30 - Eri tutto quello che volevo

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Sheila è appena andata via.
Ha capito chiaramente che Azzurra non sarebbe uscita da quella stanza fino a quando non avrebbe lasciato l'appartamento.

<Azzurra> dice Michele subito, dietro alla porta
<Dimmi> dice solo lei, mentre chiude la cerniera del trolley
<Si può sapere perché non sei più uscita dalla stanza?>
<Perché non mi sembrava il caso>
<Come? Che stai facendo? Posso aprire?>
<Certo. Sei il padrone di casa infondo> dice lei, visibilmente nervosa e non solo

È anche tanto tesa.

Michele quando apre la porta capisce chiaramente le intenzioni di Azzurra.

<Ok che stai facendo?> chiede ,mentre porta le mani nelle tasche
<Torno a casa>
<Ma sei arrivata da poco>
<Michele noi due dobbiamo parlare> dice poi Azzurra, girandosi verso di lui e notare quanto Michele sia dispiaciuto della situazione
<Che succede Azzurra? Non mi passi nulla di buono>
<Infatti è così. Ho fatto la mia decisione e mi aspetto rispetto per essa>
<Che decisione?>

A quel punto Azzurra si avvicina del tutto a lui.
Lo guarda negli occhi e l'estremo nervoso comincia a farsi vedere anche negli occhi.

<Partiamo dall'inizio> dice e Michele sospira pesantemente, passando una mano nei capelli
<Se parti così non è il massimo>
<Michele mi devi stare a sentire e possibilmente cerca di non interrompermi perché non è facile nemmeno per me> dice, amareggiata, con occhi estremamente unti dalle lacrime

<Partiamo dall'inizio> dice e Michele sospira pesantemente, passando una mano nei capelli<Se parti così non è il massimo><Michele mi devi stare a sentire e possibilmente cerca di non interrompermi perché non è facile nemmeno per me> dice, amareggi...

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<Va bene> dice lui, abbassando lo sguardo

<Ammetto che non volevo partecipare al viaggio... Se mi hai trovata su quell'aereo è solo ed esclusivamente grazie alla mia amica. Era l'unico modo per farmi staccare dalla mia routine perché da quando è morta mia madre, io ho occupato inevitabilmente il suo posto. Ho cercato di essere forte non solo per me, ma anche per mio padre. > comincia a dire, fermandosi un momento per via di un colpo di tosse

Michele è la prima volta che ascolta la sua storia.
Anche se non la guarda, le sue parole arrivano dritte al cuore.
<E devo ringraziarla non appena torno perché è stata comunque una bella esperienza... Ho conosciuto persone splendide, tra cui Antonio, Metra e Rob... E... Ho conosciuto te > continua e scende un'altra lacrima all'istante
<Mi ero ripromessa di non portare il cuore con me, perché è l'unico organo che mi fa soffrire da sempre... I primi giorni sono stati bellissimi... Mi sono divertita con te... Ci siamo punzecchiati e nello stesso tempo conosciuti, perché vuoi o non vuoi, è uscito qualcosa di noi in quelle battute fino a quando ho capito che per me stavi diventando qualcosa di più... Che ti stavi insuanando qui - indica il cuore - perché sei così intenso e profondo, che non hai dovuto fare poi molto per riuscirci... Ti sei aperto a me, l'ho apprezzato. Mi hai persino salvato la vita, e quel genere di cose le ho viste solo nei film. Tu me l'hai reso realtà... Ed era tutto così bello perché cazzo, stavamo finendo a letto tanto è la voglia cce abbiamo l'uno dall'altro...>
<Ma?> dice lui, guardandola ora, in maniera tagliente

Come se in questo momento ha alzato lo scudo per proteggersi da quelle parole che gli faranno male.

<Ma non può essere nient'altro che un ricordo... Ora hai delle responsabilità ed è giusto che tu te le assuma tutte... Sheila ha bisogno di te, tuo figlio ha bisogno di te. Non c'è spazio per me in questo quadretto familiare>
<Hai dimenticato tutto quello che ti ho detto?>
<Non ha importanza Micky. Io non ce la faccio... Non posso mi dispiace> dice, con labbro tremante perché sta lasciando andare il suo amore.
Il suo primo amore.
<Non posso replicare giusto? > dice Michele, trattenendo la voglia di spaccare qualcosa, mani che sente sempre più tese
<Hai deciso per me... Questo hai fatto>
<Non è proprio così>
<Ah no? Ti hai scelto di non esserci e hai scelto che è sbagliato per me. Hai fatto tutto tu Azzurra... Ma va bene... Non vuoi esserci? Quella è la porta> la indica e continuano a guardarsi negli occhi, parlandosi
<Sei un bellissimo ricordo> continua lei

Michele non risponde.
Distoglie persino lo sguardo.
Non riesce a guardarla perché in automatico si frantuma il suo cuore.

Azzurra prende il trolley e lo mette giù da letto.
Si guarda attorno per capire se ha preso tutte le sue cose e si sofferma di nuovo su di lui.

<Io vado> dice poi, e Michele annuisce
<Ti porto in aeroporto > dice distaccato
<No, non serve. Prenderò un taxi... Non rendere le cose più difficili> dice, prendendo a camminare verso la porta d'uscita, seguita da un Michele fuori di sé

Azzurra apre la porta e dopo essere stata qualche secondo con gli occhi chiusi, si gira verso di lui.

<Mi dispiace> dice con filo di voce
<Eri tutto quello che volevo> dice lui, guardandola intensamente fino a quando Azzurra non esce da quella porta per sempre

<Mi dispiace> dice con filo di voce<Eri tutto quello che volevo> dice lui, guardandola intensamente fino a quando Azzurra non esce da quella porta per sempre

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Uɴʙʀɪᴅʟᴇᴅ Pᴀssɪᴏɴ (Hande E Michele) 1 𝒆 2 𝑽𝒐𝒍𝒖𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora