Quando furono di nuovo dentro, ora Morrigan poteva camminare da sola e seguirlo in autonomia, lui andò verso un baule, lo spalancò e ne trasse dei tessuti ben piegati. Glieli porse.
L'amazzone corse vicino al fuoco, quasi volendo buttarvisi dentro per tentare di recuperare la facoltà piena dei propri arti. Indossò una tunica di pregevole fattura con del filato d'oro che copriva il bordo delle maniche e il fondo.
Anche il vichingo si vestì di una camicia e di calzoni puliti. Tornò da lei poco dopo: era il momento del nodo.
Il nodo lo avevano avuto tutte le mogli dei vichinghi. Nei tempi antichi, i soldati conquistavano i villaggi e poi prendevano le donne prigioniere come loro mogli. Erano tutti uomini, i vichinghi, e il loro seme dava vita solo a maschi. Il bracciale era il simbolo della prigionia forzata, il nodo ai capelli (una sorta di elaborata treccia racchiusa in un nastro dal filato di metallo) era, da sempre, il massimo esempio dell'indissolubile legame creato tra il conquistatore vichingo e la donna vittima di ratto.
Il re si avvicinò a lei che era rannicchiata di fronte al fuoco e iniziò con lentezza a passarle i capelli neri nei denti di un pettine d'osso.
Non aveva mai fatto un nodo, nonostante sapesse che tutte le donne dovevano farselo fare ogni giorno. Le poche mogli rimaste, quantomeno.
«L'hai uccisa tu?» gli domandò Morrigan mentre lui tentava malamente di intrecciarle i capelli nel modo giusto.
«Hai ucciso Bethesda?»
Lui non rispose.
«Ebbene, lasciami andare, non hai alcun diritto su di me.»
«Sei la sorella a lei più vicina per età e io sono il re.»
«Era lei la sorella maggiore delle amazzoni! Non io! Se non l'avessi uccisa, ora avresti la tua regina!» gridò con astuzia, sperando di fare breccia nelle sue convinzioni: conosceva quel popolo, sapeva quanto i vichinghi fossero ligi ai dettami delle loro leggi.
«L'hai uccisa. Dunque rimarrai senza donna.»
«Ne» rispose lui iniziando ad irritarsi.
L'amazzone si agitava in continuazione e lui non riusciva a creare la treccia alla base della nuca come era prassi.
«Betshedadet crefit gerake» continuò lui. «Non ho ucciso la tua sorella maggiore» disse a quel punto, concludendo il nodo e vedendo quanto orribilmente l'aveva realizzato.
Morrigan si alzò in piedi innanzi a lui pronta a scattargli addosso furente. Ma ella era Diplomazia, la parlatrice del regno delle amazzoni, la voce risolutrice della Valle.
«Se non hai ucciso mia sorella, io dovrò essere dell'uomo che l'ha fatto.» Sapeva cosa l'aspettava di lì a poco, se non avesse trovato il modo di abbattere le ragioni del suo aguzzino. Avrebbe preso tempo, foss'anche stata una sola mezz'ora.
«Tu sei mia, Morrigan dell'Abbazia» disse con tono inquietante. «Io sono il re dei vichinghi e tu la sorella maggiore delle amazzoni. Bethesda è caduta e tu prenderai il suo posto. Le tue sorelle stanno avendo il nodo dai miei soldati, chi le vorrà. Le altre finiranno ai lavori. Le ragazze più giovani saranno affidate alle donne dell'Ovest» chiarì con tono di superiorità.
Era un guerriero, certo. Un re guerriero, però. Il portamento era di sicuro grottesco alla vista di una amazzone, il corpo sfregiato in più punti e reso gonfio dalla fatica delle guerre.
«Disonori i tuoi principi, in questo modo» obiettò lei risoluta nell'instillargli almeno un dubbio.
«Bethesda ha disonorato i suoi» ribatté lui calmo.
«Come osi parlarne così! Dov'è l'onore del vincitore nei confronti dei vinti?»
Il vichingo si avvicinò al suo viso e assunse un'aria di sfida che finora non aveva mai avuto.
«La sorella maggiore delle amazzoni, tua sorella Bethesda, si è uccisa gettandosi dall'Abbazia Alta. Vi ha lasciate nella Bassa, sotto il nostro attacco. L'ho rincorsa proprio io, lungo il tunnel oscuro che scava la montagna e giunge ai cento gradini. L'ho seguita, da solo, e l'ho trovata in cima alle merlature a guardarvi morire, a osservare mentre venivate prese e portate via dai miei uomini. Non ho nemmeno dovuto sguainare la spada: le ho detto che venivo a conquistare la Valle e che lei sarebbe diventata regina dei vichinghi. Le ho spiegato che bastava un cenno da parte della mia regina per reprimere ogni violenza ulteriore. Mi sarei accontentato di un segno di resa.»
Il vichingo fece una pausa e prese tra le mani il mento di lei avvicinandosi paurosamente.
«Le ho detto questo...»
«E lei...» sussurrò ancora, verso la bocca di Morrigan.
«Si è...» proseguì.
«Buttata di sotto» concluse, scandendo ogni singola parola.
«Onore è un concetto che non può legarsi in alcun modo a Bethesda dell'Abbazia.»
Morrigan capì che per lei era davvero tutto finito.
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L'amazzone e il vichingo
Fantasía"Morrigan capì le loro intenzioni solo quando il re si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un anello dorato. Si dimenò, tentò di scostarsi, ma erano in due a tenerla ferma e, ben presto, il...