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"Why'd you have to wait?
Where were you?
Where were you?
Just a little lateYou found me, you found me."
YOU FOUND ME – THE FRAY



BLUE

"Mi dispiace, davvero! Io non volevo colpirti, stavo solo cercando di fermarli e tu eri li e..." lo osservai attentamente mentre cercava in tutti i modi di scusarsi di qualcosa per cui, a mio parere, non c'era nemmeno bisogno.

"Luke, senti, non devi scusarti di nulla, davvero. Non hai fatto niente", dissi, cercando di fermare il fiume di parole che stava facendo uscire dalle sue labbra adornate da un piccolo anellino nero che si intonava perfettamente alla sua figura.

"Sei in ospedale", disse come se fosse la cosa più assurda del mondo, guardandosi attorno.  "Per colpa mia!" concluse indicando il mio braccio e la mia caviglia, entrambi fasciati.

Abbassai lo sguardo e scossi la testa continuando a sorridere. "E' solo che sono tremendamente sfigata. Non è niente di grave, davvero." E lo pensavo davvero.

Gli sorrisi nuovamente per tranquillizzarlo e, fortunatamente, riuscii nel mio intento.

Annuì lentamente  e rilassò le spalle.

Indicai un pezzo di materasso lasciato libero dalle coperte e lo invitai a sedersi sul letto, accanto a me.

"Luke", dissi poi, inclinando la testa di lato mentre osservavo il suo profilo. "Posso chiederti un favore enorme?" chiesi, sperando con tutta me stessa che acconsentisse alla richiesta assurda che stavo per fare.

Lui voltò di scatto la testa verso di me. "Assolutamente si. Dopo quello che ti ho fatto, puoi chiedermi letteralmente qualsiasi cosa", disse annuendo deciso. "Vuoi della pizza? Posso volare in Italia a prendertene una, dicono tutti che a Napoli fanno la migliore." 

Lo guardai confusa indecisa se controllare se avesse la febbre oppure mettermi a ridere.

"Ma no." Optai per la risata. "Poseresti per me?" chiesi poi, pregando che mi dicesse si.

"Come?"

"Ti lasceresti fotografare?" chiesi ancora. "Niente di ufficiale, non verranno rese pubbliche le foto, otrai tenerle tu se vuoi", spiegai meglio la mia proposta. "E' solo che sono sempre stata abituata a fotografare sconosciuti, insomma, non ho mai fatto un vero e proprio servizio fotografico ad una persona. Sarà probabilmente il prossimo tema per il mio corso di fotografia e sarebbe fantastico se tu potessi essere il mio modello," continuai, "sei un soggetto interessante", conclusi, abbassando lo sguardo sul mio braccio per sistemarmi la fascia che lo teneva appeso al collo.

"Uhm, non sono molto bravo in quelle cose", rispose e notai subito l'imbarazzo nella sua voce e nel modo in cui abbassò lo sguardo per non incrociare il mio.

Era un soggetto decisamente interessante, quasi perfetto con quella sua personalità tanto mutevole.

"Ti prego!" lo supplicai. "Giuro che farò in modo di metterti a tuo agio. Bella musica a palla e pizza in abbondanza", continuai per cercare di convincerlo. "E no, non dovrai andare fino in Italia per prenderla la pizza!" Conclusi, scoppiando a ridere e riuscendo a trascinarlo in quel vortice di ilarità assieme a me.

"Beh se la metti così.. ti rendi conto che per un tipo come me tirare in ballo pizza e musica corrisponde ad un ricatto?"

"Ne sono consapevole e sono fiera della mia natura da dittatrice ricattatrice", dissi, sporgendomi leggermente verso di lui. "Sarebbe un si?"

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