Parte 83

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"Questa magliettina nera, ti sta proprio bene Mery, tu sei proprio bella".

Bacio Sabrina in modo passionale, lasciando che si stenda sul mio corpo, le accarezzo la schiena, palpando il suo sedere, lei poggia la sua mano sulla mia, le stringo le chiappe in modo forte, per far strusciare la sua intimità contro i miei pantaloni.

Lei mi bacia il seno, ancora coperto dalla maglietta, i miei capezzoli iniziano a diventare duri.

Ci guardiamo negli occhi, riprendiamo a baciarci.

Sabrina mi toglie la maglietta, lasciandomi solo con il reggiseno di pizzo.

"Stiamo facendo la cosa giusta?", mi domanda.

"Io sono felice, perchè tra le mie braccia ci sei tu e non qualcun'altra", le dico stringendola forte.

Prende il suo telefono dal comodino.

"Facciamoci una foto, so che non ami farle, soprattutto in questo momento, però voglio ricordarmi tra le braccia della mia donna, anche quando tornerai da Barbara", dice Sabrina abbozzano un sorriso.

Ci sono sempre dei pensieri che devono rovinare ogni momento della vita, come se non bastasse.

Sabrina ci fotografa, le do un lungo bacio che viene ripreso dalla telecamera del suo cellulare. Spegne il telefono. Mi guarda negli occhi.

"Mery, devo confessarti una cosa", dice con voce tremante.

"Che succede amore?"

Le accarezzo i capelli,lentamente come se fosse una bimba delicata.

"Io so che tra di noi non finirà bene, perchè la nostra vita ci porta su due strade differenti, ma non dimenticarti mai, che non esiste una persona al mondo che ti ama quanto me", ci baciamo con molta foga.

"Ti amerò fino a stancarmi di esistere", dice tra i sospiri.

Le bacio il seno, godendo della sua grandezza. Sabrina ha uno dei seni più belli al mondo. La sua pelle profuma sempre di rose.

Mentre sono concentrata ad assaporare ogni angolo di lei, mi torna in mente il sorriso di Barbara, mi freno. Guardo Sabrina.

"Va bene cosi, amore non mi giudicare, però mi sento un forte dolore al collo. Ho paura che sia tornata la cervicale".

Sabrina resta basita dalla mia affermazione, probabilmente immagina che sia una bugia, ma dovevo inventarmi qualcosa.

Si alza dal letto, prende dallo appendiabiti la sua vestaglia. Va in cucina, io resto seduta a gambe divaricate sul letto.

"Mi dispiace", le urlo.

Il mio cellulare squilla, avevo dimenticato di mettere il silenzioso.

Sabrina viene in camera, con passo svelto, mi chiede chi è.

Vorrei dirglielo, ma non posso rovinare tutto, rifiuto la telefonata. Batto la mano sul letto invitandola a sedersi, ma lei sceglie di ritornare nell'altra stanza. 

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora