64 - Dimissioni e addii - Volume due

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Un'ora dopo

<Ci sentiamo dopo amore... > dice Azzurra prima di scendere dalla macchina

Dopo che sono stati da lei, perché doveva cambiarsi, ha preso la sua auto e dato le chiavi a Michele, perché in prestito.

<Sicura che posso tenere la macchina?> chiede Michele, al volante
<Che domanda è? Certo che puoi... Devi solo venirmi a prendere> ride e chiude la portiera
<Chiamami quando hai finito> dice e lei annuisce
<A dopo> sorride e si incammina verso la grande vetrata.
Si gira e nota Michele ancora fermo che la guarda oltre il finestrino.

Con un cenno di mano lo saluta definitivamente, entrando poi nell'azienda, sospirando a gran lunga.

Non è facile lasciare il lavoro che in questi anni l'ha gratificata e fatta crescere.
Ma non c'è altra soluzione.
Deve chiudere definitivamente con il passato e progettare il futuro.

Prende l'ascensore.
Conta i secondi, che per la prima volta le sembrano interminabili.
Le porte si aprono e subito esce, salutando tutti i colleghi con sorriso.

Nota dall'esterno che l'ufficio di Cristiano non è occupato da lui e quindi è giunta ad una conclusione.

È davvero andato via.

L'unica cosa che si dispiace è di non essere riuscita a parlargli come si deve.

<Stefania, il signor Salvatore dove lo trovo?> chiede all'assistente, presa ad appuntare sul taccuino
<Dovrebbe essere nel suo ufficio. Buongiorno signorina Azzurra>
<Buongiorno a te, scusami> le sorride e si allontana

Cammina verso l'ufficio dell'uomo, bussando alla porta semi aperta.

Cammina verso l'ufficio dell'uomo, bussando alla porta semi aperta

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<Avanti> sente dire

Entra, sentendo tutti i muscoli tesi.

<Buongiorno... Possiamo parlare?> dice Azzurra, entrando
<Però... Hai davvero la faccia tosta> dice l'uomo, senza degnarle di uno sguardo
<Lo so che non sono gradita, ma dovevo venire per chiudere il mio percorso lavorativo con la sua azienda>
<Siamo tornati al "lei">
<Questo perché siamo tornati capo e dipendente. Non c'è alcuna relazione personale in questo momento>
<Certo... In ventiquattro ore siamo diventati capo e dipendente... Ma è con la mia ex nuora che voglio parlare, possibilmente diamoci del tu perché lo trovo alquanto ridicolo dopo cinque anni> la guarda, mentre si toglie gli occhiali, poggiandoli nervosamente sulla scrivania
<Sono qui>
<Lo vedo>
<Mi scuso nuovamente per quello che ho fatto a Cristiano >
<Il punto è che ormai l'hai fatto e io non posso fare nulla per rimediare>
<Ho voluto bene a tuo figlio. Su questo non dubitare mai>
<Strano modo di mostrare il bene... Evidentemente abbiamo imparato da due vocabolari diversi>
<Non credo nella vita sei stato tanto perfetto Salvatore! Giudichiamo così tanto gli altri, ma perché prima non vediamo dentro noi?>
<Stai uscendo fuori strada... Non stiamo parlando di me e te> gesticola, con la penna fra le dita
<È che sono stufa! Ho capito di aver sbagliato... Ho chiesto perdono... Cos'altro posso fare?> spalanca le braccia
<Sparire dalle nostre vite e cerca il modo di non incrociare più le nostre strade> intanto le mette davanti le dimissioni

Ha già anticipato la mossa.

<Una firma qui, grazie> continua Salvatore

Azzurra in qualche modo, sente il peso di quei sensi di colpa, giocarle il respiro, rendendolo corto e pesante.

Prende la penna, si piega verso il foglio e bagna la parte bianca con la sua firma.

<Mi dispiace> continua, facendo cadere una lacrima direttamente sul foglio

Salvatore la sta osservando.
Nonostante tutto, quelle lacrime, gli smuovono qualcosa dentro.

<Togliendo quello che è successo con Cristiano, volevo dirti che sei stata un membro valido ed eccellente nella mia azienda, quindi ho lasciato in accordo a Cristiano, un rapporto su di te, per agevolarti nei prossimi impieghi. Questo è tutto> dice e ritorna a guardare il PC

Azzurra ha un sorriso tra le lacrime.
È così gratificante quello che è uscito dalla bocca dell'uomo, nonostante il risentimento verso di lei.

<Salvatore> lo richiama
<Cosa?> le porta lo sguardo
<Che dire... Grazie> dice e si asciuga le lacrime
<Non ho fatto nulla> dice e ritorna sul PC
<Invece hai fatto molto per me e mio padre... Te ne sarò sempre grata>

L'uomo ha smesso di risponderle.

Azzurra prende ad uscire dall'ufficio, quando si imbatte in Cristiano.
Lo scruta immediatamente.
È così spento.
Occhiaie abbastanza evidenti.
Cupo.

<Cris> dice e lui dopo averla guardata negli occhi, passandole tutta la delusione che regna dentro lui, prende a camminare, ma lei lo blocca dal polso

<Mi concedi un solo minuto? Per favore te lo chiedo> gli chiede

Cristiano non si gira.
Resta fermo, guardando un punto impreciso.

<Grazie per quello che avete scritto su di me e scusami ancora per quello che ti ho fatto... So che due paroline non servono a nulla,ma io davvero ci sto male ... Non lo meritavi... Io questo lo so e mi maledico per aver perso l'uso della ragione in quel periodo> dice e rilascia il suo polso

Cristiano si gira e la guarda negli occhi.

Cristiano si gira e la guarda negli occhi

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<Quello che conta è che tu sia felice... Ho voluto sempre questo per te! Mi distrugge l'idea che non sono riuscito io a darti la felicità che meriti... O almeno, ci avevo creduto ma poi mi hai ricordato che non era così... Che la tua felicità non ero io... Che ero solo una cazza di copertura... >
<Sei stato fondamentale per me... E non parlo per questione economica... Tu mi hai fatto davvero del bene ed è giusto riconoscertelo> si avvicina di più a lui
<Al contrario, tu mi hai ferito... Tanto> dice distrutto
<Non finirò mai di pensare a quello che ti ho fatto, ma ho bisogno del tuo perdono prima di vederti andare via>
<Parto nel pomeriggio...  Non ci vedremo più Azzurra>
<Io ti auguro di trovare una persona che possa ricambiare i tuoi sentimenti perché te lo meriti... Meriti tutta la felicità di questo mondo Cristiano> si getta nelle sue abbraccia e lo stringe in lacrime

Cristiano non resiste alla sua tentazione di abbracciarla.
Resta che vederla in lacrime, gli si spezza il cuore.
Quel cuore che esige lei, ma che non c'è e non ci sarà mai.

<Addio Azzurra> si stacca da lei e va via, lasciandole un mezzo sorriso.
In fondo si sente perdonata da lui, ma non è abbastanza forte da ammetterlo

In fondo si sente perdonata da lui, ma non è abbastanza forte da ammetterlo

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Uɴʙʀɪᴅʟᴇᴅ Pᴀssɪᴏɴ (Hande E Michele) 1 𝒆 2 𝑽𝒐𝒍𝒖𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora