E' la prima volta che sono andata a letto con una donna che non è Maria. Mi sono sentita come una professoressa del sesso, intenta ad insegnare ad una giovane donna le movenze, anche se ha saputo comportarsi molto bene. I miei ormoni ne hanno risentito dal primo bacio sul collo. Quando ha iniziato a baciarmi il seno, ho avvertito delle spinte che mi hanno fatto indietreggiare con la schiena, mi sono sentita tua.
Ieri, prima di andare a letto, abbiamo bevuto, come due matte, lei non era abituata, ma questo ha accentuato la passione.
Voglio permettermi di sbagliare, di essere io quella a guardare un corpo diverso, nel letto. Sono single, seppure in un'età avanzata, per cui se certe cose non me le permetto adesso che l'attrezzatura regge ancora, andando avanti con gli anni, chi me' penserà più...
Eva ancora dorme, le sistemo la coperta sulle spalle.
Mi alzo dal letto, dirigendomi in cucina, preparo il caffè. Pochi minuti dopo arriva Eva.
"Buongiorno", pronuncia sbadigliando in un lieve sorriso.
"Accomodati cara, buona giornata anche a te!", Eva si siede sulla sedia accanto al tavolo, mi osserva.
"E' stato bello volersi bene", afferma Eva mordendosi il labbro.
Appoggio la tazzina del caffè dinanzi a lei, lo beve, mentre io mi allontano prendendo i biscotti, per servirli.
"Spero che sia di tuo gradimento!", le dico accomodandomi davanti a lei.
Avverto ancora un leggero dolore alla testa, come se l'alcol non si fosse prosciugato nei miei pensieri. Accendo il telefono, controllando le notifiche. L'aspetto ancora, l'aspetto sempre!
Eva mi bacia in modo passionale, ricordandomi i momenti della sera prima.
Bussano al citofono, vado ad aprire, è Maria, con una busta bianca tra le mani.
"Cornetti, buongiorno, posso?"
"In realtà, noi eravamo impegnate a fare altro", ribadisco.
"Già ti ho lasciato la notte libera, amore mio", dice pprima di darmi un bacio a stampo.
"Non farci caso Eva!".
Maria si avvicina alla tavola posando il sacchetto contenente i dolciumi. Esce fuori sul balcone, per fumare una sigaretta.
La seguo.
"Non farmi essere maleducata!", le dico disinvolta.
"Sei te che devi essere ospitale, io posso fare la maleducata!".
"E' una cosa che te riesce bene, te presenti a casa mia, come se nulla fosse. Io nun so mai venuta dopo che avevi finito de scopa, che voi Mari?"
"So gelosa, non voglio dividerti, mi fa male Sabrina, cazzarola, se mi fa male...stanotte ho contato le stelle, fino a quando non le ho viste più. Ma non sono andata a dormire, non potevo pensarti con la testa di quella tra le gambe".
"Non farti sentire, che almeno quella è na brava e bella donna!Te che sei? na mignotta?"
"Menomale che ero io ad esagerare con le parole", risponde mostrando un furioso sorriso.
"E' un interrogativo. Però vai a casa Maria".
Ignora il mio desiderio, e mi bacia con disinvoltura, davanti ad Eva.
"Fuori, non fartelo ripetere una seconda volta".
"Se mi cacci da questa casa, scordati di lavorare con me, scordati di me", dice con tono irritato e avvicinandosi alla porta.
"Me so scordata de te quando te sei portata a letto...quella gran signora di Barbara".
STAI LEGGENDO
Ogni stella merita di brillare
RomansaL'unica cosa reale risale alla composizione fisica, non che ai nomi delle protagoniste, vi troverete personaggi inventati, che tuttavia non risaltano il carattere eloquente, ma rispecchiano cio' che l'autrice ha desiderato narrare. Che sia per tutti...