«Io!»
Amarantha fu veloce e sicura: sembrava quasi avesse da tempo atteso quel momento.
«Non farlo, Amy!» intervenne Morrigan. Era entrata appena dopo Cristen e aveva ascoltato il suo discorso a braccia conserte.
«Una di voi, una che salverà il vostro clan e che godrà del mio favore... Sarà regina del mondo...»
Le amazzoni avevano taciuto impaurite e non inclini a rispondere ad una richiesta di quel genere. Amy, che era stata prigioniera dell'albino durante la prima invasione vichinga, aveva spiazzato tutte alzando la mano e candidandosi.
Morrigan ripeté il suo veto.
«Morr, non essere cieca: siamo spacciate!» le disse Amy, dai bei capelli castani.
«Ti proibisco, come sorella maggiore, anche solo di palesare una simile ipotesi.»
Cristen si diresse verso Amarantha e le porse la mano. Lei si staccò dal gruppo di donne e accettò di buon grado quel gesto.
«Amarantha, mi ricordo di te» dichiarò Cristen, fissandola serio.
Morrigan non capiva se si stesse rivolgendo a lei con scherno o ammirazione.
«Sarete libere di trasferirvi in un campo sicuro non appena lasceremo la Fonte, come ho promesso. Morrigan dell'Abbazia, tu verrai con noi, assisterai alla proclamazione di Amarantha come regina e solo poi partirai secondo le condizioni dell'accordo che sigleremo.»
Morrigan tacque, uscì dalla grotta e cercò di calmarsi.
Amy accorse da lei. «Non preoccuparti per me, voi siete più importanti!» disse cercando di afferrarle il braccio. Ma Morrigan scivolò più in là.
«Io decido la nostra sorte, io sono responsabile dell'incolumità di tutte voi!» gridò con voce strozzata e mantenendo un tono basso per non farsi udire dai vichinghi. Amy si scostò arricciando il naso.
«Sei mossa da altro, Amarantha, la tua ambizione ti trascinerà nell'abisso.»
«Mi sacrifico per noi!» sbottò lei.
«Lo fai per te stessa, non puoi mentire a chi ti conosce da una vita, Amy!»
Amarantha incattivì ancora di più il viso e strinse i pugni. «È ciò che avresti dovuto fare tu, Morrigan. Non osare giudicarmi!»
E la sorella maggiore si sentì colpita nel profondo da quelle parole e per un momento non seppe che rispondere. Quante notti aveva passato a rimuginare riguardo ciò che era accaduto. Era fuggita lasciando le bambine in mano ai vichinghi, per tornare alla Fonte e scoprire che era impossibile organizzarsi per sconfiggere il nemico. Che fallimento! Eppure, mai e poi mai avrebbe ammesso di aver sbagliato ad abbandonare Cristen.
«Sei così ingenua, Amy. L'onore è più importante di qualsiasi cosa. Proteggere le nostre donne, la vita delle amazzoni... Non sarai mai libera come regina vichinga e diverrai il simbolo della sconfitta del nostro popolo. Gli uomini non ti daranno nulla, ti concederanno, semmai. Ti mostreranno la libertà e ti faranno credere di averla ottenuta, ma scoprirai di essere prigioniera di un mondo nel quale sopravviverai, mentre le tue sorelle saranno perseguitate, imprigionate o lasciate morire di stenti! Tu sei una noi, e sposando Cristen dei vichinghi salvi solo te stessa!»
«Né più né meno di ciò che hai fatto tu quattro anni fa!» ribatté lei con veemenza.
Morrigan inspirò contrita e non poté guardarla negli occhi: sentì la verità di quelle parole scavarle nell'animo. «Ebbene, ciò che dici è vero, ma io ho protetto qualcosa di molto più importante...»
«Hai fatto la tua scelta e ti abbiamo seguita con fiducia. Ora, però, le cose dovranno cambiare. Non c'è futuro per noi: moriremo comunque, sia che io mi unisca a Cristen, sia che non lo faccia. Solo che, se mi rifiuterò, avremo meno possibilità di sopravvivere a un altro inverno. Chiederò a lui la grazia e pregherò per ottenere rifornimenti: vi terrò al sicuro da qualche parte tra le montagne, sono sicura che mi accorderà qualsiasi cosa» affermò Amy convinta.
Morrigan si chiese come potesse essere così lucida sul futuro del loro clan, dopo i repentini accadimenti di quel pomeriggio. Le parve che Amy avesse carezzato l'idea di arrendersi ai vichinghi per giorni, anni addirittura.
Poi, nella sorella maggiore delle amazzoni qualcosa accadde. Si trattava di un'idea nata e cresciuta grazie all'istinto massimo di protezione nei confronti delle sorelle, delle sue donne.
Annuì traendo a sé Amy.
«Sarei morta pur di sapere sconfitto Cristen dei vichinghi!» disse. La fissò inspirando profondamente e le sussurrò qualcosa di intelligibile nell'orecchio.
Nore, l'uomo di Cristen, si avvicinò a loro interrompendo il loro conversare sottovoce.
«Parti, dunque, io non verrò» dichiarò ad alta voce Morrigan.
Amy aggrottò la fronte confusa, poi rinsavì «Dovresti, invece... Sarà un modo per mettere fine alle acredini tra i nostri due popoli.» Già si sentiva regina dei vichinghi.
Cristen, che dapprima si era tenuto a distanza e che aveva udito solo quell'ultima frase, percorse il tratto d'erba che lo divideva dalle due donne e sopraggiunse con fierezza. «Verrà, questa è una condizione imprescindibile» disse, incrociando le braccia e alzando il mento. «Dal mastio del Tism ci mostreremo ai regni. Tutti, compresa la Nebbia incatenata, ci saranno.»
SPAZIO AUTRICE
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L'amazzone e il vichingo
Fantasy"Morrigan capì le loro intenzioni solo quando il re si avvicinò a lei, le prese la spalla, le strappò via la manica e le racchiuse il bicipite dentro un anello dorato. Si dimenò, tentò di scostarsi, ma erano in due a tenerla ferma e, ben presto, il...