Parte 127

319 19 5
                                    

Parte tutto all'improvviso, non c'è nessuna previsione per le storie d'amore.

Alla mia età l'amore diventa strano.

Preferisco pensare che un giorno mi sia seduta e accanto a me non c'era Maria, ma una donna nuova. 

Emanuela è come se avesse spalancato nel mio cuore una finestra. E' una donna stravagante, che non riesce mai ad annoiarmi. Con cui ho condiviso molte notti, oltre che un rigido copione.

Sento delle labbra sfiorarmi la schiena, mentre il mio stato di 'vita' è in dormiveglia. Apro gli occhi e la vedo...

"Hey ti ho svegliata?" sussurra.

Mi dà un lieve bacio sulla guancia.

"Mi sento senza forze in questo letto senza di te", dichiaro con voce assonnata.

Mi alzo lievemente per baciarla.

"Ho lavorato desiderando solo questo momento, di avere la tua pelle sotto alle mie mani", confida chinandosi accanto a me.

"Beh la mia schiena è tutta per te", ridacchio.
Lei inizia a massaggiarmi con una delicatezza forzuta.

"Vuoi?", mi chiede guardando in modo intenso i miei occhi.

Annuisco.

Posiziona una mano dietro alla mia nuca.

"Pienamente", sussurro sulle sue labbra. 

Le mie mani coprono la sua pelle nuda.

Il mio viso è nascosto nell'incavo del suo collo.

Mi fermo all'improvviso per guardare un punto della sua pelle, la fronte trapala di sudore.

Mi alzo di scatto dal letto quando vedo il mio telefono lampeggiare.

"Amore perdonami, devo andare un attimo in bagno. Ho bisogno di rinfrescare la mia pelle", mi invento una scusa.

"Non ti sto soddisfacendo?"
"No amore, sono io... tranquilla!", le dico prontamente.

Le dò un bacio casto e mi allontano per leggere il messaggio.

Maria:'Sono stufa. Dirò a Barbara come mi sento, che ti amo, il prima possibile. Mi manca dormire sul tuo seno. Non riesco a far altro che immaginarti con me!'

Sono arrabbiata, furiosa, ho bisogno di lei, ma non posso interrompere questa storia straordinaria.

Sabrina:'Non saprei cosa dire'.

Maria:'Perdonami'.

Spengo il cellulare, perchè non ho voglia di ascoltare le sue congiure. 

***

Pov's  Maria

Vado in bagno in maniera frettolosa, sono da poco passate le 6 e l'ansia mi assale.

I miei singhiozzi somigliano a delle urla.

Barbara bussa con violenza alla porta.

Apro la porta, lasciandomi avvolgere immediatamente dalle sue braccia.

"Non riesco a vivere con questo peso dentro di me", sibilo.

"Maria che succede?"

"So che sei andata a letto con Stefano, che il ciclo è ancora regolare o almeno lo è stato. Lui mi ha detto tutto, ma sarebbe uno scandalo far uscire la notizia! Quindi mi chiedevo... perchè non me l'hai detto?"

Fionda le sue labbra sulle mie, cercando di farsi spazio per far sfiorare le nostre lingue. Le accarezzo il fondoschiena.

"Perchè?"
"Ho paura che tu non voglia crescerlo con me. Sono una donna adulta, posso scegliere di abortire".
"Abortire al quinto mese?"

"Perdonami Maria", singhiozza.

Mi inginocchio, puntando la testa contro la sua pancia e tenendola premuta con forza fin quando non avverto un rumore, come se qualcuno stesse scalciando.

"Ti amo", sussurra Barbara.

"Io sono innamorata di Sabrina", affermo mentre mi ricompongono.

"Che cosa? Allora perchè... noi due... voglio dire..."

Mi guarda sbalordita non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto.

"Non è importante, è solo una cruda verità. Voglio crescere questo figlio e darti tutto il sostegno economico di cui avrai bisogno, non importa, i soldi non devono essere un problema per te o per lui", affermo accarezzandola delicatamente.

"Non posso trattenerti", imputa.

"Certo che puoi, mi trattengo da sola... ti voglio molto bene Barbara".

"Ma non sono Sabrina", dichiara imbronciata.

"Sei una donna che non ha paura di starmi accanto... è una cosa importante questa", affermo prima di darle un bacio.  

Vado in camera da letto, e scavo nel cassetto per trovare qualcosa di indecente da indossare.

Ritrovo una pashmina nera di Sabrina. Sulle mie labbra spunta un lieve sorriso, mentre la mia mente ripete:'Va da lei, va da lei'.

La porto sotto al naso, per sniffare il suo profumo.

Barbara mi guarda in modo esterrefatto e con ancora le lacrime agli occhi.

"Mi sento una puttana che ti sta chiedendo la carità", dichiara Barbara.

"Tu non mi hai chiesto niente, è stato tutto di mia iniziativa. Ho usufruito del tuo corpo, non sapendo della tua condizione e adesso voglio aiutarti. Ho talmente tanti di quei soldi, che se non facessi del bene al prossimo... non saprei cosa farmene", dico mentre allungo la mano per stringerla.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora