Parte 130

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Sono per strada con il mio bassotto, Giovanni.

Questa mattina, particolarmente calorosa di fine giugno, ne ho approfittato per uscire abbastanza presto.

Non vedo Sabrina da circa una settimana e si avvicina il suo compleanno, non ho ancora preparato nulla per l'occasione, quanto meno non conosco le sue intenzioni.

Dal mio profilo falso su Instagram, mi arriva una notifica.

La Ferilli ha appena pubblicato un post.

Cita: "Bianco e nero... mai mai nell'ombra".

Le foto sono un po' particolari, non tanto come quelle che mi invia in privato, ma alquanto, rimango incantata da quegli occhi ipnotici, tanto da non riuscire a smettere di guardarla, fa invidia a mondo. Le sue mani, quel reggiseno che si intravede. Mi sento la donna più fortunata al mondo, ogni volta che penso di aver sbottonato quel merletto, di aver avuto quegli occhi solo per me, quelle labbra, quella bellezza surreale tra le mie mani.

Provo a fare lo screenshot, per inviarla su Whatsapp, mentre formulo il messaggio:'Ho fame di te'. Mi rendo conto che il mio piede ha appena calpestato qualcosa di grosso, e essiccato al sole.

Alzo la testa guardando il cielo, e subito dopo controllando la scarpa, fortunatamente non ci sono residui.

Pongo il cellulare nella tasca, mentre continuo a camminare.

Dopo un po' squilla il telefono, Sabrina, rispondo.

"Pronto?"

"Ao sai che so io... te volti, che stai a cammina troppo veloce per starti dietro", ridacchia.

Mi volto e la vedo arrivare con Jackie al guinzaglio.

La saluto dandole un bacio sul collo.

"Non ho voglia di altre persone", le sussurro guardandola in modo amareggiato.

"Cos'è quello sguardo? Non te sei fatta senti pe una settimana a causa del lavoro... "

"Mica sei stata con Emanuela?"

Lei si volta dall'altra parte, senza degnarmi di nota.

"Sabri?"
"Forse c'è stata una serata, ho utilizzato un completino de Flavio e l'ho portata fuori a cena", insinua.

"Beh... è la fiamma del momento?"

"Tu sei il mio fuoco".

Senza trattenersi, senza pensare che i paparazzi possano essere in agguato, mi dà un bacio passionale.

"Sabri?"

"So uscite le foto con Mara, con la Fanelli, che sarà mai", esclama.

"Che forse su di noi ha i dubbi mezza Italia?"
"Non mi hai detto com'è andata quella cena e cosa è successo", cerco di cambiare argomento.

"Ti interessa?"
"Tu sei l'unica persona al mondo con cui non ho paura di essere me stessa, mi darebbe fastidio se lo fossi anche per qualcun'altra", dico con tono leggermente infastidito.

"Perchè non andiamo a mangiare due patatine?"

"Mi stai ascoltando Sabrina?", domando guardandola in modo severo.

"Ho ascoltato, ma tu sai che io ti amo immensamente e che nessuno potrà mai..."

La bacio, non lasciandole finire la frase.

"Secondo me è arrivato il momento di andare a mangiare qualcosina, non credi amore mio?"
"Amore mio, Mari?"

Annuisco prendendo la sua mano libera.

"Da oggi niente più briciole, solo pietanze succulente, e che lo venisse pure a sapere tutta l'Italia, li voglio fuori casa mia, per urlarlo, non ho niente da perdere, e tu sei l'unica persona che non voglio vedere andare via".

Porto la sua mano vicino alle mie labbra e la bacio.

"Sembri seria", dice in modo pensieroso.

Riprendo a baciarla, per minuti di cui non riesco a tenere il conto, la mia lingua si dimena con la sua.

E' un'eccitazione che mi causa le palpitazioni al cuore ogni volta, una forza vita che non stanca mai.

Premo il mio viso sul suo, quasi fino a farla male, e me ne rendo conto perchè emette un gemito di dolore e si stacca leggermente. 

***

Stiamo camminando per Villa Borghese, insieme ai nostri cagnolini.

Sabrina è intenta a guardarsi intorno per notare la vastità e la particolarità delle persone, io non sono da meno, ma per la maggior parte mi volto a guardare lei.

Intravede un gruppo di ragazzi molto muscolosi a petto nudo, e inizia a sorridere, mordendosi il labbro inferiore. Le dò una leggera gomitata.

"Ao me divertono ste cose, tanto nun ciò più l'età...lo sai", ridacchia.

Le stringo la mano.

"Tu hai ancora l'età per mangiarti il mondo!", dichiaro con fermezza.

Ci sediamo su una panchina, lei posiziona la sua mano sulla mia.

Abbasso leggermente la testa sul suo petto, per ascoltare il battito del suo cuore, ma anche per privare la visuale sul mio 'campo di forza'.

"Con tutto il mondo contro, ma con il suono del tuo battito nelle orecchie", simulo questo pensiero ad altavoce.

Sabrina mi dà un bacio sulla punta del naso.

"Non illudiamoci questa volta per favore, tanto non serve a niente, se fossimo sempre disposte a ritornare qui... tanto vale rimanerci... non credi?"

Prendo la sua pashmina dalla borsa e la posiziono dinanzi a noi, coprendoci totalmente.

La bacio, delicatamente.

"Mari niente più cose diffi..."

Prima che Sabrina possa terminare la frase il suo telefono squilla:"Emanuela".

"Ti sta chiamando per organizzare la prossima cena?", domando infastidita. I miei occhi sono puntati sullo schermo, e sui cuori di fila che ha inserito dopo il suo nome.

"Non lo so, non so cosa vuole", risponde in modo infastidito. Lasciando da parte il cellulare.

La guardo senza fiatare per qualche istante.

"Come devo fare con te Mari? Vogliamo stare insieme, ma iniziare con gli attacchi di gelosia?"

"Io non riesco a fidarmi come un tempo, non voglio darti più le mie briciole, voglio trascorrere tutto con te, ma forse dovremmo restare due amiche che scopano e che si vogliono troppo bene per non dirsi:'Ti amo'. Me danno fastidio Flavio, sta qui, che continuano a cercarti, le foto sui giornali, gli articoli, ormai ho più quelli sul cellulare che le tue foto con me", dichiaro in modo brusco.

"Loro fanno parte della mia vita e sarà sempre cosi, con Flavio dovrò continuare a mantenere le apparenze, sempre", dice in modo freddo.

"E con Emanuela, dovranno continuare ad uscire foto in cui vi stringete e poi? Arriverà quella del bacio?", domando alzando leggermente il tono della voce.

"Sono stanca Maria della tua gelosia, io sono stata obbligata ad andare avanti, quando ero innamorata di te", risponde con tono secco.

Si alza dalla panchina e inizia ad incamminarsi da sola con Jackie. Io resto a guardarla da lontano, fino a quando non si volta.

Le corro dietro, e la stringo forte, le dò un bacio sul collo.

"Andiamo a casa, che voglio assaporare i tuoi margini", le sussurro.

"Te non te farai perdona cosi... lo sai vero?", domanda ridacchiando e guardandomi in modo dolce quanto provocatorio. 

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora