Ti porto, nelle canzoni che ascolto.
Nei versi che non ho scritto.
Nelle battute dimenticate.
Nei gesti che ho dimostrato.
Nei messaggi che ho eliminato.
Se penso che sono passati 16 anni, a breve 17, da quando nella mia vita si fece spazio, prese posto tra la gola e lo stomaco, tra il passato ed il futuro, tra quello che neghiamo e quello che tutti sanno.
Mi alzo dal letto, solita routine. Trascinata dai pensieri, mi avvento ad entrare nel mio bagno. Controllo il cellulare, per vedere se risultano messaggi di Sabrina, lo faccio abitualmente prima di lasciarlo sul mobiletto, dopo aver acceso Spotify e la solita riproduzione, quella consigliata da Sabrina. Condividiamo tutto, a volte anche l'ironia. Ci vedremo per pranzo, mi ospiterà a casa sua.
Bussano alla porta, distrattamente taccio, pur sento il rumore.
"Aooo ma che fai, non senti, te possino ammazzarte!", una voce simile alla sua esclama dalla porta, ma è impossibile che sia qui, sono solo le 7 del mattino, di solito verso quest'ora resta sempre incantata davanti al panorama.
Continuo tranquillamente la doccia, minuti dopo, termino, indosso l'accappatoio e apro la porta. Trovo la solita donna che invade la mia casa, con un pacco di maritozzi tra le mani.
"Ho portato due tazzine fatte da un artigiano, che conosco, molto bravo. Se vuoi ti dico quanto ho pagato", dice con allegria.
"Per stavolta passo", le dico decisa. Basta Sabrina a ripetermi il prezzo, anche di un semplice caffè. In televisione non è pignola come nella vita reale, a casa rompe i coglioni molto di più.
Andiamo in cucina, appoggia le cose sul tavolo. Mi siedo sulla poltrona, viene ad accomodarsi a cavalcioni sulle mie gambe, ondeggiando verso la mia genitale, si fa spazio nel mio accappatoio, accarezzandomi con due dita i capezzoli, fino a scendere verso il mio inguine.
"Dimmi basta", dice sussurrando sulle mie labbra.
"No", le rispondo.
Prende il suo cellulare dalla tasca, digita il mio numero.
"Guarda ti sta chiamando Sabrina, rispondi".
"Ma quanto sei cretina", le dico.
Le frasi si susseguono con molta intensità, senza far caso a nulla, ci perdiamo negli occhi, nelle parole, nei respiri.
"Continua a squillare, guarda vibra", avvicina il telefono al mio interno gamba.
"Rispondi, magari, è importante", continua a dire.
Inizia a baciarmi il collo, assaporando la mia pelle con la sua lingua ruvida. Si siede a terra, apro l'accappatoio, lasciando che il suo viso si avvicini alla mia intimità.
"Rispondi, su... Sabrina dovrà dirti qualcosa".
"Insisti tanto sulla risposta? Vuoi che la dia io? Bene".
Mi alzo dalla poltrona con seduzione, rispondo al cellulare.
"Sabry dimmi".
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Ogni stella merita di brillare
RomanceL'unica cosa reale risale alla composizione fisica, non che ai nomi delle protagoniste, vi troverete personaggi inventati, che tuttavia non risaltano il carattere eloquente, ma rispecchiano cio' che l'autrice ha desiderato narrare. Che sia per tutti...