Parte 57

530 26 4
                                    

Mi sveglio, mi alzo dal letto, lasciando che Sabrina continui a dormire.
"Dove vai?", accenna la sua voce assonnata.
"A prepararmi, devo andare a lavoro".
"Vieni qui", dice stiracchiandosi.
Mi stendo sul letto, accanto a lei, fa un leggero sorriso.
Mi abbraccia, iniziando a baciare il mio collo, lo lecca, stringendo le sue mani sulle mie braccia.
"Sabri, sveglia, non possiamo", dico facendola spostare dal mio corpo.
Si alza dal letto, dichiarando: “Mi dispiace, so che non è il caso. Ti aspetto in cucina per il caffè".
Mi alzo di scatto dal letto, la fermo con un braccio. La bacio con molta passione.
"Dovevo sfogarmi", dico passandomi il pollice sulle labbra.
"Adesso smettila di fare la cretina", dice dirigendosi in cucina.
La seguo, mi avvicino, toccandole il fondo schiena, lo stringo nei palmi delle mani.
"Marì, e dai, che dobbiamo andare a lavorare. Che la tua compagna è in ospedale. Non me fa pensa male. Non me provoca, che te magno".
"Girati", dico con tono implorevole.
Si volta verso di me, con lo sguardo teso verso il basso.
L'abbraccio, le dico nell'orecchio:"Ti voglio bene, grazie".
So che ha paura, la trattengo anche io, vorrei scoparla fino a consumare ogni sua volontà di venire.
Andiamo a preparare la colazione, ci prepariamo per andare agli studi.
"Sarai bellissima, oggi" , le sussurro, mentre i nostri sguardi si perdono, l'uno dentro l'altro.
"Sei pronta a fingere?".
"Sai, l'amore è lasciare che gli occhi facciano rumore, anche quando le parole negano l'evidenza", azzarda Sabrina, mostrando un sorriso, pronto a posarsi sul suo labbro inferiore, mordendolo.
Le mie dita le accarezzano l'inguine da sopra al vestito. Sono tentata dal desiderio di  entrate all'interno, dal dimenticare che ho una compagna in ospedale.
'Devi comportarti da persona adulta', dico a me stessa, mentre continuo a pensare al tempo che non ho avuto, desiderando di rubarlo insieme a Sabrina.
Mi distacco da lei, emettendo un lamento, come se la voragine di sentimenti volesse esplodere in un pianto. Urlo, tiro fuori un semplice:"AAAA".
"Mery, calma!", Sabrina mi guarda sbalordita, dandomi un bacio sulla fronte.
"Devo andare dalla donna che amo", nascondo il viso tra il suo collo e la sua spalla, lasciando le labbra appoggiate, come se volessi farle una carezza.
La guardo, vado in bagno a farmi la doccia. Di seguito,  esco da casa, mi sento debole, inconsistente, per quanto vivere con Sabrina mi piaccia da morire. Ho preso un impegno, non posso trascurarlo.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora