Il patto

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Morrigan si riebbe e iniziò a scrutare il grigiore che l'avvolgeva. Si alzò e cercò a tentoni la parete della grotta senza riuscirci. Ciò che avvertì sotto i propri piedi fu il terreno umido e spire di foschia che si spostavano al suo vagare.

La Nebbia avvolgeva ogni cosa, anche se lei sapeva che i lunghi e alti fusti verso cui si avviava erano i larici del Confine tra la Valle e la terra degli Scuri. Vagò per un tempo indefinito, fino a quando non riuscì a scorgere, in fondo al piattume grigio attorno a lei, una figura nera, alta e scurissima. La creatura camminava facendo uno strano rumore di terra che si comprime e si sposta.

Fu come se Morrigan sentisse l'odore del deserto lontano e, timorosa, avvertì freddo e caldo allo stesso tempo.

Gli Scuri erano molto simili ai Grigi, poiché questi ultimi da loro derivavano. I Grigi che Morr aveva conosciuto assieme a Cristen erano coperti di terra e ben visibili, mentre gli Scuri avanzavano avvolti dalla Nebbia più fitta. Solo la battaglia li rivelava per ciò che erano.

La forma indistinta si arrestò innanzi a Morrigan che dovette alzare il capo per individuarne, oltre il fumo, il viso. Una sensazione di groppo alla gola la investì.

Si sentì indifesa, come se capisse con inappuntabile certezza che sarebbe morta di lì a poco e che con la sua caduta le amazzoni sarebbero state condannate.

«Che ne è di Amarantha?» domandò lo Scuro in un sussurro che le incusse un terrore viscerale.

«Non... Non lo so» rispose lei sentendosi inutile alla propria causa e incapace di salvare le sorelle non solo dai vichinghi, ma da morte certa.

«L'hai dunque lasciata con l'albino...» proferì il suo interlocutore con parole malefiche. «Per essere piegata al suo volere e a quello degli altri uomini.»

Morrigan non aveva più saliva in bocca e avvertì la linfa vitale prosciugarsi da ogni parte del corpo. Lo Scuro aveva ragione: aveva lasciato le sorelle a morire e le altre poche rimaste alla Fonte sarebbero presto perite anch'esse, solo un poco più tardi.

«E il re dei vichinghi? Da lui sei attratta e a lui vorresti unirti... Proprio a colui che ha distrutto la tua casa» proseguì lo Scuro.

Morrigan, indebolita da quelle parole, cadde in ginocchio e si portò una mano sul viso disperata.

«Rifiuti queste accuse, sorella maggiore e regina delle amazzoni?» domandò lo Scuro.

Morr capì l'inganno della Nebbia. Strinse un pugno verso di lui e rispose: «È come dici, Scuro. Io sono tutto quello che hai detto. Ogni passione, sentimento d'ira, senso di colpa e agitazione nei confronti del destino delle mie sorelle non mi tange» recitò.

Lo Scuro indietreggiò, stupito che l'amazzone riuscisse a sopportare tali invettive nei suoi riguardi e che fosse chiaramente decisa a proseguire il suo viaggio.

«Dunque, cosa vuoi, Morrigan dell'Abbazia?»

Non era più lo Scuro a rivolgersi a lei. La creatura sparì nella cortina bianca che aleggiava ovunque attorno all'amazzone. Chi le parlava era la Nebbia stessa: gli Scuri, uniti, formavano l'esercito e un'unica entità combattente. Tutti erano Nebbia, e il re della Nebbia era tutti loro assieme. La Nebbia, infatti, poteva cambiare in una moltitudine, o solo in pochi membri o, ancora, in un'unità, a seconda dell'occorrenza.

«Comunico con voi a questo modo...» disse Morr quasi urlando, poiché la foschia le ovattava la voce, «perché voglio salvare l'Abbazia e unirmi alla Nebbia contro l'oppressione nemica!»

«Alla Nebbia non interessano la Valle e l'Abbazia» dichiararono gli Scuri assieme e uno solo al contempo.

«I vichinghi conquisteranno il mondo! Dobbiamo fermarli!»

«Il tuo regno è già caduto, se solo io avessi voluto l'avrei già conquistato da anni.»

«Le mie sorelle e io saremo amiche fedeli e, una volta riorganizzate, distruggeremo i vichinghi!»

«Come?»

«Loro sono forza, noi siamo saggezza e intelligenza.»

«Accetteresti, Morrigan dell'Abbazia, di fare della Valle una terra di confine dove la Nebbia combatterà i Vichinghi?»

«La Nebbia può avere la Valle, ma noi sorelle combatteremo al vostro fianco, con grado pari al vostro» rispose lei con forza.

«No, è follia!» dissero gli Scuri.

«La Nebbia d'Oltreconfine un giorno dominerà il mondo» continuò Morrigan.

Una pausa e la Nebbia riprese parola. «E sia, Morrigan. Ma dovrai aggiungere al bracciale da schiava dei vichinghi quello del legame con gli Scuri. Tu sai cosa questo comporterà...» dissero tutti e uno.

Lei aveva già acconsentito e la Nebbia, capace di leggere nei pensieri di chi la contattava con quel rito, poiché essa stessa era pensiero maligno, iniziò a forgiare e chiudere il bracciale nero al polso dell'amazzone.

L'anello era nero e lucido, ben visibile nonostante la cortina di fumo bianco attorno a lei.

«Torna alla Valle, Morrigan dell'Abbazia, sorella maggiore e regina delle amazzoni. Ora sei protetta della Nebbia.»

La foschia si diradò in un sol colpo lasciando la viaggiatrice di mondi nella grotta, attorniata dalle frasche di abeti rossi.

Ma la voce degli Scuri si palesò all'orecchio di tutte le sorelle allo stesso momento, quasi fosse un suono solo della loro mente.

«Torna alla Valle e scopri cosa accade ai tuoi nemici giurati.» 

L'amazzone e il vichingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora