98 - Davide ed Elena - Volume due

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Milano

Davide è appena arrivato in ufficio.
Lascia la cartellina sulla scrivania e accende il PC, notando poi le varie mail arrivate.
Non so è nemmeno scomodato a sedere.

Squilla poi il telefono dell'ufficio.
Risponde.

È la sua segretaria che gli comunica una chiamata sulla linea due.

<Va bene> risponde e prende l'altra chiamata

<Sono Elena> dice ancor prima di far parlare lui

Davide sogghigna.

<Non ho capito che intenzioni hai... Perché chiamarmi in ufficio? E perché non presentarti direttamente?> chiede, titubante
<Per evitare spiacevoli disgrazie... Ci siamo intesi>
<Passo e chiudo> taglia corto, disturbato da quell'affermazione di certo non banale.

Improvvisamente, torna quel dolore al fianco che lo rimette k.o, portandolo a sedersi quasi subito, sfinito e ansimante.

<Che maroni> mormora tra sé e sé, mentre preme la parte dolente

È così che va avanti, fino a quando, Elena non fa irruzione nel suo studio.

Lo vede impegnato al computer, ma respira aria strana.

<Come vedi, non ci sono spiacevoli sorprese> dice lui, senza nemmeno dedicarle uno sguardo
<Invece temo ci sia! Ma non so a che gioco stai giocando Davide> lamenta lei, sedendosi dall'altra parte della scrivania
<Che hai stamattina? Sono curioso>  continua a pigiare tasti, come se fosse nulla
<Puoi dedicarmi un minuto di attenzione? Solitamente si guarda negli occhi una persona quando si è in un discorso... >
<Non ho bisogno delle tue lezioni di vita>
<Davide guardami> dice più dura, trattenendo le lacrime

Lui lo fa.
Le dita sono poggiate ancora sulla tastiera, ma immobili.

<Che succede?> le chiede
<Mi hai mentito ancora una volta... Abbiamo sempre detto che potevamo riempirci di bugie, ma non sulla salute... Su quella non si scherza! Ma tu, ancora una volta, mi hai dimostrato l'importanza che ho per te! Equivalente a zero> mima con le dita e lui pare sbiancare davanti alla conoscenza della situazione da parte di sua moglie
<Mi spieghi che stai dicendo?> continua a mentire
<Sto dicendo quello che dovevi dirmi tu probabilmente> gli occhi si riempiono di lacrime

Davide zittisce.
Sospira.

<Sei malato e non lo dici? Quanto può essere giusto quello che stai facendo?Sia a me che ai  tuoi figli ci hai pensato?> gli punta il dito
<Ho una riunione a momenti... Per il resto, non è un problema vostro> davanti a quelle parole dette come se non avessero un peso, Elena lancia il portapenne per terra con rabbia

La stessa che si legge negli occhi.

<Sei impazzita per caso?> dice nervosamente, alzandosi e guardarla attentamente
<Si! Con te quella sono! Una pazza! Mi hai tolto tutto! Lucidità compresa! L'unica cosa buona che mi hai dato è Michele! SONO STUFA> sbraita, dando un pugno sulla scrivania
<È meglio se lasci lo studio o mi farai entrare nel ridicolo... Ci tengo alla mia reputazione, anche perché mi ritrovo davanti ad una scelta bella forte e non ho voglio essere messo a tappeto a causa tua> la indica, sentendo il suo ansimare diventare più intenso

Esce da dietro alla scrivania.

<E ora che vuoi dire ? Possibile che non sai dialogare come tutte le persone normali? Devo sempre entrare io nella tua testa e capire la metà della frase non detta! > gli va dietro , in lacrime
<Non avevi detto che era finita tra noi? Ma a quanto pare fai e dici, ritornando poi al punto di partenza! Non sai fare a meno di me> le sorride in maniera provocatoria, facendola cadere nuovamente nel ridicolo

<E ora che vuoi dire ? Possibile che non sai dialogare come tutte le persone normali? Devo sempre entrare io nella tua testa e capire la metà della frase non detta! > gli va dietro , in lacrime<Non avevi detto che era finita tra noi? Ma a quanto p...

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<Hai fatto sempre così! Ti piace umiliarmi e ti piace vedere questa mia reazione nonostante non te ne fotte un cazzo di me! E hai ragione - lo guarda negli occhi mentre si avvicina - non meriti tutte queste attenzioni,ma è questo cazzo di cuore che non smette di amarti> spalanca le braccia, togliendo ancora una volta,le parole a Davide

<Faresti bene invece a prepararlo al peggio! > dice in maniera cruda , aprendo la porta , ma Elena richiude la porta nervosamente

<Smettila di scappare> si mette davanti alla porta, ritrovandosi suo marito a pochi centimetri

La sua difficoltà è aumentata.

<Che vuoi ancora?> dice lui, portando le mani in tasca
<Voglio sapere tutto quello che sta succedendo ,perché l'ho scoperto da tuo fratello>
<Se lo sai, perché vuoi che te lo dica io? Ti ha già detto tutto no?>
<È dalla tua bocca che lo voglio sentire! Possibile che sei così arido? >
<Possibile che te ne sia accorta solo ora? Perché rinfacciarlo dopo tanti anni?>
<Non eri così... Lo sei diventato! Il vero te l'ho conosciuto solo io ed è di quel Davide che mi sono innamorata! Dove cazzo è finito?>
<Non sono abituato a questo tipo di discorsi! Sono sempre io, sono le circostanze che ci cambiano>
<Tu non vai da nessuna parte! E farai quell'intervento subito! Cos'è questa storia che hai rinunciato a tutto?>
<Ora vuoi decidere anche per me? Io faccio quello che voglio! Regola numero uno, ognuno i cazzi suoi> apre nuovamente la porta, lasciandola nell'incertezza.
Nella rabbia.
In una bolla nera.

In una bolla nera

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Uɴʙʀɪᴅʟᴇᴅ Pᴀssɪᴏɴ (Hande E Michele) 1 𝒆 2 𝑽𝒐𝒍𝒖𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora