Matrimonio vichingo 2

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Con fermezza, dopo averle tolto il nastro e sciolto il nodo, le raccolse i capelli e gliene fece uno alla maniera dei vichinghi.

A mano a mano che faceva sfilare le mani tra le ciocche, sentiva che il solo toccarla era un balsamo per la sua anima. Quando attorcigliò il nastro d'oro avvertì il respiro corto di lei che aveva gli occhi serrati.

Fu soddisfatto del risultato ottenuto. Le lasciò andare il capo e la guardò dall'alto.

Morrigan alzò il viso con le palpebre chiuse, le labbra piene e un senso d'appagamento che le rilassava la fronte e le rendeva le guance morbide.

Cristen, con mani agili, si tolse la camicia e rimase a torso nudo di fronte a lei. «Non ho mai dormito in un letto così...» disse. «In un letto vero come questo.»

Morrigan alzò il labbro e accennò un sorriso.

Il re, dunque, le prese il mento tra le mani e la sospinse di fronte a sé.

La baciò.

Le loro bocche si unirono con fervore in un lunghissimo momento nel quale il corpo di entrambi era scosso da agitazione e desiderio.

Cristen le sfiorò il seno sotto il velo e poi lo strinse con forza attirandola verso il baldacchino. Mise un ginocchio sulle coltri senza mai smettere di cibarsi di lei e costringendola ad arretrare.

Morrigan armeggiò con le vesti nel tentativo di disfarsene, non ci riuscì e non ne ebbe il tempo.

In men che non si dica Cristen la adagiò sotto di lui, scostò il tessuto nella parte che gli interessava insidiare e fu in lei.

Morrigan impresse le mani sul suo petto e lo spinse via.

«Aspetta» sussurrò, deglutendo a fatica.

Si sedette sopra di lui. Si unirono in un abbraccio fugace e appassionato mentre Morr soffocava i singulti e controllava i movimenti.

Le gambe di lei strinsero i lombi del re. Cristen la osservava in estasi alzarsi e abbassarsi. Guardava l'incavo del suo collo, poi il suo ventre. Vide la lettera che un tempo le aveva tatuato vicino al pube sopra la coscia, la «C» di Cristen. Si sentì perdere.

Poi Morrigan s'arrestò.

Ansante, stanca e con le mani di lui sui fianchi si slacciò da quell'abbraccio e si distese prona sul letto.

«Non è necessario...» disse Cristen.

«È un matrimonio vichingo» sussurrò lei con la fronte imperlata di sudore. «Alla maniera dei vichinghi...»

Lui, con gli occhi intrecciati nei suoi, parve chiederle un'ulteriore conferma.

L'amazzone sembrò rispondergli non solo che poteva farlo, ma che lo desiderava.

Così Cristen, con il capo poggiato al cuscino e vicinissimo al suo, le passò una ciocca di capelli attorno all'orecchio e sentì che una nuova ondata di desiderio lo invadeva al solo pensiero di ciò che le avrebbe fatto. Si issò sulla sua schiena, le slacciò la tunica di velo e Morr fu nuda sotto di lui. Passò una mano lungo la schiena e giunse alle natiche. Con entrambi i pollici impresse forza sui lombi e con le mani racchiuse i fianchi.

Fu in lei.

Morrigan vibrò come la spada che incontra la forza degli Scuri. Mormorò qualcosa di intelligibile e chiuse le palpebre pregustando la conversione del dolore in pieno appagamento.

Cristen la rincorse più volte e per lungo tempo, fino a quando non la raggiunse.

Immerse il viso nei capelli neri mentre sua moglie mordeva il cuscino in estasi.

Le baciò la nuca profumata prima di staccarsi e stendersi al suo fianco. Rimase a guardarla per molto tempo tra le coltri e i teli del baldacchino che ondeggiavano leggeri, quasi ricordando il loro respiro.

Chiuse gli occhi supponendo che anche lei si fosse addormentata.

Ma Morrigan non dormiva affatto.

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