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"Wake up in the morning
With the sunlight in my eyes,
No, my head don't feel so bright,
What the hell happened last night?"
LAST NIGHT – THE VAMPS

BLUE

"Pronto?" Una voce impastata dal sonno mi risvegliò improvvisamente. "Si Paul, lo so." Mi rigirai, cercando di coprirmi maggiormente con il lenzuolo che avevo addosso e strizzai gli occhi, decisa a non aprirli e a tentare di riaddormentarmi.

"Che cazzo di ore sono?" urlò, facendomi spalancare gli occhi e realizzare solo in quel momento dove fossi e con chi soprattutto.

Mi guardai in torno spaesata e non appena il mio sguardo si posò su degli addominali tonici ricoperti di tatuaggi, mi tornò tutto alla mente.

La festa, il fumo, il minivan e il sesso migliore che avessi mai fatto.

"Dobbiamo andare", disse semplicemente Harry, riagganciando la chiamata ed osservandomi attentamente mentre mi mettevo a sedere attenta a coprire il mio corpo il più possibile per non far intravedere parti decisamente inopportune.

"E' tuo questo?" chiese tenendo tra le mani un reggiseno viola.

Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa confusa. "No, io non indossavo un reggiseno ieri sera", dissi leggermente imbarazzata nell'ammetterlo ad alta voce.

Sorrise malizioso. "Allora non siamo gli unici ad averci dato dentro su questo catorcio. Anche Ashton si dà da fare!" rise, per poi scoprirsi completamente dal telo che aveva poggiato dal bacino in giù.

Strabuzzai gli occhi notando che era completamente nudo.

"Niente che tu non abbia già visto..." disse ridendo, mentre si allungava per prendere i suoi boxer neri. "Vestiti che andiamo, sono già le undici di mattina", disse poi, infilandosi sbrigativo gli skinny jeans neri e la camicia che indossava la sera precedente.

"Le undici?" chiesi improvvisamente agitata, cercando confusamente le mutandine e indossandole. "Merda!" esclamai, per poi afferrare il maglione e la gonna e tentare di infilarmeli il più aggraziatamente possibile.

Ovviamente fallii nel mio intento, infilando la gonna lunga a vita alta al contrario e picchiando numerose volte la testa al finestrino dietro di me.

"Cos'è, hai un appuntamento?" chiese Harry sarcastico, scendendo dal retro del minivan per raggiungere il posto del guidatore e partire.

Afferrai la polaroid e controllai di avere ancora il telefono nella tasca interna della gonna. Appurato che tutto era ancora al suo posto scesi a mia volta, chiudendo lo sportello e raggiungendolo al posto del passeggero.

"No, alle due c'è la mostra fotografica organizzata dal mio corso e non posso arrivare in ritardo", spiegai allacciandomi la cintura e chiudendo la portiera. "In base a come andrà la mostra il professore deciderà se passeremo o no il corso e io sono tremendamente preoccupata di non passare", confessai quasi senza pensarci, pentendomene il secondo successivo.

Forte, dovevo essere forte e non mostrare le mie fottute debolezze.

"Arriveremo in tempo e andrà tutto bene, non ti preoccupare", mi tranquillizzò, partendo per tornare ognuno al rispettivo posto.

Lui nei cuori di milioni di ragazze e io dietro ad un obbiettivo, a scattare foto a momenti che mai e poi mai avrei voluto dimenticare.

Alzai il volume della radio e non appena si distrasse a guardare il paesaggio intorno a noi gli scattai un'istantanea, attenta a non farmi vedere.

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