Parte 114

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Sto riaccompagnando a casa Sabrina, sono concentrata sulla strada, non voglio distrazioni.

"Ao tutto bene, sei cosi silenziosa?"

"Si, va tutto bene", dico sforzando un sorriso.

"Te non sei cosi, me spieghi cosa ce trovi in quella?"

"Per quanto può essere antipatica, fa quello che non fai tu... c'è per me!"

"Ah perchè io nun ce starei? Solo perchè penso a mio marito, perdonami", dice in modo spavaldo e infastidito.

"Sono andata avanti Sabrina", sentenzio.

"Stanotte mentre scopavamo non sembravi essere andata cosi avanti. Dimme la verità, o stai facendo solo per comodità vero? Per avere il lusso de dementicarmi, mentre me pensi, come fanno gli imbecilli", mi rinfaccia.

"Non rimproverarmi per le mie scelte, quando ti comporti cosi non ti riconosco!"

"Non me riconosci? Dovrei riconoscerti io che davanti alla donna che ami te sbaciucchi n'altra? Ma stamo fori de capoccia figlia mia", sbuffa in modo irritato.

"E tu con Flavio..."

"E' mio marito Maria, non devi farmi i dispetti come se fossimo due ragazzine", dichiara.

"Allora fatti tuo marito e a me lasciami in pace, lasciami portare a letto chi voglio", impongo.

"Non è chi vuoi, ma chi usi per dimenticarmi".

"Al centro di tutto non ci sei sempre e solo tu, Barbara mi piace. E' vero non potrò amarla quanto amo te, ma che dobbiamo fare? Una colpa perenne? Fammela dopo che avrai lasciato Flavio!"

Dopo quest'affermazione il nostro tragitto continua in assoluto silenzio.

Arriviamo fuori al suo porticato.

"Vuoi salire?", mi domanda in modo nervoso.

"Se me lo chiedi cosi no", rispondo in modo brusco.

"Allora statte bene Mari".

Apre lo sportello della macchina, esce e richiude la portiera. La guardo entrare nel palazzo.


Afferro il cellulare dalla tasca per controllare le notifiche e osservare se ci fossero o meno, messaggi da parte di Barbara. Avverto un ticchettio dalla vetrata, mi volto è Sabrina.

"Pensavo fossi salita in casa", sentenzio.

"Nun me va, ce sta Flavio che sta a fa gli affari suoi... lo lascio tranquillo", dice con tono amareggiato e aprendo lo sportello dell'auto per risedersi.

"Tuo marito fa gli affari suoi e tu non dici niente?"

"No, perchè lo amo, e anche io me so fatta gli affari miei stanotte co te, che gli potrei dire, che io me posso scopa la mia migliore amica e lui non può farlo con le sue segretarie", imputa.

"No, per carità", ridacchio.

"Che c'è sta da ride? Vedi che sei poco seria pure te!"

"Non mi permetterei mai di dubitare della vostra fedeltà coniugale", ironizzo.

"Lo so bene, mia cara!"

"Ma perchè sei tornata qui?"

"Che c'è te ne devi scappa da quella altrimenti se lamenta? Falla parla, nun me interessa", dice intrecciando le braccia sotto al seno.

"Metto in moto?"

"Te che dici?"

Accendo i motori e faccio un giro per il vialetto, fino a dirigermi sull'autostrada per imboccare la strada per Ostia.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora