Insidia II

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Incontrollabile rabbia montò in lei, ma il sollievo giunse subito dopo.

Nelle settimane precedenti, dopo averlo lasciato nella regale tenda ai piedi dell'Abbazia, Morrigan aveva pensato a lui di continuo. Il desiderio e il conseguente appagamento delle carni che aveva sperimentato con lui non potevano giustificare un accanimento di quel tipo nei suoi confronti.

Guardava Zadra e riconosceva in lei i tratti del padre, l'uomo che l'aveva supplicata di non andarsene e di restare con lui. In passato si era chiesta più e più volte se Cristen agisse esclusivamente in accordo alle leggi degli antichi o se, invece, fosse mosso da qualcosa di più profondo e viscerale, di spaventoso, secondo lei.

Ogni volta che tentava di sbrogliare i suoi pensieri, il volto coperto dall'appena accennata barba bionda, i capelli intrecciati alla maniera vichinga e un qualche ricordo nel quale lui le infilava le mani tra i capelli, sembravano invaderla tutta.

A intervalli regolari, brividi si innestavano alla base della schiena e si diffondevano fino a sferzarle la nuca e le cosce. Proseguire sulle motivazioni di tali sconvolgimenti poteva essere pericoloso, perciò l'amazzone si dava alla caccia o cercava provviste.

Scoprire quel messaggio di livore nei suoi confronti da parte del re fu da un lato una sofferenza acuta, dall'altro una pace tanto desiderata. Era giunto il momento della resa dei conti.

Rimasta sola, con Zadra sulle spalle e attanagliata da lacerante frustrazione e impotenza, si premette il cappuccio sulla fronte e sentì borbottare il cielo che ben presto avrebbe lasciato cadere scrosci di pioggia.

Il rumore del tuono non coprì i passi svelti di cinque taglialegna, con le loro giubbe rosse e con i capelli raccolti nelle bandane ocra.

L'amazzone rimase a osservare il foglio ingiallito sulla corteccia, consapevole di esser caduta in una trappola, forse tesa proprio per lei.

I cinque si stupirono nel vedere che la donna incappucciata alzava le braccia in segno di resa e si voltava lentamente a guardarli con occhi vacui.

«Ho un salvacondotto» dichiarò Morrigan, abbassando la mano e portandola verso il petto.

«Non ti muovere» disse uno degli sgherri. Aveva la faccia ruvida a causa della segatura, il naso grosso e bitorzoluto, le braccia possenti e il ventre duro di chi è abituato a trasportare tronchi.

«Ho un salvacondotto reale.»

Zadra iniziò ad agitarsi furtivamente nel fagotto che aveva dietro la schiena.

«Questo lo vedremo da noi...» sbraitò l'uomo sghignazzando.

I Legnaiuoli non erano mossi da malizia quando attaccavano donne, né desideravano toccare un'amazzone. Il loro era un rifiuto totale per la specie femminile, il desiderio carnale si era spento del tutto nel loro popolo e solo pochi elementi vivevano ancora con una donna, come reietti. I taglialegna, oramai, erano estranei alle leggi degli antichi. Quando si avventarono su di lei, con le mani sporche e con le unghie coperte di terriccio, fu unicamente per procurarle sofferenza, non per trarne un qualche beneficio. Anzi, si sarebbe detto che il loro capobanda fosse proprio disgustato dall'infilarle la mano ruvida sotto il seno per disarmarla.

Morrigan si scansò e Zadra prese a piangere. Lei se la portò al collo e la strinse con forza, poi si sfilò l'anello intarsiato dai capelli.

«Sei Morrigan dell'Abbazia, dunque» recitò l'uomo. Poi una goccia iniziò cadere dal cielo e altre la seguirono sulle fronde degli alberi che divennero rumorosi.

Morrigan sentì che il mantello si inzuppava d'acqua.

«Non saresti dovuta tornare qui» dichiarò il taglialegna.

L'uomo le strappò il salvacondotto, lo lasciò cadere nella pioggia e lo pestò facendolo sprofondare nel fango. «Pagheranno per averti al Tism! Sei l'ultima amazzone rimasta libera, e pure la sorella maggiore!» latrò, informando più gli altri che lei.

Morrigan non se ne dolse, avrebbe voluto rifilargli una risposta, ma le morì in gola. «No, non sono l'ultima rimasta. Sono la madre di Zadra. Lei è l'ultima e più importante di noi.»

Ma quelle parole non avrebbero potuto difenderla.

Dunque, seguì con aria stanca i cinque uomini che la fecero camminare per ore prima di spingerla su un carro alla volta dell'Oltreconfine.


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