17.2

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"I feel your lips move in and they take me under
you know just what to do
how to make me want you
and I know I'll be broken when it's over
oh but I can't help but pull you closer."
FORCE OF NATURE – BEA MILLER


BLUE

"Arrivo!" urlai non appena sentii il campanello suonare.

Bevvi l'ultimo sorso di caffè rimasto, per poi lasciare la tazza sul bancone raggiungere la porta d'ingresso.

"Bel pigiama".

La sua voce arrivò roca alle mie orecchie, provocandomi dei brividi che mi percorsero per intero tutto il corpo.

"Sarebbe meglio che te ne andassi", dissi schietta, iniziando a chiudere la porta perché recepisse a pieno il messaggio.

"Oh no", mi precedette Harry, infilando un piede tra lo stipite e il legno della porta per bloccarla. "Sarebbe invece meglio che mi facessi entrare", ordinò, afferrando la maniglia e aprendosi un passaggio.

Fui costretta ad indietreggiare, mentre lui entrava e si richiudeva il portone alle spalle.

"A cosa devo questa tua indesiderata visita?" feci sarcastica, voltandomi per tornare in cucina, sicura che mi avrebbe seguita.

"E' un po' che non ci vediamo..." iniziò sul vago.

Mi scappò una piccola risata. "E la cosa dovrebbe dispiacermi?" chiesi, "ho visto l'intervista e penso che tu abbia fatto bene a dire quelle cose, per cui... cosa sei venuto a fare?"

Attendere una sua risposta era angosciante quanto aspettare l'esito di un esame per il quale non avevi studiato assolutamente un cazzo.

"Mi piace la tua felpa..." sussurrò piano, avanzando lentamente verso di me ed osservando attentamente il mio corpo, fasciato solamente da dei leggins neri e proprio da quella famosa felpa grigia.

"Che risposta del cazzo è? Hai sentito la mia domanda?" chiesi ancora, allontanandomi da lui ed incamminandomi verso la mia stanza. Dovevo trovare qualcosa da fare, non volevo permettergli di distrarmi ancora, come faceva sempre.

"Come va la caviglia?" chiese.

"Bene", risposi secca, entrando in camera mia.

Non mi premurai di chiudere la porta, sapevo che l'avrebbe aperta, ne più ne meno.

"E il braccio?"

"La ferita è ancora aperta ma pian piano sta guarendo".

Eravamo nel bel mezzo di una conversazione assurda, me ne rendevo conto... eppure non riuscivo a smettere di dargli corda.

Nonostante fossi più che certa che fosse sbagliato che lui si trovasse in camera mia dopo tutto quello che era successo, non riuscivo a trovare la forza necessaria per farlo andare via.

"E' nuova?" chiese, indicando una bacheca appesa al muro sopra il letto.

"Harry, cosa stai facendo? Perché sei qua?" chiesi avvicinandomi a lui.

Volevo delle risposte e volevo finirla con qualunque cosa ci fosse tra di noi.

Non era niente di buono, non era niente di possibile.

"Cosa siamo?" mormorò, avanzando lentamente.

Ormai poco più di mezzo metro ci separava.

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