Parte 53

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E' notte inoltrata, io non riesco a dormire. Mi rigiro tra le lenzuola continuando a pensare a quella disgraziata signora.

Flavio dorme, beatamente.

Prendo il cellulare dal comodino, chissà... forse anche lei sarà sveglia? Probabilmente starà godendo, come solo una vecchia arzilla sa fare.

D'improvviso squilla il telefono, mi vibra tra le mani fino a cadere sul letto.

"Tacci", sussurro, sperando di non far svegliare Flavio.

Mi sta chiamando lei, la donna del mistero, la donna di mille e una notte. Mi alzo dal letto, indosso gli occhiali e mi incammino per la casa, fino ad arrivare in salotto.

Rispondo alla chiamata.

"Disgraziata che non sei altro, cosa vuoi?".

"T'ho sognata, me so svegliata de colpo e ho pensato di chiamarti", dice con voce assonnata.

"La gran signora che hai al tuo fianco, non ti ha detto niente?", le domando con arroganza.

"Vuoi sapere cosa ho sognato?".

"Senti Mari, almeno una tra le due è riuscita a chiudere occhio. Non ho tempo per le tue stronzate", sentenzio.

"Dai cretina... fatti raccontare questo sogno".

"Cosa mi dai in cambio?", domando ricattandola.

"Ti ospito ad Amici, ti aumento il budget della serata. Va bene?".

"Sai che voglio ben altro...", affermo stufa del suo atteggiamento. Vuole ospitarmi ad Amici, con la consapevolezza che tutti parleranno di noi, alcuni di noi come coppia, non sapendo che la signora De Filippi scopa una Grande Donna, sottolineiamo queste due parole.

"Ero sul treno, dopo diverse fermate salì una donna, che non riconobbi all'istante. Indossava un cappello nero da pescatore, gli occhiali neri, e aveva una borsa con su scritto: SFR. Quella borsa sembrava familiare, ma la mascherina non dava chissà quanta impressione che potessi essere tu, mi soffermai sul seno e con le tue solite battute, con la faccia tosta di mandare a fanculo le persone, di urlare 'mortacci tua, dovevi guarda dove non potevi', ti riconobbi all'istante. Scoppiammo a ridere entrambe. Lì ti feci spazio accanto a me, ci stringemmo la mano e per tutto il tragitto, sia andata che ritorno, lo passammo insieme. Mano nella mano, come ai vecchi tempi. Tu sorridevi ed io volevo te. In quel momento non sapevamo la destinazione, non sapevo nemmeno che treno era, e non lo sapevi nemmeno tu. Ma il senso del mio sogno era che la vita ci sta portando nello stesso posto, non sappiamo dove, ma viaggiamo insieme. Ogni destinazione è perfetta insieme a te Sabrina, Roma è casa nostra". 



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