Parte 135

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Questa sera mi sto dedicando alla cucina, pasta al forno, per la regina più calda della televisione.

Le sue mani si insinuano con prepotenza sulla mia schiena massaggiando.

"Mi fai lo stesso effetto del sangue di Giuda" sussurra sul mio collo.

"Lo capisci che non riesco ad amare un'altra persona?" domanda.

Quando mi pone queste domande mi irrita.

Mi allontano da lei, e prendo una sigaretta dal pacchetto.

"Hai qualche giorno libero questa settimana?"

Avvicino la mano libera ai suoi capelli, per accarezzarli e creare dei piccoli vortici con le sue ciocche.

"Non vorrei sentire la tua nostalgia amore mio, però lo sai... devo lavorare, e non ci vedremo per giorni, però ti penserò".

Lei mi stringe, io resto impassibile.

Intreccia le mie mani alle sue.

"Grazie Sabry... per tutta la pazienza" dice come se si sentisse in colpa, in parte.

Come biasimarla, vive da quarant'anni di questo. Mi sento io l'anormale, dopo anni a chiederle di cambiare i piani per me.

Il rumore della pioggia distoglie la mia attenzione. La guardo non pronunciandomi, ascoltando soltanto l'acqua che cade a dirotto.

"Mari... io te vorrei rispondere, ma che te dico? Che aspetterei l'impossibile? Di svegliarmi con te a New York, e camminare a Time Square, facendo coming out sullo schermo gigante?"

"Dopo la finale di Tu si que vales faremo un viaggio insieme, ovunque tu voglia". Cerca di rasserenarmi, dandomi un bacio sulla guancia.

Tra un sito di viaggi e l'altro trascorre tutta la serata.

Le idee ne sono fin troppe per classificarle, o affrontarle. Ogni viaggio con Maria sarebbe una prima volta, come se non ci fossi mai stata.

La guardo mentre si abbiocca lentamente sul tavolo.

"Amore vuoi andare a dormire? Ti preparo il letto".

"Non voglio disturbarti Sabri, già è tanto che tu mi abbia invitata a cena" dice mentre sbadiglia.

"Non farti prendere di forza, perchè lo sai che sono capace" la istingo puntandole il dito.

Il suo telefono squilla:"Sofia".

"Ti chiama ancora quella?" le domando con tono infastidito.

"Sono pur sempre il suo capo" sottolinea.

"Sono le ventitre, non ha una vita?"

"Sai come sono le trasmissioni e i vari impegni... non hanno orari".

"Bah" sbuffo.

Maria spegne il telefono, mi dà un bacio sul collo.

"Mi manca l'odore del tuo letto" sussurra.

La bacio.

"Lì manchi tu, ma adesso non è il caso... dormiremo soltanto, capito?"

La guardo negli occhi mentre le accarezzo i capelli. 

***

Nel cuore della notte, intorno alle tre-quattro, mi sveglio e vedo Maria che gesticola con le dita sul telefono.

"Che guardi?"

"Una donna... però tu dormi".

"Sempre ste donne stai a guardà?" sbuffo.

"Lei non è una qualunque".

Mi alzo, sedendomi a gambe a farfalla, e vedo che sta guardando alcuni tiktok.

"Come ci si smette di pensare che sta scema è la droga che manderà tutto a puttane?!"

Mi guarda con fare seduttivo.

"Cosi..."

Prendo il telefono dalle sue mani e lo butto sul letto. La lascio distendere e mi posiziono su di lei, mi stringe forte.

"Potrei costruire un mondo nei tuoi occhi. Ho sempre paura di caderci all'interno, perchè se dovessi cadere... chi verrebbe mai a salvarmi?"

"Tu non hai bisogno di essere salvata, se mai so io quella che se deve preoccupa, ma in tal caso avresti me".

La bacio con molta foga, agitando il mio ventre in modo da farlo urtare con il suo, in maniera leggera ma repentina.

***

Sto facendo colazione, con la pashmina posata sulle spalle perchè sono mezza nuda.

Maria è andata via, lasciandomi il solito bigliettino sul cuscino dove c'era scritto che scappava per questioni lavorative, poco ci credo.

Probabilmente sarà andata a casa di Sofia per prepararle il caffè, mentre io sono sola, ancora al suo profumo che ancora inebria sulla mia pelle, e con una tazza bollente di tè tra le mani.

Mi arriva una notifica, sua, che cita: "Scema non è come pensi".

Resistiamo... l'una per l'altra, ma fino a che punto? 


Bussano al citofono, mi affretto a rispondere ed è un postino. Lo raggiungo fuori al palazzo, mi recapita una torta, o almeno cosi sembra dalla forma. In allegato c'è un bigliettino, con scritto:"Alla mia cafoncella preferita, con l'aiuto della tua cornutella e il supporto di una tua cara amica. Firmato: Giovannino". Non vedo in apparenza 'micette'. Salgo in casa, e una volta raggiunta la cucina decido di scartare il pacchetto. E' una crostata di marmellata d'arancia, dalla faccia comprendo che c'è la manodopera di Mara, chissà come l'avrà corrotta Maria, forse le offrirà il mio posto, almeno lei la farà soffrire di meno. 

Mi scatto una foto con il vassoio dinanzi e la invio a Maria, scrivendo:"Ti ringrazio... ma chi mi assicura che non sia avvelenata?"

Dopo cinque minuti, in cui Maria non ha accennato nemmeno alla risposta monosillabica, bussano alla porta.

Mi avvento ad aprire e la ritrovo con la sua capigliatura scomposta come al solito.

"Pausa caffè... posso entrare?" domanda con respiro affannato.

La guardo in modo incredulo.

"Te quanto tempo avresti intenzione di farlo durare sto caffè?"

Entra, chiudendo la porta alle sue spalle. Poggia le mani sul mio volto, e inizia a baciarmi, preme con la lingua sulla mia, lasciandomi emettere un leggero gemito. Mi distacco leggere.

"Se dovessi continua cosi, dubito che dopo te lascerò andare".

"Ho voglia di accendere la piccola abat jour".

Andiamo in camera da letto, Maria si stende su di me a cavalcioni, dallo specchio intravedo il suo culo, le parti basse iniziano a pulsare... mi spingo a baciarla con molta più foga.

"Questo è un motivo valido per prolungare la pausa caffè" ridacchia.

***

Mi risveglio alle quattro del pomeriggio, nuda, avvolta in un lenzuolo con un bigliettino lasciato sul cuscino, c'è scritto: "Ci vediamo presto scema!". Scatto una foto e gliela invio.

Sabrina:"Te il vizio de fa ste cose demenziali non te lo toglierai mai?"

Mi arriva subito la risposta, il che è abbastanza preoccupato.

Maria:"No, perchè so che ti piacciono tantissimo".

Sabrina:"Beh... sto fatto che m'hai risposto subito, me fa pensa' che pure a te è piaciuta sta pausa caffè".

Maria:"Mi piace tornare a lavoro con il tuo odore addosso, mi fa sentire meno sola".

Sabrina:"Ao quella parola dovresti eliminarla dal tuo vocabolario... hai firmato sto contratto a vita con me".

Le invio una nostra foto insieme,mentre siamo accoccolate l'una all'altra. 

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora