposare, perché tu possa generare un erede, cosa che in effetti nessuno di noi è costretto a fare. Ma stai attento! L’amore carnale è disdegnato dalla maggioranza di noi. Si tratta di un mero artifizio femminile per attrarre gli uomini in trappole ben congegnate. Tienilo a mente! La mia impressione è che tu non voglia solo sfogare i tuoi istinti con lei, ma che, invece tu nutra una certa affezione nei suoi confronti.»
«Parli troppo.»
«Hai scelto il mio acume per proteggerti, mio re. Sto solo cercando di farlo nel modo migliore, e Nore è con me.»
Cristen indugiò col dito carezzando il collo di Morrigan e crebbe in lui la volontà di stringerla.
«Posso difenderti dalle grinfie di una sgualdrina, ma non posso nulla nei confronti di quello…» e indicò il re che impercettibilmente la sfiorava.
«È abbastanza, Zort. Morrigan è destinata a me da sempre, da molto prima che la incontrassi con la caduta dell’Abbazia.»
«Ti sbagli, mio re. Il tuo destino era legato alla sorella maggiore delle amazzoni, colei che si gettò dalle mura dell’Abbazia Alta per non cadere nelle tue mani! E poi, la profezia non è chiara, lascia spazio a diverse interpretazioni. Quello che pensi è solo un artificio della tua mente per giustificare i tuoi sentimenti per lei!»
Cristen, a quel punto, impugnò il coltello sotto la cintola e lo lanciò contro il capo della guardia reale.
«Ora basta!» ruggì.
L’arma si conficcò poco lontano, nel buio della notte tra le alte fronde del bosco.
Zort sospirò vagando nel buio fino a quando non la trovò. Estrasse la lama da un alto fusto e tornò porgendo al re il manico. «Come vuoi, Cristen» e prima di andarsene indugiò con lo sguardo su colei che, tra le braccia del suo re, era immersa in un sonno agitato.
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L'amazzone e il vichingo
Fantasy"Morrigan capì le loro intenzioni solo quando il re si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un anello dorato. Si dimenò, tentò di scostarsi, ma erano in due a tenerla ferma e, ben presto, il...