Pozzo

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La Nebbia con facilità era scesa dai declivi aguzzi del Confine e aveva avvolto dapprima l'Abbazia vuota e poi i boschi della Valle. Gli Scuri cavalcavano i loro destrieri fatti di sbuffi neri come la pece, che schivavano i tronchi e correvano verso i villaggi.

La miniera accolse la Nebbia e dai cunicoli iniziò ad emanarsi una lingua di foschia candida e veloce che attaccò l'accampamento e l'intero quartiere nemico.

I vichinghi combatterono con coraggio, ma erano stati colti di sorpresa nella notte e senza il loro re a guidarli. La testa dell'esercito era lontana dal riorganizzarsi.

Dopo l'evocazione, le amazzoni corsero verso la Valle e quando ne ripresero possesso gioirono delle ritrovate sorelle, le quali erano tutte vive. Avevano disposto nelle buche i cadaveri dei loro mariti vichinghi e avevano inveito contro coloro i quali erano battuti in ritirata dopo la sconfitta con la Nebbia.

Morrigan ritrovò Amy di fronte alla fossa dove era stato gettato l'albino. Le due sorelle si abbracciarono tra le lacrime e sperarono di dimenticare l'orrore subito.

La Nebbia si era ritirata subito dopo la vittoria e pochissimi Scuri erano caduti. Questi ultimi giacevano con i loro corpi terrosi tra le tende vichinghe spezzate e i carri distrutti. Gli Scuri, senza la nebbia che li avvolgeva, erano carne e fango fusi assieme e mancavano di un vero e proprio volto e con la loro morte si riunirono alla terra da dove provenivano.

Morrigan, dopo aver riconquistato ciò che aveva perso a causa di re Cristen, non riusciva, però, a essere felice. Cercava, giorno dopo giorno, di tornare alle proprie faccende, ma un inesorabile destino incombeva su di lei.

La Valle fu di nuovo delle amazzoni, che nel giro di poco tempo riuscirono a cancellare ogni passaggio dell'usurpatore. Eppure, la sorella maggiore sentiva il peso del bracciale della Nebbia e viveva in costante allerta senza trovare mai pace.



Cristen seppe dell'attacco degli Scuri all'Abbazia e odio puro gli infiammò gli intestini. Aveva perso Morrigan, sua moglie, e quasi contemporaneamente aveva visto dissolversi l'impresa più importante degli ultimi mesi.

Ordinò che il lutto per le perdite fosse breve e che l'esercito fosse riorganizzato al più presto. Voleva partire subito per ristabilirsi all'Abbazia e iniziare le incursioni oltre il Confine.

Si mosse oltrepassando la terra dei Grigi e, preso da furia cieca, li sottomise e li assoggettò al suo regno. Distrusse i boschi e mise a ferro e fuoco l'altopiano, tanto che Morrigan, dall'altra parte della Valle, ogni sera, vedeva il denso fumo nero salire verso l'alto come a testimoniare che presto i vichinghi sarebbero tornati a riportare guerra.

Cristen, re dei vichinghi, si pentì d'aver scelto Morrigan come moglie e l'ira, in lui, traboccava in ogni momento.

Ai consigli con i nuovi generali e durante le campagne contro i Grigi, lei era sempre nei suoi pensieri, mentre gli sferrava un calcio in bocca e fuggiva via completamente nuda.

Era di sicuro perita, o, comunque, se era fuggita doveva essersi nascosta in modo da non riapparire mai più. Quel bacio, che lei gli aveva strappato violentemente per divincolarsi e scappare, lo perseguitava la notte.

Cristen era a capo dell'esercito e l'unica cosa di cui era veramente ossessionato era lei e il freddo delle sue labbra viola che gli avevano strisciato lungo la guancia e sul viso.

Quando la ricordava si scopriva eccitato e ciò non faceva altro che renderlo rabbioso per il trattamento che le aveva riservato: era stato rispettoso e gentile, a differenza di altri tiranni.

Morrigan restava un tormento, tanto che il re si era addirittura recato più e più volte, prima di partire per la Valle, a cercarla lungo il fiume per cercarne il cadavere, o dei segni che ne provassero il passaggio. Ma la regina delle amazzoni, nonché la sua regina, si era dissolta nel nulla.

Giunse, infine, al sentiero che segnava l'accesso alla Valle dopo giorni di battaglie con i Grigi e lì si accampò. Osservò l'Abbazia da lontano e vide, oltre il biancore della neve, che il fumo usciva dai camini. Constatò, dunque, che le amazzoni erano tornate nella loro fortezza.

Nel medesimo istante in cui Morrigan si sporgeva dalla balconata dell'Abbazia Alta per valutare la devastazione della terra dei Grigi, suoi vicini, Cristen si levava sul proprio destriero dal manto bianco per osservare l'Abbazia e le possibilità di attaccarla da più fronti.

Gli Scuri erano ovunque, lo capiva dalla candida cortina che saliva in lunghe spire verso il cielo, sopra la vallata. Avevano un vantaggio gli Scuri: si sarebbero nascosti e avrebbero trucidato i nemici vichinghi non appena questi avessero marciato sui sentieri che portavano alla fortezza.

Uno degli esploratori lo confermò al re. Fino all'Abbazia c'erano trappole e appostamenti nemici che avrebbero reso difficile poterla rioccupare.

«Rastrelleremo una zona alla volta e, a mano a mano, li estirperemo dai boschi» rispose Cristen a una riunione con i generali.

«E che ne sarà, questa volta, delle amazzoni quando prenderemo la fortezza bassa e alta?»

Cristen soppesò la risposta.

«Le riavrete, se le vorrete. Quante sono, in totale? Dopo il nostro attacco in molte erano scappate e ora avranno tutte fatto ritorno all'Abbazia» spiegò il re.

«Gli esploratori ne hanno viste alcune allenarsi vicino alla miniera. Due dozzine di ragazze giovani e poi ci sono le bambine. Inoltre, le Venti anziane, compresa la sorella maggiore...» intervenne un portavoce degli esploratori.

«Sono poche, ma gli Scuri le proteggono» dichiarò Cristen. «Chi è la loro regina, ora?» domandò. Per lui era divenuta una spinosa questione il dover considerare un'altra donna al posto di Morrigan come sposa e madre dell'ultimo re del mondo.

«È Morrigan dell'Abbazia, mio re!» intervenne il giovane esploratore.

I generali iniziarono a inveire contro il ragazzo ed egli, quasi, fu spinto fuori dalla tenda.

«Silenzio!» intervenne il re. «Lasciatelo parlare!»

Ma il giovane fu anticipato da un generale: «Si sbaglia! Sono tutte simili, le amazzoni, con i loro capelli scuri slegati e la pelle chiara...»

«Lasciatelo parlare, ho detto!»

Era, infatti, desiderio dei generali e del sinedrio non funestare il re con ipotesi tali da indurlo a compiere scelte avventate; anche se Morrigan si era salvata, anche se la loro regina poteva essere all'Abbazia.

Il giovane parlò: «Sono certo sia Morrigan. Io l'ho portata da te la notte in cui prendemmo la fortezza. Io mi sono battuto con lei mentre tu eri impegnato con Bethesda. All'Abbazia governa di nuovo Morrigan, sorella maggiore delle amazzoni. Ella è viva e le comanda» concluse, sotto gli sguardi attoniti dei generali e dei soldati.

Cristen aggrottò la fronte avvertendo un calore diffondersi nei polmoni.

Il giovanotto proseguì. «E porta il bracciale nero degli Scuri.»

Un silenzio drammatico calò sul consesso di uomini.

«Dunque le amazzoni si sono unite scientemente agli Scuri per frenare la nostra avanzata...» spiegò basito uno dei soldati più alti in grado.

«Non le proteggono, sono loro alleate!» aggiunse un altro.

«Sono loro schiave, al pari di quanto facemmo noi con loro!» sentenziò Cristen rabbioso.

«Non saranno un problema. Dobbiamo tornare a parlare della Nebbia...»

E tutti iniziarono a fare ipotesi sul miglior modo per riconquistare l'Abbazia.

L'amazzone e il vichingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora