"Every step I'm taking
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking
But I gotta keep trying
Gotta keep my head held high."
THE CLIMB – MILEY CYRUSALASKA
"Dove cazzo è il mio cellulare?" esordii, piombando all'interno del pub, che oramai era diventato come una seconda casa per me. Effettivamente, passavo più tempo lì che a casa mia.Mi diressi con passo frettoloso verso il bancone, il mio trono del potere, e notai che Danny vi era appoggiato sopra per parlare con una ragazza dai lunghi capelli biondi che spuntavano da un cappellino di lana grigia.
"Noi staremmo parlando" , tentò di ammonirmi Danny, cercando di farmi capire che li avevo interrotti in malo modo.
"E quindi?" gli risposi colorando le mie parole con un pizzico di strafottenza e posando la mia borsa consumata sulla superficie in marmo del bancone.
Lui sorrise scuotendo la testa e gettandosi lo straccio che teneva in mano sulla spalla. La ragazza, invece, mi lanciò uno sguardo incuriosito, una scintilla divertita negli occhi chiari.
Io aprii i cassetti e le ante del bancone, richiudendoli poi velocemente, alla ricerca del mio iPhone nero vecchio modello. Dopo aver setacciato ogni pertugio, mi risollevai sconfitta, sbuffando, rendendomi poi conto che Danny stava reggendo in mano qualcosa.
Il mio cellulare.
Feci un sospiro di sollievo e glielo presi di mano. "Potevi dirmelo subito che l'avevi trovato!"
"E negarmi la possibilità di godermi la scena di te che metti a soqquadro il Pub? Non ne sarebbe valsa la pena."
"Idiota", commentai, ma lui mi ignorò, indicando con un gesto la ragazza esile con cui stava parlando poco prima.
"Lei è Abigail, comunque", me la presentò ed io portai tutta la mia attenzione su di lei.
"Abbie", lo corresse lei con finto tono infastidito.
Danny sorrise. "Abigail, lei è Alaska." Doveva essere una sorta di gioco tra di loro quello di chiamarsi con il nome completo, anziché con i propri soprannomi.
"Chi sei, la sua nuova ragazza? In tal caso scappa, è un pezzo di merda."
Lei sbiancò leggermente, scuotendo la testa, ma Danny parlò prima che potesse farlo lei. "No Al, l'ho fatta assumere come cameriera per il catering."
Sbuffai per la seconda volta nel giro di dieci minuti. "Mi era sembrato strano che ne avessi trovata una carina per una volta..." commentai, palpando il disagio di lei nell'aria. Le dedicai un occhiolino, per farle capire che non era a lei che erano dedicate le mie torture psicologiche.
Danny mi pizzicò un fianco ed io saltai in aria. Gli schiaffeggiai la mano incriminata. "Non hai altro da fare, oltre che tormentarmi?" chiese lui, retorico.
In tutta risposta lanciai un'occhiata all' ora sullo schermo del cellulare. "Merda!" imprecai. "Devo andare in università a farmi cambiare corso."
"Ancora?" domandò Danny.
"Ancora", risposi io, afferrando la mia borsa.
BLUE
"Basta che compili questo modulo e metti una firma lì sotto e una nel foglio dopo e siamo a posto." disse sorridendomi cordiale l'impiegata della segreteria dell'Università.Annuii sorridendole a mia volta e, dopo aver afferrato i fogli e una penna nera, mi spostai leggermente a destra per lasciare spazio a eventuali altri studenti che avessero avuto bisogno di informazioni.
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photograph
FanfictionPoi mi rivolse quello sguardo. Il mio sguardo. Quello di cui avrei voluto possedere una foto, da osservare e riosservare nei momenti bui. Vi riversava tutte le proprie sensazioni e poi me lo donava, in tutta la sua disarmante purezza. "Ti aspetterò...