<Ci sentiamo dopo amore... > dice Azzurra prima di scendere dalla macchina
Dopo che sono stati da lei, perché doveva cambiarsi, ha preso la sua auto e dato le chiavi a Michele, perché in prestito.
<Sicura che posso tenere la macchina?> chiede Michele, al volante <Che domanda è? Certo che puoi... Devi solo venirmi a prendere> ride e chiude la portiera <Chiamami quando hai finito> dice e lei annuisce <A dopo> sorride e si incammina verso la grande vetrata. Si gira e nota Michele ancora fermo che la guarda oltre il finestrino.
Con un cenno di mano lo saluta definitivamente, entrando poi nell'azienda, sospirando a gran lunga.
Non è facile lasciare il lavoro che in questi anni l'ha gratificata e fatta crescere. Ma non c'è altra soluzione. Deve chiudere definitivamente con il passato e progettare il futuro.
Prende l'ascensore. Conta i secondi, che per la prima volta le sembrano interminabili. Le porte si aprono e subito esce, salutando tutti i colleghi con sorriso.
Nota dall'esterno che l'ufficio di Cristiano non è occupato da lui e quindi è giunta ad una conclusione.
È davvero andato via.
L'unica cosa che si dispiace è di non essere riuscita a parlargli come si deve.
<Stefania, il signor Salvatore dove lo trovo?> chiede all'assistente, presa ad appuntare sul taccuino <Dovrebbe essere nel suo ufficio. Buongiorno signorina Azzurra> <Buongiorno a te, scusami> le sorride e si allontana
Cammina verso l'ufficio dell'uomo, bussando alla porta semi aperta.
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<Avanti> sente dire
Entra, sentendo tutti i muscoli tesi.
<Buongiorno... Possiamo parlare?> dice Azzurra, entrando <Però... Hai davvero la faccia tosta> dice l'uomo, senza degnarle di uno sguardo <Lo so che non sono gradita, ma dovevo venire per chiudere il mio percorso lavorativo con la sua azienda> <Siamo tornati al "lei"> <Questo perché siamo tornati capo e dipendente. Non c'è alcuna relazione personale in questo momento> <Certo... In ventiquattro ore siamo diventati capo e dipendente... Ma è con la mia ex nuora che voglio parlare, possibilmente diamoci del tu perché lo trovo alquanto ridicolo dopo cinque anni> la guarda, mentre si toglie gli occhiali, poggiandoli nervosamente sulla scrivania <Sono qui> <Lo vedo> <Mi scuso nuovamente per quello che ho fatto a Cristiano > <Il punto è che ormai l'hai fatto e io non posso fare nulla per rimediare> <Ho voluto bene a tuo figlio. Su questo non dubitare mai> <Strano modo di mostrare il bene... Evidentemente abbiamo imparato da due vocabolari diversi> <Non credo nella vita sei stato tanto perfetto Salvatore! Giudichiamo così tanto gli altri, ma perché prima non vediamo dentro noi?> <Stai uscendo fuori strada... Non stiamo parlando di me e te> gesticola, con la penna fra le dita <È che sono stufa! Ho capito di aver sbagliato... Ho chiesto perdono... Cos'altro posso fare?> spalanca le braccia <Sparire dalle nostre vite e cerca il modo di non incrociare più le nostre strade> intanto le mette davanti le dimissioni
Ha già anticipato la mossa.
<Una firma qui, grazie> continua Salvatore
Azzurra in qualche modo, sente il peso di quei sensi di colpa, giocarle il respiro, rendendolo corto e pesante.
Prende la penna, si piega verso il foglio e bagna la parte bianca con la sua firma.
<Mi dispiace> continua, facendo cadere una lacrima direttamente sul foglio
Salvatore la sta osservando. Nonostante tutto, quelle lacrime, gli smuovono qualcosa dentro.
<Togliendo quello che è successo con Cristiano, volevo dirti che sei stata un membro valido ed eccellente nella mia azienda, quindi ho lasciato in accordo a Cristiano, un rapporto su di te, per agevolarti nei prossimi impieghi. Questo è tutto> dice e ritorna a guardare il PC
Azzurra ha un sorriso tra le lacrime. È così gratificante quello che è uscito dalla bocca dell'uomo, nonostante il risentimento verso di lei.
<Salvatore> lo richiama <Cosa?> le porta lo sguardo <Che dire... Grazie> dice e si asciuga le lacrime <Non ho fatto nulla> dice e ritorna sul PC <Invece hai fatto molto per me e mio padre... Te ne sarò sempre grata>
L'uomo ha smesso di risponderle.
Azzurra prende ad uscire dall'ufficio, quando si imbatte in Cristiano. Lo scruta immediatamente. È così spento. Occhiaie abbastanza evidenti. Cupo.
<Cris> dice e lui dopo averla guardata negli occhi, passandole tutta la delusione che regna dentro lui, prende a camminare, ma lei lo blocca dal polso
<Mi concedi un solo minuto? Per favore te lo chiedo> gli chiede
Cristiano non si gira. Resta fermo, guardando un punto impreciso.
<Grazie per quello che avete scritto su di me e scusami ancora per quello che ti ho fatto... So che due paroline non servono a nulla,ma io davvero ci sto male ... Non lo meritavi... Io questo lo so e mi maledico per aver perso l'uso della ragione in quel periodo> dice e rilascia il suo polso
Cristiano si gira e la guarda negli occhi.
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<Quello che conta è che tu sia felice... Ho voluto sempre questo per te! Mi distrugge l'idea che non sono riuscito io a darti la felicità che meriti... O almeno, ci avevo creduto ma poi mi hai ricordato che non era così... Che la tua felicità non ero io... Che ero solo una cazza di copertura... > <Sei stato fondamentale per me... E non parlo per questione economica... Tu mi hai fatto davvero del bene ed è giusto riconoscertelo> si avvicina di più a lui <Al contrario, tu mi hai ferito... Tanto> dice distrutto <Non finirò mai di pensare a quello che ti ho fatto, ma ho bisogno del tuo perdono prima di vederti andare via> <Parto nel pomeriggio... Non ci vedremo più Azzurra> <Io ti auguro di trovare una persona che possa ricambiare i tuoi sentimenti perché te lo meriti... Meriti tutta la felicità di questo mondo Cristiano> si getta nelle sue abbraccia e lo stringe in lacrime
Cristiano non resiste alla sua tentazione di abbracciarla. Resta che vederla in lacrime, gli si spezza il cuore. Quel cuore che esige lei, ma che non c'è e non ci sarà mai.
<Addio Azzurra> si stacca da lei e va via, lasciandole un mezzo sorriso. In fondo si sente perdonata da lui, ma non è abbastanza forte da ammetterlo
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