Parte 133

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L'amore somiglia ad una botola, non sai mai dove potresti cascare.

Tante persone sembrano estratte dai film romantici sbagliati, mentre io riscopro l'amore nella sua pura essenza quando Sabrina balla dinanzi ai miei occhi.

Lei è l'unica in grado di possedere il vero pregio della delicatezza nel modo di essere leggera.

Sono in auto e sto per entrare negli studi, quando la vedo passeggiare in tutta la sua spensieratezza, dando ogni due per tre uno sguardo al cellulare, mi avvicino leggermente, in modo che possa avvertire il calore della mattina. Si gira di scatto, portando una mano sul petto.

"Tu me voi morta figlia mia, altrimenti nun se spiega" dice sospirando.

La guardo ridendo, premo con la mano sul clacson.

"Guarda te se nun te devi fa riconoscere sempre, nun ce sta verso...ao" persiste.

"Beh qui sono la regina" affermo con tono da saputella.

"E allora se m'accoppi nessuno te denuncia?"

"Potrebbero" continuo ad ironizza.

"Parcheggia sta macchina e inizia a fare la persona seria" dice con tono secco.

"Perchè non sali? Ti porto a fare un giretto... pieno di ebbrezza". Le faccio l'occhiolino.

"So io l'ebbrezza che te farei prova Maria mia..."

"Metto la marcia indietro, magari lungo la strada... chissà..." pronuncio l'ultima frase immaginando le donne che potrei incontrare. 

"Dai nun te comportà come na ragazzina dell'asilo" dice con tono stanco.

"Come dovrei comportarmi?"

"Rimani in quella macchina e parcheggia" ordina.

Continuo a guardarla sorridendo. Poggio il viso sul volante, dopo poco suona, e mi rendo conto di star premendo troppo. Rido e alzo lo sguardo per guardare se anche sul suo viso fosse comparso un sorriso.

La guardo restando immobile.

"Perchè me guardi? Me voi fa na foto?"

"No, quelle particolari aspetto che me le invii tu..."

Mi mordo il labbro. Lei mi indica un posto libero, e mi fa cenno con il capo di parcheggiare.

Parcheggio, esco dalla macchina con un pallone tra le mani e glielo lancio tra le braccia.

"Mi hai confusa con un campo di allenamento femminile? Quante partite te sei andata a vede mentre non c'ero?"

"Ho fatto sesso e samba negli spogliatoi" dico con tono beffardo, per farla irritare.

Lei mi guarda indignata.

Mi riprendo la palla e inizio a giocarci mentre ci incamminiamo verso l'ufficio.

"Non me lancia una pallonata alla schiena. Nun me rompe li coglioni" dice voltandosi verso i collaboratori per cercare uno sguardo di compassione.

Non ha ancora imparato che con nessuno mi comporto in maniera insopportabile, ad eccezione sua.

Dinanzi alla porta d'ingresso faccio dei palleggi di sequenza, come se volessi inaugurare il suo ritorno, il suo ingresso, il suo 'riscaldamento' sul divanetto rosso.

Prima di chiudere la porta a chiave, una mano afferra la maniglia ed entra.

"Non vorrei risultare maleducata, ma ti ho portato il caffè Meri" dice con tono sensuale Sofia. Tra le mani ha un vassoio con due caffè e due bicchieri d'acqua.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora