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"And all those things I didn't say
Wreaking balls inside my brain
I will scream them loud tonight
Can you hear my voice this time?"
FIGHT SONG – RACHEL PLATTEN


BLUE
"Merda", ringhiai, osservando la mia tazza preferita frantumata atterra e tutto il caffè sparso sul pavimento accanto ad essa.

Feci per avvicinarmi al lavandino per afferrare lo straccio che si trovava nel mobiletto sotto ad esso, ma non appena il piede fasciato toccò il pavimento cedette, non reggendo nemmeno per un istante il mio peso.

Fanculo, perché dovevo essere così orgogliosa?

Avrei dovuto accettare le stampelle che aveva offerto Harry di comprarmi appena usciti dall'ospedale. E invece no, io da perfetta idiota avevo detto 'ce la faccio da sola' con il mio perfetto tono da bambina capricciosa.

Mi aggrappai al bancone e, stavo per iniziare a saltellare su un piede per raggiungere l'oggetto da me tanto agognato, quando il telefono iniziò a squillare incessantemente.

Ringraziai mentalmente mio nonno che mi aveva mandato un messaggio stamattina con il buon giorno, che mi aveva spinto a prenderlo dal comodino e metterlo in tasca. Se avessi dovuto affrontare ancora una volta le scale che mi dividevano dalla mia stanza, probabilmente sarei morta cadendo a metà strada.

Estrassi il telefono dalla tasca della grande felpa che stavo indossando e non appena vi lessi il nome della mia migliore amica, sorrisi, rispondendo. "Ehi Gem, come mai già sveglia a quest'ora?"

"Oh, ma buon giorno anche a te Blue. Non ti sembra una splendida giornata?" chiese tutta raggiante.

Aggrottai le sopracciglia lanciando una sbirciata fuori dalla finestra. "Sarebbe ironia? C'è una specie di tornado là fuori, piove da ieri sera."

"Credimi amica... Qui a casa mia, nel salotto e soprattutto nella mia camera è la giornata più bella di sempre", disse lei con un tono strano, un misto tra l'euforico e l'estremamente soddisfatto.

"Gemma mi stai spaventando. Stai già bevendo? Sono solo le nove di mattina, devi darti una calmata o diventerai un'alco..."

"Ma no demente, non sto bevendo..." esclamò tanto forte che fui costretta ad allontanare l'iPhone dall'orecchio. "E smettila di farmi urlare o sveglierò..."

"No!" urlai, iniziando a saltellare su un piede per la cucina, "Oddio Gem, dimmi che è vero," continuai, "Ashton, cazzo."

Scivolai sul caffè ancora sparso sul pavimento, ma fortunatamente riuscii a mantenere l'equilibrio poggiando solo di poco il piede infermo. "Dorme ancora?" chiesi infine. Avevo bisogno di sapere.

"Se stessi zitta un secondo ti racconterei tutto. Mi hai tolto la possibilità di darti la notizia!" disse contrariata, ma io lo sapevo che stava sorridendo. La sentivo felice, felice davvero dopo tanto tempo e se lo meritava, Dio solo sapeva quanto.

"Allora?" la incitai, raggiungendo zoppicante il divano e sedendomici sopra, attenta a non schiacciare il braccio fasciato. Ero costretta a tenere il telefono con quella mano ma fortunatamente il taglio, che avevo disinfettato quella stessa mattina, non faceva troppo male.

"Devi provare, Blue. Devi assolutamente provare", esclamò semplicemente.

Un'espressione interrogativa si fece largo sul mio volto. "Cosa? Il sesso con Ashton?" che cosa stava dicendo?

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