Parte 46

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 Cosa n'è stato dei nostri progetti di vita, Maria?

Vorrei guardarla e porle questo interrogativo, ma resto ferma, tra le sue braccia, a sentire parole che non abbiamo il coraggio di comunicare.

"E' ora di pranzo, forse dovresti andare", le dico cercando di risultare disinvolta, come se questo momento non mi stesse frantumando il cuore.

"Ti va di fumare una sigaretta? Poi ti lascio il tempo che desideri".

Annuisco, prendiamo le nostre iqos e iniziamo a fumare.

Ci sediamo sul divanetto, lei appoggia la sua mano sulla mia gamba.

"Perchè mi sfiori, se hai preferito la presenza di un'altra alla mia. E' questo che non concepisco Maria, ti ricordi quando Flavio non era in casa? Sono due anni che va avanti la nostra storia, o almeno la presunta. Due anni, da quando ci amiamo, ma non abbiamo il coraggio di stare insieme. Io sono stanca di tutto questo. Tu mi lasci, mi riprendi, come se la cosa non ti costasse niente".

"Guarda, che anche io per molto tempo ho finto di essere la tua amante, di volerti bene come una sorella, come un'amica che ti conosce da anni", dice costandosi. 

Vuole avere ragione, questo è il suo modo impertinente di vivere.

"Poi una mattina ti sei svegliata, hai incontrato questa Barbara e poof, Sabrina Ferilli, per te ha smesso di esistere, giusto?", le dico alzandomi.

"Ti ho aspettata, sono stata 8 mesi, senza vedere nessuno, solo amando te e tu continuavi a scegliere Flavio".

"Smettiamola con questa sceneggiata", sbuffo pronunciando queste parole.

"Stai iniziando ad odiarmi Sabrina?".

"Odiarti, come fai ad utilizzare questa terminologia?", mi fa ridere. A volte diventa ridicola quando pensa a queste assurdità.

Si alza per abbracciarmi, appoggiando la testa sul mio petto, le accarezzo i capelli.

"Se sei single, puoi scoparti tutti i boni che vuoi. Nessuno te lo impedisce. Te che sei amante del sesso, sicuramente dovresti apprezzare", dice ironica.

Le accarezzo i capelli in modo più forte, come se le volessi dare una leggera botta, per l'ennesima cazzata che ha appena pronunciato.

"Ai, che vuoi farmi male?", domanda.

Sorrido, lei alza gli occhi per guardarmi.

"Sei dannatamente bella quando sorridi", pronuncia soddisfatta.

Cerco di nascondere il sorriso sornione che vuole esplodere fuori dalle mie labbra.

"Che sei bella, da impazzire, mia Sabriii-na", dice canticchiando.

"Non sei proprio brava".

"Lo so, ma ho te, che potresti insegnarmi ad essere migliore", mi lusinga con queste soavi parole.

"Limitati a fare sport Maria mia, che per il resto manco a madonna dei miracoli ce riesce. Fidati".

Inevitabilmente, il tempo insieme a lei mi riporta ad una serenità idilliaca.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora