L'albero

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Perché Amy si era separata da Morrigan, volendo, poi, con così tanta ostinazione tornare da lei? Per quale motivo Cristen sentiva di dover trovare la sorella maggiore delle amazzoni a ogni costo e allo stesso tempo non voleva insistere con lei ben sapendo di averla già persa? E, di nuovo, perché Amy voleva trovare Morrigan? Per tutto il viaggio e per gran parte dei giorni di prigionia, l'unica ossessione di Amarantha era stata quella di sapere dove fosse sua sorella.

Cristen aggrottò la fronte mentre cavalcava a ritmo sostenuto lungo i dolci pendii delle colline dell'Ovest. La scorta lo seguiva, ma il carro con i viveri lo aveva staccato di qualche ora.

Morrigan... Ancora una volta il pensiero lo riportava a lei. Un'ossessione fissa, continua, che non trovava pace e non lo lasciava mai solo.

I Legnaiuoli lo accolsero a notte fonda, mentre il drappello dei suoi uomini raggiungeva la capitale dell'Ovest.

Piccole baite, recinti con maiali e scrofe, capanni per il deposito della legna, muli che si inerpicavano sulle strade di un unico enorme paese lungo le pendici di un alto monte. Le fiaccole li anticiparono nella soglia della Magnifica Sala della Comunità nella quale furono ospitati.

Era un grande privilegio far soggiornare lì il re, per il rettore. Quest'ultimo si dimostrò ossequioso e asservito al potere vichingo. La tarda ora non lo fermò dal proposito di domandare a Cristen se si potesse fare qualcosa per la spinosa questione relativa alla presenza amazzone oltre i loro confini.

«È vergognoso come la terra venga insozzata dai loro piedi nudi. Non cresceranno più foreste, a lungo andare, e sono sicuro che già alcuni boschi sono malati!» disse rozzamente grattandosi la pancia.

Cristen si sistemò su uno scranno di legno e si versò dell'altra acqua nel calice destinato al vino. «Le amazzoni rimarranno qui. È una riserva di modeste dimensioni e sono sicuro che delle donne insignificanti come loro non vi daranno alcun fastidio. Ricevete già un congruo indennizzo per il disturbo...» rispose pulendosi la bocca.

«Non stanno al loro posto, dove dovrebbero!»

«Non voglio parlare di questo argomento» lo interruppe Cristen e batté un pugno sul tavolo di legno svegliando due suoi soldati accasciati a terra.

«Ogni sconfinamento è un pericolo per il nostro sottobosco, per i prati e gli alberi!»

«Rettore, sei troppo attaccato a stupide leggende: le donne, al loro passaggio, non fanno morire le piante. È un retaggio antico ed è solo folklore proveniente dai Ghiacci Limiti. Sono tempi differenti, i nostri» disse Cristen inspirando con forza.

«Come spieghi, mio re, la morte del nocciolo che domina fuori dalle porte del villaggio? Due settimane fa, un'amazzone si è riparata dalla pioggia del pomeriggio proprio sotto le sue fronde. Erano in tre, le amazzoni, in realtà. L'albero è morto dopo due giorni» raccontò coprendosi le orecchie e abbassando la testa in segno di prostrazione agli dèi, come era d'uso per i Legnaiuoli. «Il nocciolo è il simbolo della nostra Magnifica Comunità. Dopo che le amazzoni si sono riparate tra le sue fronde, ha iniziato a seccarsi.»

Lo sguardo di Cristen guizzò alla luce delle poche candele della sala. «Quante erano le amazzoni, rettore?»

«Tre.»

«E che fine hanno fatto?»

«Anche se piove, le nostre accette non sbagliano...» disse il rettore aprendosi a un sorriso. «Quasi sempre...»

Cristen, rabbioso, parve assorbire l'oscurità della stanza.

«Scaltre. Velocissime. Erano tre, in ordine di grandezza: una alta, una media e una nana. Quando l'ascia si è conficcata nel centro del nocciolo, uno dei tagliaboschi era sicuro di avere decapitato la più giovane. Non è stato così: ha solo centrato l'albero e spaccato il tronco.»

«Erano tre?» domandò il vichingo, ancora immerso nei propri pensieri.

«Sì»

«In che direzione sono fuggite?» chiese lasciandosi persuadere dalla convinzione che un tagliaboschi sapesse distinguere la destra dalla sinistra.

«Hanno sceso il versante della collina di corsa!»

Cristen si portò dell'altra acqua alla bocca: aveva la gola secca.

«Quell'uomo, quel tagliaboschi dalla mira quasi perfetta. Ci si può parlare?» chiese.

«Credo di sì, domattina. Ma, mio re, i nostri boschi! Che ne sarà dei nostri boschi?»

«Rettore, inizia a chiederti come un albero dell'ovest possa vivere dopo che l'hai tranciato di netto. Forse avrai le risposte che cerchi» e fece cenno ai suoi che si sarebbe ritirato.


L'amazzone e il vichingoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora