Aveva forse ragione Zort?
Il vichingo rabbrividì sprofondando nel collo di pelliccia e alzò il capo sulle fronde degli alberi che si muovevano al passaggio di un vento leggero. Cristen non si era mai soffermato a considerare la cosa in quei termini prima di allora. L'unica erede che aveva al momento era una bambina, e ancora i suoi uomini non ne sapevano nulla. Che abominio! Non tanto per ciò che significava Zadra per lui, sopraffatto da un sentimento nei confronti della madre che non voleva ammettere e non riusciva a controllare, quanto per il regno. E l'erede che portava in grembo Amarantha? Suo figlio sarebbe stato un maschio? Una femmina?
Un conato di vomito lo investì. Cristen tornò a pensare allo stravolgimento che le amazzoni avevano portato nella sua esistenza.
Morrigan si era senz'altro premurata di nascondere la bambina fino a quel momento poiché, probabilmente, era ben conscia del pericolo che incombeva su di lei. Come biasimarla?
A lui, però, non era spettato nemmeno il privilegio di poterla conoscere, e questo era profondamente ingiusto.
Anche solo comparare le due amazzoni con cui si era unito, lo faceva star male: una a cui teneva più di quanto sapesse, l'altra per la quale nutriva solo infinita pena.
Il vichingo si fece forza, imprecando.
Morrigan, nel frattempo, si dimenava in un sonno agitato, alla ricerca di una quiete che mai sarebbe sopraggiunta.
Fu quello il momento in cui, per la prima volta, a Cristen venne in mente il Berserkr.
L'amazzone si svegliò due ore dopo con il viso poggiato sul petto di Cristen.
«Andiamo!» disse lei, schiaffeggiandosi le guance con vigore.
«Per di là...» indicò il re, sistemando le armi e subendo il rigore della notte che gli entrava nelle ossa. Non aveva chiuso occhio e desiderò invano che il calore di lei tornasse a scaldarlo.
I due salirono rispettivamente ognuno sul proprio cavallo e iniziarono a galoppare veloci lungo la strada costeggiata di fiaccole lasciate da Laert.
A sud della Valle le montagne erano meno aguzze e ricche di corsi d'acqua tanto che gli abitanti, non molti di numero, avevano stabilito le loro residenze su città galleggianti costruite grazie all'uso di canneti intrecciati. I quartieri, ancorati su zattere che ospitavano più capanne, si spostavano seguendo la corrente e risalendola. Quel movimento era dato dal lavoro di braccia stanche costrette in schiavitù. Le schiave erano tutte donne, costrette a trascinare immensi villaggi con l'ausilio di corde. Camminavano lungo gli argini del fiume Aril per giorni, alla ricerca di una zona pescosa, e fintantoché il rettore si decideva a stabilirsi dove fosse possibile sfamare gli abitanti con salmerini e trote.
Era mattina presto quando Morrigan e Cristen intravidero uno dei villaggi galleggianti che vagava placidamente sul pelo dell'acqua. Le donne che lo trascinavano avevano dormito poco e avrebbero probabilmente percorso ancora molta distanza tirando con fatica il giogo.
«Così è il mondo che domini, re dei vichinghi...» sentenziò Morrigan indicando le schiave da lontano. Si avviò poi lungo una tortuosa strada di sassi che virava in alto.
Le tracce di Amy erano sparite e le mulattiere si erano fatte polverose.
Morrigan, già da qualche ora, aveva capito dove Amarantha si era nascosta e perché aveva scelto proprio quel luogo.
Cristen non commentò, mentre osservava il baluginio del fiume Aril che si estendeva nella valle e assisteva al lento trascinare delle donne che si consumavano i piedi nel tirare le funi vichinghe. Conosceva bene i popoli dell'Aril, li aveva assoggettati al suo dominio senza dover ingaggiare lunghe battaglie. Gli Arilicensi avevano accettato sin da subito il dominio vichingo poiché erano contro le donne, e avrebbero finalmente coronato il loro sogno di un mondo unito sotto l'egida maschile.
«L'Aril era così anche prima che io arrivassi» le rispose il re. Non sapeva perché tentasse di giustificarsi con lei, la quale aveva gli occhi fissi sulle donne accaldate e piegate per lo sforzo. Morrigan scosse la testa disgustata e si interessò alle creste grigie.
«Come sai che è proprio il Cammino delle Aquile la via giusta?» domandò Cristen.
«Lo so e basta. Dobbiamo lasciare i cavalli e continuare a piedi. Lassù, oltre il boschetto di larici, vi è la gola che l'Aril scava nelle montagne prima di giungere a valle. Amarantha, prima di arrivare all'Abbazia, ha trascorso laggiù diversi mesi durante la sua infanzia» dichiarò sicura. «Fu trovata dalle amazzoni erranti nella gola dell'Aril.»
Cristen scese dal destriero.
«Proseguiamo con il mio» e indicò Bfelth. «Sarà in grado di lasciarci il più vicino possibile.»
Morrigan diede una pacca al suo cavallo e questo, dopo un po' di resistenze, galoppò via. Con un balzo si sistemò dietro Cristen e si aggrappò alla sella.
La gola rocciosa dell'Aril era in realtà una stretta fessura nella roccia da cui sgorgava un torrente, l'Aril per l'appunto, che si ingrossava a mano a mano che scendeva a valle.
Lasciarono il cavallo.
L'amazzone corse verso il greto del fiume e si trovò di fronte all'apertura che si apriva tra le rocce.
«Lascia che io vada per primo» suggerì Cristen, prendendole con delicatezza la mano sulla sua.
«Io vengo dalle montagne, vichingo. Sono molto veloce a muovermi sui costoni degli orridi.»
Il re, dunque, la vide arrampicarsi e sparire.
Il percorso fu pieno di ostacoli ed entrambi dovettero costeggiare l'acqua del fiume rimanendo attaccati alla parete del canyon. Poi, una sorta di apertura si aprì innanzi permettendo loro di scorgere qualche traccia del passaggio di Amy.
Si acquattarono tra il fogliame selvatico, cresciuto in quella parte di mondo sconosciuto: si trattava di una radura rigogliosa racchiusa nel canyon, un luogo protetto dal mondo accessibile solo a anime coraggiose. Il fiume formava un lago che si incuneava tra le rocce e una serie di caverne buie ingoiavano l'acqua.
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L'amazzone e il vichingo
Fantasi"Morrigan capì le loro intenzioni solo quando il re si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un anello dorato. Si dimenò, tentò di scostarsi, ma erano in due a tenerla ferma e, ben presto, il...