Siamo in un posto simile al deserto del Sahara, dove fa un caldo madornale.
Stiamo sedute a terra, Maria è dietro di me.
Le mie spalle vengono accarezzate dalle sue mani.
Tra il giudizio e il rifiuto, avverto il mio cuore in gola.
'Questo significa vivere la vita', rifletto.
Guardo nei suoi occhi, ritrovandovi la giusta quiete.
"Non possiamo continuare cosi", ansima Maria.
"Cosi? Con l'irrefrenabile gelosia che mi spinge ad allontanarmi, in posti solitari, per non stare lì a farneticare su quello che pensa la gente?"
"Ogni tanto abbiamo bisogno dei nostri spazi, dove possiamo sederci a terra, senza essere viste dalle telecamere, dove a nessuno importa di noi. Anche se diventa sempre più impossibile..."
Poggio le mie mani sul suo viso, e avvicino lentamente le sue labbra alle mie.
"Dev'esse cosi impossibile Mari?"
"Stiamo condividendo dei momenti belli, amore mio", sussurra.
La sua lingua si fa spazio nella mia bocca, la bacio in modo passionale, lasciando che la passione ci coinvolga sempre più.
"Sembramo du fuggitive", ridacchio.
"Dipende da chi tra le due ha commesso qualche reato", dice con voce orgogliosa.
"Tanto te darei la colpa sempre a te", puntualizzo.
"Ah si? Ogni tanto mi piacerebbe avere solo una colpa", dice sottovoce.
La sua mano accarezza il mio interno coscia, mentre le sue labbra baciano con fermezza un punto del mio collo.
"Devi sapere che quando torno da lavoro, passo sempre sotto casa tua, anzi sono obbligata a farlo sia andata che ritorno, per controllare se tu sia sveglia, per vedere se per caso i miei pensieri riuscissero ad istigare i tuoi, a guardare fuori, in basso, anche se a volte è troppo tardi, e i nostri orari non conciliano... salirei in casa, solo per fare questo", dichiara con la stessa tranquillità con cui racconta le storie a 'C'è posta'.
Mi accarezza i capelli.
Si lecca il labbro inferiore e passa l'indice sulle labbra, prima di poggiarlo sulle mie.
"Andiamo in camera?"
"Sabry, non voglio iniziare a giocare", ridacchia.
Le dò una pacca sulla spalla.
"Te sei matta figlia mia", la guardo con fare infastidito.
"Sai gli ormoni a una certa età...".
"Nono... quelli poco c'entrano", sogghigno.
Le impongo di distendersi sulla sabbia, e mi siedo a cavalcioni su di lei.
"Comando io, anche quando mi fai gli scherzetti, e ti prendi gioco di me, alla fine la palla avvelenata ce l'ho sempre io, te posso colpi solo io", dichiaro, senza alcun diritto di replica.
L'abbraccio, lasciando che il mio seno ricada sulla sua faccia, e in men che non si dica, la mia maglietta diventa fradicia. Avverto delle spinte nelle parti intime, inizio ad ansimare, lei mi stringe i capelli in un pugno e affretta la sua mano a farsi spazio nel mio pantalone.
"Mery, ti prego", bisbiglio al suo orecchio.
"Mi stai implorando Brina?"
"Non voglio più conferme Mari, voglio una casa al mare in cui invecchiare con te, che me ne frega del mio matrimonio, me voglio sveglia con due fette de pane tostato che me prepari tu e che magari bruci, non con una che me chiama 'ammore', ma nun sa de te", dichiaro con tono che vela una certa fragilità.
***
"Che guardi con fare cosi attento sul cellulare?", domando imperterrita.
"La nascita del figlio di Barbara. Mi ha mandato un video, dove è tutto documentato", sibilla in leggero sottotono.
"Avresti voluto essere lì?"
"Non ho avuto tempo", risponde con velata amarezza.
"T'è venuta la luna storta stasera Mari?"
Non risponde, stringe forte la mia mano, come se non volesse lasciarmi per nessuna ragione al mondo."Noi siamo amiche Mari?", le domando con fare pensieroso.
Lei continua a non rispondere.
Mi osserva in maniera seria, continuando a non pronunciarsi.
"Tu sei tutte le carte che ho scelto di tenere sul tavolo Bri, avrei pagato la vita per mantenerti intatta. Mi piace il tuo modo di vivere, il tuo modo di essermi amica, il tuo modo di amare le donne, nonostante le preferenze maschili. Mi piace sentire quella cosa che mi toglie il fiato, quando non sei con me", dichiara in modo istintivo.
"E a me piace che tu non abbia pensato a tutto questo, e che per una volta non ti sia comportata da professoressa inglese", ridacchio.
"Mi accade sempre, lo sai bene anche te", mi sorride.
Poggia il pollice sotto al mio mento, per avvicinare il mio viso al suo. La bacio.
"Amica mia", sussurro.
"Abbiamo perso cosi tanto di noi stesse? Siamo state cosi nocive? Siamo state davvero solo briciole?", domanda incredula la bionda.
La guardo sospirando, lentamente mi alzo dal letto e raggiungo la soglia del balcone.
Guardo il mare blu, e poco dopo mi volto verso di lei, la vedo giocherellare con il suo orologio. Mi guarda sott'occhio e accenna un piccolo sorriso.
Il mio cellulare vibra nella tasca del pantalone, stento ad afferrarlo, perchè i miei pensieri sono totalmente rilassati e non voglio affossarli in qualcosa che non mi appartiene, tanto quanto Maria.
"Lo sento fin qui quel telefono", balbetta.
"Vibra come batte il mio cuore per te", ironizzo.
"Forse vibra per quella persona che ti sta chiamando".
"Vieni qui stupida", dico camminando lentamente, arrivando dinanzi a lei e porgendole la mano. L'afferra e ci concediamo un intenso abbraccio.
"Amo incredibilmente il modo in cui mi concedi, ogni qualvolta, di entrare nell'orchestra del tuo cuore, con quella serietà che ti contraddistingue, perchè anche se dovessimo continuare a litigare, rimarresti l'unica donna dalle mille notti e mai nessun altra al mondo", dichiara prima di baciarmi con foga.
"Mille notti in posti deserti Mari?"
"Basta che sia con te".
Le sue dita stuzzicano il mio collo, le lascio un bacio.
Ordiniamo fragole e champagne e dopo una decina di minuti, il cameriere le porta nella nostra camera servite su un vassoio d'argento.
Aspetto che vada via, chiudo la porta, chiudo le tende, e faccio in modo che nessuno si renda conto della nostra presenza.
Maria mi accarezza l'intimità da sopra i pantaloni, fino a quando non inizio a bagnarmi. Mi lascia in sospeso e afferra una fragole, l'assapora, mi lecca le labbra ed le lascio gettare la fragola nel contenitore. La bacio con molta passione, e scopiamo come se non avessimo pietà l'una dell'altra.
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Ogni stella merita di brillare
RomanceL'unica cosa reale risale alla composizione fisica, non che ai nomi delle protagoniste, vi troverete personaggi inventati, che tuttavia non risaltano il carattere eloquente, ma rispecchiano cio' che l'autrice ha desiderato narrare. Che sia per tutti...