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"We were going way too fast
Chasing down the hourglass
Running from the past
Heading out with no direction
A kerosene beauty queen
Looking for her matchstick king
To burn in to my heart
Hand in to the flame."
WILDFIRE – DEMI LOVATO


LUKE

Mi persi per un istante ad osservare una Range Rover nera allontanarsi velocemente. Sembrava familiare.

Aggrottai le sopracciglia e scossi la testa.

'Nah, non può essere lui', commentai tra me e me, per poi scendere dalla macchina e chiuderla con il pulsante del blocco.

Di preciso non sapevo perché avevo deciso di andare da lei, da Blue.

Semplicemente mi ero ritrovato a chiedermi se stesse bene e, invece di telefonarle, quasi senza rifletterci, ero uscito di casa convinto che fosse una buona idea quella di andarla a trovare.

Infilai le mani nelle tasche del giubbino di jeans che stavo indossando e mi fermai di fronte alla porta, esitante.

Inspirai a fondo, ancora combattuto sul da farsi. Feci per allungare la mano per bussare, quando la porta di fronte a me si aprì di scatto ed una Blue col fiatone ne uscì di corsa, finendo per cadermi addosso.

Allungai le mani e la afferrai per la vita, per evitare che finissimo entrambi rovinosamente a terra.

"Oh Dio, scusa Luke," fece lei, poggiando le mani sulle mie spalle per ritrovare l'equilibrio, "pensavo fos..." s'interruppe immediatamente, scuotendo la testa. "Niente, scusa. Non ti avevo visto."

Le sorrisi dolcemente. "Nessun problema. Successo qualcosa?" chiesi curioso, mentre nella mia testa si ripeteva la scena che avevo visto poco prima.

La Range Rover nera che se ne andava e Blue che correva velocemente fuori casa.

"Uhm, no. Tutto bene."

Sapevo che non era vero, ma decisi di non infierire.

"Tu invece, successo qualcosa?" chiese lei, realizzando forse solo in quel momento che ero io e che mi trovavo lì.

"Niente di particolare..." iniziai, seguendola all'interno dell'abitazione. "Ero a casa ad annoiarmi e mi è venuto in mente quello che mi avevi detto in ospedale, per cui ho pensato di passare."

La vidi aggrottare le sopracciglia, per cui le sorrisi, chiarendole a cosa mi stessi riferendo. "Mi avevi detto che ti sarebbe piaciuto che posassi per delle foto. Ehm... Se sei libera e hai voglia..."

I suoi occhi si illuminarono. "Oh sì, sì... Assolutamente."

Era bello vederla sorridere.

Soprattutto se ne ero io la causa.


MICHAEL

"Deve essere Calum..." se ne uscì lei quando bussarono, facendomi quasi strozzare con il caffè.

"Hai chiamato Calum?" le chiesi, facendole sollevare un sopracciglio disegnato.

"Avevo bisogno di un passaggio per tornare in albergo..." spiegò, cercando di allacciarsi la camicetta di velluto bianco sulla pelle abbronzata artificialmente, un'espressione infastidita sul viso.

Annuii e mi diressi verso la porta cercando di reggere alla meglio l'asciugamano intorno alla vita. Avrei preferito che non l'avesse chiamato, ma ero contento di non doverla scarrozzare in giro per Londra.

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