103 - La cena/parte uno- Volume due

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Elena, visto la situazione di Davide tanto critica, ha deciso di radunare la famiglia a cena, forse per la prima volta nella loro vita.

Ovviamente l'invito è stato esteso anche a Stefano che arriverà in compagnia di Crystal.
Michele invece poterà solo Azzurra, perché Gioia è troppo piccola per ascoltare determinati discorsi.

Ed eccoli che stanno raggiungendo la villa, con l'ansia per quello che andranno a parlare.

Azzurra guarda Michele.
Lo vede e lo sente teso.
Lo nota anche da come guida.

<Sei pensieroso?> dice Azzurra, con braccia conserte, mentre lo guarda
<Come non potrei! Ho ansia di quello che diremo a quella cena>
<Io credo invece che sia stata una buona idea quella di tua madre... Il suo intento è quello di trovare un equilibrio e di ficcare nella testa di tuo padre che è sbagliato quello che ha pensato di fare>
<Sai vero che in questi anni ho provato tante volte ad avere un dialogo con lui, poco più profondo e lui non me l'ha permesso? Davide Morrone non parla! Non avremo mai questo onore> dice Michele, sospirando e passare alla prossima marcia per aumentare la velocità
<Io credo che tuo padre non è cattivo e fa vedere quello che non è! Lo vedo come un uomo che indossa una maschera>
<Azzurra... Il punto è questo... Maschera o meno, non dico che è stato pessimo come padre, nei miei confronti dico, ma quasi. Era presente fino a quando ero il suo disegno, quando ho voltato tutto e quindi messo a tavolino quello che volevo per me, lui che ha fatto? Mi ha voltato le spalle! Non c'è stato più per me, tranne per le questioni di azienda perché era una cosa a favore suo! Un padre invece dovrebbe supportare un figlio giusto? Ma lui è diventato un fantasma! Questo a me ha ferito molto> si punta il dito, e svolta nella strada che conduce alla villa

Azzurra ha gli occhi che luccicano dalle lacrime che tendono a scendere.
Sente la sofferenza di lui, tanto quanto quella che le ha procurato il suo di padre sulla pelle.

Anche Stefano e Camila sono presi in un discorso in merito a Davide da quando sono entrati in macchina.

<Evita di dirgli che mi esibisco al locale per favore> gli fa questo accorgimento Stefano
<Pensi davvero non lo sappia? Ti ricordo che ieri sono stati messi cartelloni per tutta la zona per il grande evento> dice, tantino nervosa.

Lo è ogni volta che aprono l'argomento.

<Lo sa o meno poco mi importa, ma stasera proprio non ho voglia di parlare di questo>
<Sei consapevole che tuo padre sparerà le sue solite offese gratuite?>
<Tu lo sai che ci sono abituato? >
<No Stè! Sei tu che pensi di esseryi abituato ma non è così, questo lo sai anche tu - gli punta il dito - perché io ti conosco! Ti vedo quanto in realtà quelle parole ti lacerano dentro! Ma va bene... Fingi di nulla>
<Sono così pieno di lividi, che non ho spazio per altri>
<La devi smettere! Devi dirglielo che non le meriti! Che non gli hai fatto niente per essere offeso così gratuitamente! "Sei nato dal loro peccato", attenzione! "Non sei il peccato" che è diverso > sbraita, sbuffando
<Crystal, non devi preoccuparti per me>
<No infatti! Al contrario non ti saresti preoccupato! Mi avresti ignorata> dice sarcastica
<Devi capire una cosa - si ferma al rosso - mi odiava già prima che arrivassi al mondo... Ho ventisette anni giusto? Ventisette anni che cerco mio padre anche se ce l'ho di fronte... Ormai mi sono abituato al peggio> gli occhi di Stefano diventano così cupi in un nanosecondo
<Io so che dentro te hai un dolore immenso! Non c'è bisogno che lo esprimi a parole, mi basta vederti per capirti - guarda le mani di lui come stringono più forte il manubrio - tu non meriti quell'uomo come padre>
<È mio padre e lo sarà per sempre>
<Lo è dove esattamente? Perché nemmeno su carta lo è! A me tutto questo mi fa incazzare>
<Lo capisci che nelle mie vene circola lo stesso suo sangue?>
<Ne sei sicuro?>
<Forse non lo sai ma mia madre mi ha svelato che ho lo stesso gruppo sanguigno di mio padre... Cosa che vuole o non vuole, ci lega... >
<Sai vero quando dicono che padre non è chi ti dà opportunità di venire al mondo, ma chi ti cresce?>
<Beh, io ho avuto solo una madre e la sua foto>
<Perché lui non ti ha mai accettato?>
<Io non lo so e mia madre non me l'ha voluto mai dire! Mi ha solo detto di odiarlo>
<Cosa che non stai facendo e questo comunque ti fa onore! >
<Io non posso odiarlo! Piuttosto voglio che lui getti la corazza, mi guardi negli occhi e mi porti nelle sue braccia! Lo sto aspettando questo momento da quando avevo cinque anni! Ero fermo sotto l'albero di natale vestito da Elfo, con una misera letterina tra le mani e la speranza nel cuore di vederlo... Ma ...> si ferma, facendo vari colpetti di tosse per schiarirsi la voce
<Lui non è mai arrivato> conclude lei la frase, aiutandolo, visto la difficoltà

Riprende la marcia.

Manca poco all'arrivo.

<Esatto! Piuttosto mia madre mi ricordava che lui era impegnato con suo Michele e sua moglie... Allora quella gelosia da bambino col tempo mi ha portato a guardare mio fratello con occhi diversi >

<Io non ho ancora inquadrato tuo fratello, te lo sto dicendo in confidenza Stè, non mi fa impazzire nemmeno così tanto Azzurra> si esprime in merito
<Perché questo pensiero su di loro?>
<Al momento è una questione di pelle. Posso sbagliarmi, sicuramente>
<Sai perfettamente che Michele ha un ruolo importante nella mia vita ora come ora... Se non fosse per lui io non ero in quella azienda e se non fosse per lui non avrei mai creduto in me. Gli devo molto> dice Stefano, ancora sorpreso da quell'affermazione di lei riguardo Michele e Azzurra
<Tu sei suo fratello, credo ci sia un rapporto per ben diverso>
<Ok, non ti è simpatico>
<Eppure lo conosco da un bel po' visto che abbiamo collaborato insieme in azienda, ed è questo il punto... Lo vedo snob! Uno che sa il suo posto ovunque metta piede>
<Ha le sicurezze che nel tempo si è costruito! Fosse per i genitori, sarebbe al mio stesso livello e poi è padre, e copre quel ruolo magnificamente>
<Si lo so... A proposito... Ti vedo impacciato quando sei con lei>
<Sono un disastro con i bambini>
<Vuol dire che migliorerai con nostro figlio - accarezza la guancia - perché lo avremo un figlio... O forse due... O tre...> Stefano comincia a ridere e la blocca portando una mano sulla sua bocca
<Che ho detto?> ride lei ora
<Ora non esageriamo... Già tanto se ne avremo uno>
<Ehi! Tanto chi comanda sono io>

<Si certo! Questa è la legge di voi donne><Puoi dirlo forte ma prima

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<Si certo! Questa è la legge di voi donne>
<Puoi dirlo forte ma prima... Devi smettere di esibirti! Che diremo a nostro figlio?>
<Non crearti problemi tanto non c'è al momento>
<Al momento...>
<Ti stai coprendo vero? >. sembra improvvisamente spaventato, talmente da rallentare

Crystal ride.

<Scemo, certo che si... Tranquillo> continua a ridere
<Tu vedi questa> dice lui, borbottando
<Cazzo! Sei sbiancato>
<Mi sembra il minimo> continua lui, facendola ridere

Un momento di silenzio.

<Grazie comunque> riprende il discorso Stefano
<E di cosa?>
<Per avermi fatto ridere... Ne avevo bisogno>
<Ti strapperei sempre un sorriso, perché meriti di sorridere sempre>
<Anche tu> dice lui , spegnendo la macchina, ormai giunti a destinazione.

 Ne avevo bisogno><Ti strapperei sempre un sorriso, perché meriti di sorridere sempre><Anche tu> dice lui , spegnendo la macchina, ormai giunti a destinazione

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Uɴʙʀɪᴅʟᴇᴅ Pᴀssɪᴏɴ (Hande E Michele) 1 𝒆 2 𝑽𝒐𝒍𝒖𝒎𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora