Parte 29

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"Maria, a me interessa di te... per me tra noi c'è tanto. Non siamo amanti, non deve esserci tensione tra noi. Sai che non l'ho mai amata nella mia vita, ho sempre preferito la leggerezza. Ma io non riesco più a controllare tutto questo senza sentirmi scombussolata!"

La conversazione viene interrotta dallo squillo del cellulare di Sabrina. Riceve una chiamata da Flavio, si allontana per rispondere, cinque minuti dopo rientra.

Preparo una tisana, per quel che riesco a fare, conservo quelle solubili... per quando Annabelle, non c'è per preparare gli infusi naturali. Porgo il bicchiere a Sabrina, che si siede sulla sedia, fermandosi ad osservare il colorito della tisana. Mi posiziono dietro di lei, accarezzandole le spalle.

"Che ti ha detto?", domando.

"E' una testa di cazzo, ha detto che i soldi per il divorzio non ha intenzione di cacciarli, perchè lui mi ama... secondo la sua opinione si può risolvere. Ha prenotato un viaggio per le vacanze di Natale, ha deciso di partire dal 20 dicembre al 7 gennaio. Ti rendi conto che merda? L'ha fatto senza chiedermi il permesso. Si crede sovrano del mondo, vuole sempre avere ragione lui", dice accarezzandosi la fronte. E' molto amareggiata.

Il pensiero della sua partenza mi distrugge, non posso farle forza, se quel viaggio causerà problemi al nostro rapporto.

"Se vuoi faccio un biglietto in più e vengo con voi. Non ho problemi, in modo che sarò li, quando avrai bisogno di me!"

"Vieni con Delia? Cosi ci troviamo di nuovo punto e da capo. Flavio deve capire che non può, non deve. Nei confronti di queste prepotenze, ho sempre diffidate, soprattutto con te", dice incrociando le braccia.

"Come se adesso fossi io il problema. Sei te che parti con tuo marito eh, non io con l'amante. Non riesco a starti lontana, sto rubando momenti al mio lavoro, sto buttando migliaia di euro. Solo per te, solo per noi, perchè sono stanca e voglio vivermi la donna che amo da 20 anni. Lo sai da poco tempo, credi che ti abbia dato tutto? Non ho nemmeno iniziato, ma a volte mi sembra di essere già vicina alla fine".

"Maria, no...ti prego".

Mi inginocchio davanti a lei, avvicinando la sua faccia alla mia guancia, le sussurrò all'orecchio:" Per questo Natale volevo portarti a Pavia, farti vedere i luoghi in cui giocavo da bambina, incontrare dei vecchi amici, fatti raccontare aneddoti anche da loro o farti vedere dove facendo sport, il mio vecchio istituto. Mostrarti la mia vita com'era da ragazzina, perchè con te mi sento cosi. Una bambina, che nascondeva le multe, che rubava i maglioni a suo fratello, che aveva tutti voti bassi, ma che è riuscita a laurearsi. Io voglio portarti li', dove la mia vita non era lo schermo di Canale 5, ma semplicemente pane e burro".

"In questo momento avresti voglia di pane e burro?", dice sorridendo. Le rivolgo un finto sorriso, che lei trasforma in vero, dopo avermi dato un bacio.

"Se può servire a non farmi pensare che a Natale non staremo insieme, che non ti bacerò sotto il vischio, che non scoperemo a capodanno tra le ventitre del trentuno dicembre e l'una del primo gennaio, allora si... ne ho voglia!"

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora