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"My life is a movie and everyone's watching
So let's get to the good part and past all the nonsense."
I'LL SHOW YOU – JUSTIN BIEBER

MICHAEL

Un coro di grida entusiaste accolse la nostra entrata nel locale dove si sarebbe svolto il firma copie. Sorrisi spontaneamente scorgendo ragazze travestite da fetta di pizza e da Pokémon e agitai un braccio per salutare quelle adorabili pazze esagitate.

Pensavo di non essere affatto dell'umore per incontrare centinaia tra i nostri fan, ma il loro entusiasmo non poteva non entrarti nel cuore, quietandone tutte le preoccupazioni.

Alla fine di quel tipo di eventi ti doleva la mano per i troppi autografi e la mascella per i troppi sorrisi, ma era un dolore piacevole, un dolore motivante e speciale. Non vedevo l'ora di iniziare.

Ci fecero sedere dietro un lungo tavolo bianco corredato di pennarelli di ogni colore e di microfoni da tavolo già accesi.

"Ciao Londra!" gridai, non appena mi fui accomodato in fondo alla lunga scrivania, con Luke al mio fianco.

In tutta risposta, le fan lanciarono un urlo emozionato.

"Siete una marea!" esclamò Ash, che occupava il posto speculare al mio. La coda di ragazze e ragazzi invadeva tutto lo spazio della libreria e continuava sin fuori dalle porte, dove il tempo non era dei migliori.

Fino a qualche tempo prima eravamo noi che stalkeravamo le nostre star preferite per la città. Ora venivamo stalkerati. Troppo bello per essere vero.

Nemmeno dopo due tour interi al fianco dei One Direction ci eravamo abituati al clamore che si stava formando intorno a noi. La fama riusciva a spiazzare in ogni caso: non si era mai totalmente pronti ad accoglierla. E, una volta assaggiata, non la si voleva più lasciare andare.

"Okay ragazzi, abbiamo circa due ore e mezza per smaltirle tutte..." ci approcciò un bodyguard, spegnendo il mio microfono, che era il più vicino a dove si trovava. "Dobbiamo cercare di sbrigarci."

Io annuii, mentre l'omone passava a spegnere i microfoni degli altri tre. Niente libertà di parola. Fantastico.

Peccato che odiassimo le imposizioni, implicite o esplicite che fossero.

In tutta risposta, mentre il tizio con istinti dittatoriali si avviava a disciplinare lo scorrere delle fan in fila, io riaccesi il microfono. "Fatevi sentire, ragazze!" gridai, dando inizio ad un'ondata di urla emozionate. Era sempre inebriante come la prima volta.

La guardia del corpo mi lanciò un'occhiataccia, ma era troppo impegnata a ordinare la fila e dare inizio al signing per venirmi a prendere a schiaffi. Meglio, avrebbe potuto stendermi con un solo mal rovescio.

La prima ragazza della fila corse visibilmente agitata verso Ashton, il cd in mano insieme a svariati pupazzi che prese a distribuire fra noi. A me toccò un puffo.

"Davvero molto esilarante..." dissi scoppiando a ridere. Adoravo il rapporto che c'era con i nostri fan: noi li prendevamo per il culo, loro ci prendevano per il culo a loro volta. Un equilibrio perfetto.

"Adoro quel colore!" esclamò lei, mentre le firmavo il cd.

In tutta risposta io riaccesi il microfono per l'ennesima volta e gridai: "Un urlo per i miei capelli straordinari!" E l'urlo non si lasciò attendere.

"Mai dare un microfono a Mike..." commentò Calum, contravvenendo a sua volta al divieto di usare le apparecchiature.

"Toglieteglielo, vi prego", disse Luke, mentre un'altra ragazza gli sfilava davanti con il viso rigato di lacrime.

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