La voce del contastorie narrava.
«Questa storia, di un re e una regina racconta / il cui nome di lei è a voi noto: Amarantha / nel Tism dalla pietra nera ella lasciò la propria impronta / e del re ebbe cura fino alla suprema onta.»
L'ambiente cambiò. Cristen dei vichinghi era lì, annebbiato ma presente di fronte a Morrigan. Si muoveva nello stesso corridoio da dove Amarantha era corsa via ridendo sguaiatamente.
Il re, piegato in due, si accasciava a terra.
«Un tagliacarte lucido o un coltello da frutta, per esempio / della sua carne e dell'anima fece scempio / e per vendetta della profanazione del suo tempio / un turpe delitto commise, ed empio.»
Le ragazze si premettero la mano sulla bocca. Una delle Venti bisbigliò.
«Il Tism! Amarantha!»
Morrigan l'aveva già capito: Amy aveva fatto, infine, ciò che lei non era riuscita.
Alcune amazzoni inneggiarono alla vittoria, altre inorridirono all'immagine del re prono a terra con il coltello infilato nell'inguine.
«Nella notte il tragico evento s'è avverato / mentre il re della giornata s'era stancato / Amarantha con seduzione e vendetta l'aveva catturato / e lui cadeva non sapendo che un segreto è rimasto celato.»
La visione s'interruppe e il contastorie tornò a riavere la propria forma.
«Amarantha ci ha vendicate!» gridò un'amazzone rivolgendosi alla sorella maggiore.
«Continua, presto!» lo esortò Morrigan, avida di notizie.
Il cuore le era crollato nel petto non appena aveva visto apparire il re dei vichinghi.
«È morto, dunque?» domandò una delle ragazze più giovani.
«Vi serviranno cinque denari per saperne di più...»
«Essere abominevole, parla!» gridò in uno scatto d'ira Morrigan e si lanciò su di lui in preda a una furia che non aveva pari.
Il contastorie si strinse il collo tra le mani e ridacchiò piuttosto soddisfatto.
«A te e solo a te... Perché di un segreto si tratta, nevvero?» le sussurrò in modo che solo lei potesse sentire.
«Tornatevene alle vostre faccende, amazzoni!» ordinò lei.
Tutte di malavoglia e con lentezza si staccarono dallo spettacolo.
Morrigan trascinò il cavaliere sotto la tana sull'albero e si guardò attorno in modo da non essere udita. Altre due amazzoni vagavano preoccupate, ma si mantenevano a distanza.
«Nessuna favola, nessuna storia recitata. Voglio i fatti. E ti ordino di dirmi se sei stato mandato qui per noi, per me...» sbraitò incrociando le braccia.
«I soldi, amazzone. Non vivo d'aria...» dichiarò lui facendo una capriola.
Lei, con la morte nel cuore nel dover spendere i risparmi di un mese e mezzo di duro lavoro, gli consegnò il denaro.
Non appena lo ebbe ricevuto il cavaliere iniziò a parlare in velocità. «Il Tism cade, amazzone. Il re è dato per morto. Amarantha convince gli stupidi vichinghi e tutti popoli che lei lo ha ucciso, ma che nessuno potrà giustiziarla perché incinta. Il sinodo si riunisce e si divide: l'amazzone deve regnare fino a che il bambino sarà nato e cresciuto? O glielo estirperanno dal grembo, ammazzando entrambi e incoronando un nuovo re vichingo? Nessuno può saperlo.»
«Ha fatto presto...» commentò caustica Morrigan pensando a ciò che aveva appena udito.
«Già lo sapevi, vero, amazzone?» disse lui, accennando un sorriso.
«Perché sei qui?» domandò Morrigan pensando a quanto fosse strano il modo in cui veniva a sapere di quei fatti.
«I contastorie sono al di sopra delle leggi del tuo mondo» le spiegò, e rise. «Amarantha, regina dei vichinghi non ha finito. Ma questo già lo sai, amazzone, non è vero?»
Morrigan rimase immobile con lo sguardo perso nel vuoto. Come poteva fidarsi che le cose stessero davvero così? Come sapere se Amarantha le aveva liberate o se si era rivoltata contro di loro? Forse aveva allevato una serpe in seno, forse no. E poi, perché si sentiva tanto disturbata dalla visione di Cristen pugnalato e piegato in due dal dolore?
«Amy verrà da me?»
«Questo già lo sai, vero, amazzone?» ripeté il cavaliere- giullare.
«Verrà da me...» concluse lei, affondandosi le mani nelle guance e iniziando a guardarsi attorno, tra gli alberi.
«Io ho fatto quel che dovevo, amazzone. Ora tocca a te» continuò lui.
«Perché sei venuto da me, contastorie?»
«Sono stato mandato.»
«Chi ti ha mandato? Chi?» chiese lei, con ansia crescente. Da quella risposta dipendeva ciò che avrebbe fatto di lì a poco.
Il contastorie allungò le nodose dita verso un punto nel bosco e iniziò a sorridere in modo inquietante e senza parlare.
Morrigan capì: doveva trovare Zadra e Lena.
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L'amazzone e il vichingo
Fantasi"Morrigan capì le loro intenzioni solo quando il re si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un anello dorato. Si dimenò, tentò di scostarsi, ma erano in due a tenerla ferma e, ben presto, il...